Il Rosario secondo i Santi
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I nostri Pontefici hanno sempre dimostrato un grande rispetto per il Rosario. Ricordiamo che Pio XII scrisse sul rosario una enciclica e varie lettere. Egli affermava che il rosario è «sintesi di tutto il vangelo, meditazione dei misteri del Signore, sacrificio vespertino, corona di rose, inno di lode, preghiera della famiglia, compendio di vita cristiana, pegno sicuro del favore celeste, presidio per l’attesa salvezza»; più solennemente nell’enciclica Ingruentium malorum (1951) afferma: «Benché non ci sia un unico modo di pregare per conseguire questo aiuto, tuttavia noi stimiamo che il santo rosario sia il mezzo più conveniente ed efficace: come del resto chiaramente dimostrano sia l’origine stessa, più divina che umana, di questa pratica, sia la sua intima natura…
Non esitiamo ad affermare di nuovo pubblicamente che grande è la speranza che Noi riponiamo nel santo rosario per risanare i mali che affliggono i nostri tempi. Non con la forza, non con le armi, non con l’umana potenza, ma con l’aiuto divino ottenuto per mezzo di questa preghiera, forte come Davide con la sua fionda, la chiesa potrà affrontare impavida il nemico infernale…».
Per altro perché il Rosario sia più efficace, bisogna recitarlo con modo e forma, così come ci insegna il grande mariologo San LuigiMaria Grignon de Montfort
Per altro perché il Rosario sia più efficace, bisogna recitarlo con modo e forma, così come ci insegna il grande mariologo San LuigiMaria Grignon de Montfort
“Per pregare bene non basta esporre le nostre domande con la più bella fra le preghiere qual è il Rosario; occorre anche una grande attenzione perché Dio ascolta la voce del cuore più che la voce della bocca. Pregare Dio con distrazioni volontarie sarebbe una grande irriverenza che renderebbe infruttuosi i nostri Rosari e ci riempirebbe di peccati. Possiamo noi pretendere che Dio ci ascolti se noi stessi non ci ascoltiamo?
Certo, non ti è possibile recitare il Rosario senza qualche distrazione involontaria. Anzi è molto difficile dire anche solo un’Ave Maria senza che la fantasia, sempre irrequieta, non ti tolga un poco della tua attenzione. Puoi però recitarlo senza distrazioni volontarie e devi prendere ogni precauzione per tener ferma l’attenzione e diminuire le distrazioni involontarie. A tal fine mettiti alla presenza di Dio: pensa che Dio e la sua santa Madre ti guardano, che l’Angelo custode posto alla tua destra coglie le tue Ave Maria, se dette bene, come altrettante rose per farne una corona a Gesù e a Maria; pensa che, invece, alla sinistra il demonio ti gira attorno per divorare le tue Ave Maria e segnarle sul libro della morte, se dette senza attenzione, devozione e modestia. Soprattutto non dimenticare di offrire le varie decine in onore dei misteri e di rappresentarti nella contemplazione Nostro Signore e la sua santa Madre nel mistero che vuoi onorare.
Si legge nella vita del beato Ermanno dei Premostratensi che quando egli recitava il Rosario con devota attenzione, meditandone i misteri, la Vergine santa gli appariva splendente di luce, con una bellezza e maestà che rapivano. Ma in seguito la sua devozione s’era intiepidita, il Rosario era detto frettolosamente e senza attenzione. Allora la Vergine gli apparve con il volto rugoso, triste e sgradevole. Ermanno si meravigliò per tale mutamento, ma la Madre di Dio gli disse: “Mi faccio vedere così come sono attualmente nella tua anima, perché da tempo tu mi tratti da persona vile e spregevole. Dov’è il tempo in cui mi salutavi con rispetto e attenzione, meditando i miei misteri e ammirando le mie grandezze?”
Il Redattore
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