Mamme "Sante" – Elisabetta Tasca
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Il matrimonio di Elisabetta venne celebrato il 6 aprile 1921. “Nel giorno del mio matrimonio, durante la celebrazione Eucaristica – racconta Elisabetta – feci al Signore questa preghiera: “Signore, nel mio matrimonio farò sempre la tua volontà e accetterò tutti i figli che Tu vorrai darmi, però, ti prego, fa che alcuni siano sacerdoti e altre religiose; se Tu vuoi, prendili anche tutti al tuo servizio, ma ti chiedo che almeno la metà si donino al tuo servizio”. Dei dodici figli adulti il Signore se ne prese quattro; non mantenne del tutto il patto, ma sono contenta lo stesso, perché anche gli altri otto figli hanno formato buone famiglie”.
Prese come guida spirituale il cappuccino S. Leopoldo Mandic di Padova. Così lo ricordava: “Il mio matrimonio cristiano è nato nel confessionale di P. Leopoldo e là questo sacramento ha avuto la sua giusta luce, che mi ha portato sul Calvario, ma P. Leopoldo mi disse: “se mi ascolterà, Dio la benedirà per mezzo della Madonna e in punto di morte sarà contenta!”.
Ora anziana nel ripensare alla storia della mia famiglia, posso veramente affermare che la rettitudine di coscienza, la fedeltà quotidiana ai propri doveri, e l’aver sempre visto in tutto la santa volontà di Dio, mi dà tanta serenità, fiducia e speranza”. La famiglia cresceva e Giuseppe si trasferì con la famiglia in un terreno più grande a Vò di Brendola (Vicenza). Poi anche i figli prendono la loro strada e Giuseppe e Elisabetta rimangono soli. Giuseppe si ammala ed Elisabetta lo accudisce con amore giorno e notte per lungo tempo.
La vita cristiana di “Mamma Elisabetta” era basata su basi molto solide: la Provvidenza, la Parola di Dio che conosceva in modo straordinario e citava a memoria, la Passione del Signore e la volontà di Dio. La sua vita era fatta di preghiera, Eucaristia e lavoro. Quando recitava il rosario da sola, impiegava molto tempo, rimanendo a meditare a lungo su ogni singolo mistero.
Dalla prima comunione alla morte ebbe la grazia di partecipare alla messa quasi tutti i giorni. Per stare più tempo davanti a Gesù sacramentato arriva a chiedere al vescovo di poter conservare l’Eucaristia in casa, assicurandolo che avrebbe saputo fare degna e buona compagnia a Gesù sacramentato. Al figlio P. Galileo, animatore vocazionale, ricorda: “Susciterai più vocazioni nelle ore di adorazione davanti al SS. Sacramento, sgranando santi rosari, che non girando per le strade del mondo”.
Il 2 ottobre 1978 si sente male e il medico diagnostica una broncopolmonite. Nella malattia è paziente e completamente abbandonata alla volontà di Dio. Non chiede preghiere per la sua guarigione, ma per avere la forza di fare in tutto la volontà di Dio. Nel letto di morte, due giorni prima di spirare, presenti i dodici figli, mamma Elisabetta chiese che si celebrasse una santa Messa per ringraziare il Signore dei quattro figli religiosi, due sacerdoti passionisti e due suore, considerandola la più grande grazia per la sua famiglia.
Raccomanda ai figli: “Dopo la mia morte, canterete per me il Te Deum, in ringraziamento a Dio per i tanti doni ricevuti, soprattutto per la fedeltà alla mia vocazione cristiana e familiare, la rettitudine di coscienza, il buon carattere, i 12 figli e in particolare per i 4 figli religiosi”. Muore serenamente il 3 novembre 1978, dopo aver ricevuto la santa Eucaristia, assistita dai due figli sacerdoti. Riposa nella tomba di famiglia nel cimitero di Brendola (VI). il 20 dicembre 1991 è iniziato a Vicenza il processo di canonizzazione. I tempi sono cambiati, ma la Chiesa vuole presentare a tutti Mamma Elisabetta come modello di vera mamma cristiana.
Franco Valori
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