Il giardino dei poeti – Il buon Samaritano
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IL BUON SAMARITANO
(Lc 10,29-37)
Giaci prostrato tra la polvere
deriso, bastonato, ferito:
sei solo lacerato fagotto
di carne umana calpestata.
Ansante, trafelato,
assorto in suoi pensieri
un sacerdote avanza
ma non ti vede:
ha lo sguardo appannato
e ti lascia morente
ai bordi della strada.
Frettoloso, trafelato,
un “levita” passa
ma è personaggio impegnato
e non ti vede:
ha lo sguardo appannato
ti lascia morente
ai bordi della strada.
Ma da infinite lontananze
uno straniero arriva
e ti vede morente
ai bordi della tua-sua strada.
Lascia i suoi progetti preparati,
si ferma, si avvicina, ti sfiora,
ti solleva con fraterna mano
e sulla tua amara ferita
versa premuroso balsamo di pace.
Non sei per lui ingombrante fagotto
di carne umana lacerata.
La sua pietà
ti ha ricreato UOMO.
Tu allo straniero,
ora tuo amico,
doni le rilucenti perle
del sorriso.
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