Medjugorje – I fatti prodigiosi
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A questi miracoli di guarigione se ne aggiungono altri di ben diverso genere. Come già a Fatima si verificano straordinari prodigi nel sole (filmati per altro anche da una équipe televisiva), visibili sia dagli abitanti di Medjugorje che da quelli dei paesi vicini e tutti concordanti sui vari aspetti del prodigio.
Ma, forse, l’evento più significativo deve ancora verificarsi. È un giovedì della prima settimana di agosto, i giovani veggenti sono in preghiera in attesa dell’apparizione. Quando appare, la Madonna si presenta con il titolo che contraddistinguerà la sua missione sulla terra: «Io sono la Regina della Pace» e spiega che: «il mondo ha forti tensioni e se si continuerà così, finirà male. Solo nella pace troverà la salvezza; però avrà pace solo se troverà Dio».
E’ da poco terminata l’apparizione quando appare nel cielo una grandissima scritta, fluente, a lettere di fuoco, MIR (pace) che dal monte Krizevac scende verso la chiesa come un fiume di fuoco. Tutti la vedono, anche P. Jozo. La commozione è grandissima, la notizia si diffonde in tutta la regione e diventa oggetto di discussione e riflessione in ogni ambiente.
Ma un altro grande prodigio sta preparando la Madonna per il popolo: è una tarda mattinata di agosto, ognuno è preso dalle sue faccende, quando improvvisamente molti, alzando gli occhi verso la sommità del Krizevac, dove si trova la grande croce di pietra eretta nel 1933 che domina tutta la vallata, col desiderio di recitare una preghiera, si accorgono con immenso stupore, che la croce è assolutamente scomparsa. Al posto della croce vedono invece una figura di donna, fatta di luce bianca, che compariva e scompariva, ma che era assolutamente ben distinta. I veggenti presenti confermano; “è la Madonna!» ma precisano che, quando appare a loro, essi non la vedono così ma la vedono “proprio bene!” (Testim. di M. Pavlovic). Anche P. Jozo la vede e sente nel cuore questa precise parole: «Ecco tua madre!».
Migliaia di persone, ovunque si trovino, si inginocchiano e si mettono a pregare con un fervore sempre crescente. Nei giorni successivi si ha notizia che moltissime persone che abitano nei paesi vicini, o che si trovavano a transitare per le strade della zona, hanno avuto la possibilità di assistere al prodigio e, come nella maggior parte dei casi, ne sono rimasti fortemente edificati. Il fatto poi, che il prodigio sia durato oltre mezz’ora e vi abbiano assistito anche persone di elevato livello intellettuale e culturale – tra cui molti medici – e che varie persone abbiano potuto scattare fotografie, fa crollare l’ipotesi di allucinazione collettiva.
Un altro segno prodigioso (che per altro si è ripetuto in altri periodi, sia pure in forma meno eclatante) si verifica nel cielo ai primi di agosto del 1981: sotto gli occhi sbalorditi di migliaia di persone, il sole comincia ad ondeggiare qua e là, sfere luminose, separandosi dal sole, si muovono verso Medjugorje e, ad un certo punto, sembra che un cerchio luminoso si stacchi dal sole per avvicinarsi rapidamente alla terra. L’emozione è fortissima e molti sono letteralmente terrorizzati.
Tutti pregano, chiedono perdono dei propri peccati e si raccomandano alla Madonna per essere salvati. Dopo parecchi minuti, si vede qualcosa come un fascio di luce, simile ad un arcobaleno che, partendo dal sole, si estende fino alla collina del Podbrdo dove solitamente avvengono le apparizioni e da lì riflesso sul campanile della chiesa di Medj. Lassù un giovane, Nikola Vasilj, dichiara – sotto giuramento – di aver visto nitidamente l’immagine della Madonna ma senza la corona sul capo. Anche altre persone confermano di aver visto la stessa cosa.
E’ straordinario, poi, il fatto che tante persone si dichiarino pronte alla testimonianza, visto che in quel particolare periodo, è veramente pericoloso dare testimonianze di questo genere: si rischia il carcere, con la massima facilità. Questo, infatti, è quello che capita ad Ivan Ivankovic che dichiara alla polizia di avere assistito al prodigio insieme ad altri testimoni: viene arrestato e condannato a due mesi di prigione. Nonostante questo triste episodio, numerosissime altre persone accettano di offrire la propria testimonianza a Padre Janko Bubalo, il teologo-scrittore che si fa carico di raccoglierle.
Don Manlio
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