I Testimoni di Geova – LII Lezione
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IL SIGNIFICATO DEL NOME “CRISTIANO”
PARTE SECONDA
LA VERITA’
IL CRISTO PREUMANO
Eternità del Figlio
Domandano i geovisti:
“Sapevate che Gesù ebbe una gloriosa esistenza molto tempo prima di nascere come uomo qui sulla terra?”.
Rispondiamo noi cattolici e tutti i veri cristiani:
a) Sì, lo sapevamo assai prima e motto meglio di voi. Infatti, secoli e millenni prima che i tdG apparissero sulla faccia della terra, noi cattolici e tutti i veri cristiani sapevamo e sappiamo che Gesù Cristo è sempre stato. Egli non ebbe, cioè non ricevette, una esistenza prima di nascere qui sulla terra. Egli ha sempre avuto l’esistenza. Egli è l’Eterno.
Questa dottrina della eternità del Figlio di Dio noi cattolici e tutti i veri cristiani la conosciamo dalla Bibbia. In Apocalisse 22, 13 Gesù dice di sé: “lo sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la fine”. Questo significa essere sempre esistito.
In effetti, Gesù si. appropria le parole che Jahve, l’Eterno, aveva detto di sé:
“Così dice Jahve degli eserciti: lo sono il Primo e l’Ultimo” (Isaia 44, 6). “Ascoltatemi, Giacobbe, Israele che ho amato: Sono io, io solo il Primo e anche l’Ultimo” (Isaia 48, 12). “Ecco: lo sono l’Alfa e l’Omega, il Princicipio e la Fine” (Apocalisse 21, 6; cfr. Apocalesse 1, 8).
b) Riflettendo su queste chiare parole della Bibbia, molto saggiamente ha osservato uno – uno dei tanti! – che coraggiosamente si è dissociato dal tdG, ritornando alla fede cattolica:
“In Isaia 44, 6 e 48, 12 troviamo scritto che ‘Jahve è il Primo e l’Ultimo’. In Apocalisse 22, 13 Gesù, riferendosi a se stesso, dice: ‘Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo>, il Principio e la Fine’. Ora io chiedo: vi sono due Primi e due Ultimi? Oppure Jahve e Gesù sono gli stessi?”.
La parola di Dio insegna inequivocabilmente che il Figlio è sempre esistito. Egli è l’Eterno.
Obiettano i geovisti: Le parole “lo sono l’Alfa e l’Omega ece.” si trovano in due contesti diversi. Quindi non si applicano al Figlio come si applicano al Padre (Jahve).
Si risponde: Le parole “lo sono l’Alfa e l’Omega ecc.” sono una definizione dell’unico Dio in quanto eterno. Una definizione, in qualunque contesto si trovi, indica sempre la stessa realtà. il contesto non cambia la natura della realtà definita.
Facciamo un esempio: Il Capo dello Stato in Italia è detto per definizione Presidente della Repubblica Italiana. Egli è sempre Presidente della Repubblica Italiana sia quando firma i decreti nel suo ufficio presidenziale sia quando presiede il Consiglio Supremo della Magistratura sia quando assiste a una partita di calcio o passa alcuni giorni di riposo in Val Gardena.
Le parole “lo sono l’Alfa e l’Omega ecc.”, che Gesù applica a se stesso in Apocalisse 22, 13, possono avere un solo significato anche se il contesto è diverso. Esse indicano che l’Eterno si identifica con Lui, Egli è l’Eterno.
Creatore di tutte le cose
Noi evidenzieremo la stessa verità, ossia l’eternità del Figlio, ricordando che, sempre secondo la Bibbia, il Verbo o Parola di Dio è il Creatore di tutte le cose.
Leggiamo dal vangelo di Giovanni:
“In principio era il Verbo (la Parola), e il Verbo era presso Dio e Dio era il Verbo (greco). Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste” (Giovanni 1, 1-3).
Osservazioni:
a) Se tutto ciò che esiste vale a dire tutte le creature – è stato fatto per mezzo di Lui, è chiaro che Lui, la Parola o Verbo di Dio, non è una creatura. Non.poteva fare se stesso. Non ha ricevuto l’esistenza. L’ha data a tutte le cose create. Egli è Eterno.
