I bambini osservano tutto
Questo articolo è stato già letto1435 volte!
II loro primo linguaggio è vedere: e cosa vedono quando ci osservano? Spesso vedono bronci, sguardi tristi, vedono papa e mamma che non si incrociano più negli sguardi, vedono gente che corre e non si ferma mai… Che dono sarebbe se il bambino vedesse persone che gli sorridono, che parlano loro con gli occhi, con lo stesso loro linguaggio che è lo sguardo; se vedessero volti sereni, distesi, se vedessero papa e mamma che si guardano teneramente, che si abbracciano gioiosamente. Niente da più sicurezza al bambino nella sua crescita che la certezza che coloro che lo hanno generato, papa e mamma, si amano, si rispettano, si perdonano, si vogliono bene. Niente crea paura e insicurezza nel bambino come il vedere papa e mamma litigare, urlare, farsi il muso, rifiutarsi. Soprattutto nei primi anni di vita il bambino “raccoglie” tutto il mondo intorno a lui osservandolo. Quante volte ho ripetuto che i bambini “sentono con gli occhi”, e se papa e mamma sono “avvelenati” avvelenano il bambino, lo intossicano perché con gli occhi i bambini rimangono impressionati per sempre.
Tanti genitori pensano: “È piccolo, tanto non capisce!” ma siamo noi adulti a non capire i bambini, a non renderci conto che invece il bambino respira i nostri pensieri, le nostre ansie, i nostri malesseri, i nostri stati d’animo, osservandoci continuamente. E quel bambino non rimane bambino, e nell’adolescenza si scatena e vive la rabbia perché non è stato amato. Dice a se stesso: “Mi avete voluto e adesso mi trattate male!”. Come siamo incoerenti noi adulti tante volte! Eppure non è difficile amarlo, non vuoi dire fare qualcosa di straordinario, ma è nutrire semplicemente il suo diritto di vivere.
Ci sono dei bambini che soffrono terribilmente l’indifferenza di papa e mamma, le ingiustizie tra un fratellino e l’altro, e i genitori non se ne accorgono neanche. Nasce un fratellino, una sorellina e il bambino che prima era il centro del mondo, cercato e preso in braccio da tutti, ora è solo, abbandonato; tutti guardano al fra-tellino appena nato e lui soffre, e quella nuova vita la rifiuta perché gli ha rubato l’amore del papa, della mamma, dei nonni, di tutti, e così diventa geloso, non la vuole. Per questo quando vedo una coppia felice per la nascita di un nuovo bambino io sempre cerco con lo sguardo il figlio che c’era già e prima abbraccio lui dicendogli: “Ma lo sai che se non c’eri tu, non c’era neanche lui !”, e allora lui si sente importante, amato, sente che il fratellino è nato anche da lui, e ne diventa fiero e responsabile.
Durante i miei viaggi ho sempre un’attenzione particolare quando vedo qualche bambino sul
passeggino o nella carrozzella: li guardo e spesso sono tristi, la mamma e il papa spingono la carrozzella e a volte si ignorano in silenzi di tomba oppure litigano davanti al piccolo, non si sorridono e non gli sorridono, e il bambino respira già un’aria “intossicata” che lo rende triste inconsapevolmente: questa è una grande ingiustizia! Quei bambini che già da piccoli non sorridono più, che non vedono volti felici intorno a loro, a cui nessuno dice con uno sguardo gioioso e con un sorriso: “Guarda, la vita è un dono grande, bello!” domani saranno tristi, non ameranno il dono della propria vita e condanneranno quella degli altri.
I bambini sono il nostro futuro e la nostra speranza: diamo loro del tempo, diamo loro uno sguardo, diamo loro un sorriso!
Madre Elvira Petrozzi
Comunità Cenacolo
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.