Il giardino dei poeti – Zoccoletti
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“ZOCCOLETTI STRANI…”
Si alzava ridendo il sole,
ma l’acqua nel catino era gelata.
Il latte aveva già bollito,
stava fumando dentro una scodella.
Sopra i cerchi di ferro della stufa,
la polenta abbrustolita
invitava a far colazione.
Sul pavimento della cucina,
battevano strani i zoccoletti:
tanto avevano giocato il giorno prima
che, le borchie messe sul legno
s’erano staccate.
La saccoccia, che fungeva da cartella,
attendeva, sopra una sedia impagliata,
d’essere presa, assieme ad una vecchia mantella,
era di una zia che s’era fatta monaca.
Stava in un convento,
dove il silenzio mi faceva paura.
Diceva lei: “ solo così…
solo in questo luogo senti la voce di Dio.
Ero piccola e vedevo solo muri scarni,
avrei messo le ali ai piedi per fuggire.
Ho tanto corso sull’erba a piedi nudi
da indurir le piante, sarà questo il motivo
per il quale, non ho mai sentito chi mi parlava sottovoce?
Ora ho capito… ero io che facevo troppo rumore.
Mery Turcato
“ Scrivo di altri tempi che, sembravano brutti, allora,
ma dopo una catasta di anni, ora, non lo sembrano più.”
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