Come fare un buon sapone in casa?
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Ai tempi dei nostri nonni fare il sapone in casa era necessario. Oggi non lo è più, ma rimane un’ottima alternativa per produrre un sapone più delicato e cimentarsi nell’impresa della saponificazione casalinga è molto più facile di quanto si pensi e richiede solo tre ingredienti fondamentali. Con un po’ di fantasia ci si può poi sbizzarrire per ottenere risultati sempre diversi e…
sorprendenti.
Cosa non può mancare
Primo ingrediente: grassi e oli. Si possono usare tutti: quelli contenenti molti acidi grassi insaturi lasciano il sapone morbido a temperatura ambiente; viceversa, quelli con molti acidi grassi saturi, come i burri, rendono il sapone più compatto e duro. Per avere un sapone duro ma delicato, l’olio più usato è l’extravergine d’oliva non raffinato o l’olio di sansa, meno giallino.
Eccezion fatta per l’olio di oliva, utilizzabile da solo, per avere un sapone ricco e versatile è meglio aggiungere una percentuale di grassi diversi, come quello di palma o di cocco (20%), che danno un sapone più sgrassante e schiumogeno, burri come cacao o karité, cere. Aggiungendo altri oli il sapone risulta più morbido ma può irrancidire: perciò gli oli di mandorle dolci, di mais, di girasole, di arachidi, di soia si usano in dosi basse, circa il 10%. Così anche quello di riso (20%) e di ricino (5%), entrambi schiumogeni.
Secondo ingrediente: la soda caustica (idrossido di sodio anidro, NaOH). Si trova nei supermercati o dal ferramenta, e deve essere pura almeno al 98-99%. I prodotti “a base di” soda caustica non vanno bene: lasciano troppi grassi non saponificati.
Terzo ingrediente: un liquido in cui dissolvere la soda caustica. Di solito si usa acqua distillata poiché priva di metalli pesanti e calcare, ma va bene anche un infuso già freddo di calendula, camomilla o altro. Attenzione ai liquidi zuccherini, come succhi e vini – da far sgasare prima: alzano la temperatura della soda e si rischia un’eruzione al momento di miscelarli!
Cosa si può aggiungere
Gli ingredienti facoltativi migliorano l’estetica del sapone, ma vanno utilizzati con parsimonia per evitarne l’irrancidimento.
Profumi: quelli sintetici si usano in quantità minime; se invece derivano da oli essenziali, ne servono 10/15 mi per kg e andranno mescolati prima con un amido, in una pappa semiliquida, e poi aggiunti alla fase finale del sapone.
Coloranti: via libera ai pigmenti specifici per uso cosmetico, no ai coloranti alimentari, perché la soda li rovina e se contengono propylene glycol il sapone fa i grumi. Nelle dosi di un cucchiaino per kg sono validi anche pigmenti vegetali come: alcanna per il viola tenue, olio di avocado grezzo o clorofilla per il verde, radice di rabbia tintoria per rosa antico e rosso mattone, polvere di carbone vegetale per il nero, zafferano per il giallo, cacao e caffè forte (che toglie dalle mani l’odore di cucina) per il marrone, polvere di annatto o olio di palma grezzo per l’arancio, titanio biossido per il bianco. Spezie e coloranti in polvere si stemperano in 10 g di acqua o olio prima di aggiungerli al sapone.
Additivi naturali: stecche di cannella, fiori secchi di lavanda, calendula o rosa, scorze di arancia abbelliscono il sapone. Altri ingredienti ne variano le caratteristiche: il miele (massimo 1-2 cucchiai per kg) è emolliente; mandorle, chicchi di caffè, semi di sesamo, papavero o lino, se finemente macinati, assicurano l’effetto scrub. Da evitare le argille: fanno irrancidire il sapone.
Gli antiossidanti non sono indispensabili, ma aiutano la conservazione dei saponi, specie se si usano additivi. L’unico antiossidante che resiste alla soda è l’oleoresina di rosmarino (ROE), olio essenziale estratto dalla sua corteccia. È un liquido viscoso, scuro, dall’odore lieve; si conserva in frigo e si aggiunge agli oli prima di mescolarli con la soda: 10 gocce bastano per 1 kg di grassi.
Gli strumenti
Infine, occorrono alcuni utensili:
– per proteggersi dalla soda, occhiali da piscina, guanti di gomma e mascherina;
– giornali per coprire il piano di lavoro;
– una bilancia digitale precisa al grammo e un termometro, come quello per carni, con scala da 0° C a 100° C;
– un bicchiere usa e getta per pesare la soda, contenitori di pyrex o di acciaio e un cucchiaio d’acciaio per miscelarla ai liquidi;
– un’altra pentola d’acciaio per miscelare e scaldare gli oli: per 1 kg di grassi, a bordi alti e larga almeno 20 cm;
– per mescolare la soluzione di soda all’olio un cucchiaio di legno (da non riutilizzare in cucina!) e un frullatore ad immersione: deve toccare il fondo della pentola e non far passare aria, per cui evitate le fruste;
– stampi in cui colare il sapone, da foderare con carta da forno per sformarlo meglio e assorbire l’eccesso di acqua. Sono perfette le vaschette del gelato, i tubi di patatine e i contenitori in tetrapak ben puliti; un risultato più “professionale” si avrà con stampi in legno o silicone, più costosi. Da evitare materiali come rame, stagno, ferro, ghisa, alluminio o antiaderenti;
– una coperta per far riposare il sapone.
Gli utensili devono essere proporzionati alla quantità di sapone da produrre: farne 200 g in una pentola enorme rende la frullatura difficoltosa! Non temete di lavorare con grosse quantità: da 1 kg di grassi vengono fuori 14 saponette da 100 g.
Sara Sguerri
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