Se il Verbo o Parola avesse ricevuto l’esistenza, san Giovanni avrebbe dovuto dire: “Tutto è stato fatto per mezzo di Lui, eccetto Lui stesso”. Questo la Bibbia non lo dice mai. Lo dicono i tdG. L’affermazione di Giovanni è assoluta; esclude ogni altra creazione diretta o indiretta.
b) Prima dunque che ci fosse il mondo delle creature, cielo e terra, esseri celesti ed esseri terrestri (Genesi 1, 1; Colossesi 1, 15-17), il Verbo era, ossia esisteva non creato.
In principio (in greco en archè senza articolo) indica il primo istante di tutta la creazione. Prima di quell’istante non c’erano creature né ter- restri né celesti. Non c’era neppure il tempo. Ma il Verbo c’era.
Egli dunque non appartiene agli esseri creati né in cielo né in terra. Egli è il Creatore di tutto, il Principio, ossia la Causa Prima di tutta la creazione (Apocalisse 3, 14); in quanto tale è Eterno.
c) Ricordiamo il classico commento di S. Agostino:
“Si faccia pure avanti un qualsiasi infedele ariano (i tdG ripetono le eresie di Ario) e mi venga a dire che il Verbo di Dio è stato fatto. Com’è possibile che il Verbo di Dio sia stato fatto, quando Dio ha fatto ogni cosa per mezzo del Verbo? Se lo stesso Verbo di Dio è stato fatto, per mezzo di quale altro Verbo è stato fatto? L’evangelista dice: “In principio era il Verbo”,, e tu invece: “In principio fu fatto il Verbo”. L’evangelista aggiunge: “Tutte le cose furono fatte per mezzo di lui” ‘ e tu sostieni che il Verbo stesso fu fatto. L’evangelista avrebbe potuto dire.- “In principio fu fatto il Verbo”. Invece il suo esordio è un altro: “In principio era il Verbo”. Se era, vuol dire che non è stato fatto”.
d) L’evangelista ripete il suo insegnamento con una frase esplicita e lapidaria.- “E Dio era il Verbo” (Giovanni 1, 1 greco). L’autore ispirato vuole inculcare che l’unico Dio e il Verbo sono la stessa realtà. Tra i due vi è perfetta identità di natura e di onnipotenza. Ciò che noi intendiamo col termine Dio (predicato nominale) si trova nel Verbo (soggetto della frase giovannea). Il Verbo o Figlio di Dio è Eterno come l’unico Dio e a Lui consustanziale.
L’errore:
Per distruggere l’identità di natura tra il Verbo o Parola (o Sapienza) e Dio, e negare quindi la divinità e l’eternità del Figlio, i tdG traducono Giovanni 1, 1: “E la Parola era un dio”’.
La verità:
a) Notate prima di tutto che non si tratta d’una traduzione letterale, benché ì geovisti vi assicurano di aver tradotto la loro Bibbia con la mas- sima fedeltà letterale al testo critico con solo “occasionali scostamenti dal testo letterale”. Inoltre i dirigenti della setta sanno che “alcune volte l’uso d’una piccola cosa come l’articolo definito .o indefinito o la sua omissione può alterare l’esatto significato del testo originale”.
Malgrado questo, i tdG hanno alterato, cioè corrotto, il senso del testo biblico, usando indebitamente l’articolo indefinito senza nessuna fedeltà al testo originale. Infatti, nel testo greco ispirato non vi è nessun articolo davanti a “Dio” (greco Theòs). I geovisti vi hanno aggiunto l’articolo indeterminativo un. Si tratta – ripetiamo – d’una infedeltà al testo biblico originale e di un inganno a discapito degli ignoranti.
b) Per giustificare il loro inganno i geovisti ricorrono all’equivoco. Hanno scritto:
“La Bibbia completa – Una traduzione americana rende questa espressione (cioè Theòs) con ” divino “, ‘facendo leggere l’intero verso. ” Nel principio il Verbo esisteva. Il Verbo era con Dio, e il Verbo era divino ” (1943, ristampa). Una Nuova Traduzione della Bibbia del Dr. Jas. Moffat legge in modo simile: ” Il Verbo esisteva nel principio assoluto, il Verbo era con Dio, e il Verbo era di- vino” (edizione 1953). Ogni persona onesta dovrà ammettere che le parole di Giovanni che il Verbo o Logos ‘era divino’ non dicono che egli era Dio con cui egli era. Esse dicono di una certa qualità del Verbo o Logos, ma non lo identificano come uno e lo stesso Dio”.
