Tumore del seno
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E’, ormai, un dato inoppugnabile che la strategia contro il tumore della mammella stia dando risultati molto buoni, come si rileva dalle statistiche degli ultimi anni.
Come è stato possibile ottenere questi risultati? In realtà è dipeso da molti fattori.
Come è stato possibile ottenere questi risultati? In realtà è dipeso da molti fattori.
Fino a circa 20 anni fa non c’era alcuna consapevolezza del problema e si subiva passivamente la sventura della scoperta del cancro, quasi sempre tardivamente e con esito spesso infausto.
Tutto iniziò dagli studi fondamentali del Prof. Veronesi. L’intuizione principale è consistita e consiste nella diagnosi precoce del tumore della mammella.
A tal proposito è appena il caso di sottolineare che il termine “prevenzione” è certamente errato perché presuppone l’idea di poter attuare metodiche che ne impediscano la nascita, il che è chiaramente impossibile per ora.
Si constatò che più precoce era la diagnosi e la terapia, più si allungava l’intervallo libero da malattia e quindi la sopravvivenza.
Come è del tutto chiaro questa evidenza ha aperto della prospettive impensabili. I primi risultati incoraggianti fecero sì che si incentivassero gli studi e si affinassero le tecniche. Infatti, mentre la chinirgia, viste le dimensioni sempre più ridotte del tumore, proponeva interventi sempre meno demolitivi con enormi positivi effetti psicologici, la tecnica diagnostica, all’inizio negletta, raggiungeva man mano livelli di accuratezza ed affidabilità eccezionali tanto da riuscire ad individuare formazioni tumorali di pochi millimetri.
Contestualmente passi da gigante ha fatto anche lo studio anatomo-patologico, oggi in grado di fornire indicazione estremamente particolareggiate sul tumore. Queste ultime mettono in condizione l’oncologo di instaurare terapie di ultima generazione specifiche per ciascuna paziente prima e dopo l’effettuazione dell’intervento chirurgico, con la possibilità di ben controllare gli effetti collaterali e l’eventuale insorgenza di recidive e metastasi.
I controlli assidui nel tempo, infine, consentono di poter gestire, quasi sempre in modo efficace, queste pazienti per molti anni, salvo le complicazioni. Ed ecco che ultimamente si comincia a parlare di “guarigione”.
Le campagne di stampa, la TV, le testimonianze sempre più numerose hanno fatto sì che la popolazione prendesse consapevolezza del problema e si attivasse per sottoporsi a screening di massa costantemente in aumento, unitamente alla sensibilizzazione delle ASL che mettono a disposizione delFutenza,in maniera capillare, strutture e personale qualificato.
Oggi il tumore della mammella non fa più paura!
Dott. Giuseppe Teta
A.P. Senologo
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