Si risponde: Ogni persona onesta dovrà ammettere che si tratta di una truffa geovista. in effetti, se due traduttori rendono “Theòs” con “divino” non ne segue che Giovanni abbia voluto dire “divino”. I tdG attribuiscono a Giovanni ciò che va attribuito a due traduttori. Ecco l’imbroglio! Perché i geovisti non citano numerose altre traduzioni della Bibbia che rendono Giovanni 1, 1 con le parole: E il Verbo era Dio?’
Dopo tutto, se Giovanni avesse voluto dire “divino”, non mancava nella lingua greca la parola appropriata che è “theiòs”. Perché i geovisti non dicono anche questo?
L’errore:
“Accurati traduttori ammettono che la costruzione del nome con l’articolo indica una identità, una personalità, mentre una costruzione senza articolo indica una qualità di qualcuno”. A sopporto citano La Grammatica greca del Nuovo Testamento di Dana e Mantey .
La verità:
a) Non è affatto vero che la costruzione con l’articolo in dica una identità, mentre quella senza articolo indicherebbe una qualità. Basta interrogare qualunque insegnante di sintassi della. lingua o greca o latina o italiana ecc. Non solo gli insegnanti, ma chiunque abbia una minima istruzione sanno che il predicato nominale, abbia o non abbia l’articolo davanti a sé, abbia l’articolo determinativo o indeterminativo, indica sempre una identità sostanziale col soggetto.
Facciamo un esempio: lo posso dire: “Il Presidente è avvocato o un avvocato o l’avvocato”. L’esserci o no l’articolo indeterminativo o determinativo davanti al predicato nominale (avvocato) non cambia mai l’identità sostanziale tra soggetto e predicato. Nell’esempio addotto il Presidente è sempre avvocato nel pieno senso della parola. Anche se il predicato nominale è collocato, all’inizio della frase, rimane sempre l’identità sostanziale tra soggetto e predicato. lo posso dire: “Avvocato o un avvocato o l’avvocato è il Presidente” senza nessun danno per l’identità tra soggetto e predicato. Tutto ciò che comporta la parola “avvocato” appartiene al presidente, e non solo qualche o alcune sue qualità”.
b) Nella frase giovannea: “E Dio era il Verbo”, così com’è nel testo originale greco ispirato, il predicato nominale “Dio” (greco Theòs) senza articolo, anche se posto a principio della frase, indica una identità sostanziale col soggetto “il Verbo” (greco o Logos). Tutto ciò che appartiene a Dio, all’unico eterno onnipotente Dio, appartiene al Verbo, e non soltanto qualche o alcune qualità divine.
c) In quanto all’uso o abuso che i tdG hanno fatto della grammatica di Dana e Mantey, va detto che lo stesso Dr. Mantey ha protestato con una lettera al Corpo Direttivo della Società geovista, in data I I luglio 1974, dove dice tra l’altro: “Poi- ché mi avete citato fuori contesto, vi invito a non citare più la mia grammatica”.
L’errore:
“In Atti 28: 6 noi abbiamo un caso parallelo a Giovanni 1, 1, con esattamente la stessa costruzione del predicato, cioè theòs senza articolo”. Ma alcune traduzioni della, Bibbia anche cattoliche non rendono Atti 26, 8 “con 1 egli era Dio’, bensì con ‘egli era un dio’. Con eguale giustificazione dal testo greco della Scrittura ispirata noi abbiamo tradotto Giovanni 1, 1: ‘E il Verbo era un dio’” .
La verità:
Contrariamente a ciò che dicono i geovisti per confondere le idee, l’analisi accurata di Atti 28, 6 conferma la loro errata spiegazione di Giovanni 1, 1 e quella esatta dei veri cristiani. Infatti, in Atti 28, 6 il predicato nominale theòs, benché senza articolo, indica una identità sostanziale col soggetto, che in questo caso è san Paolo. 1 nativi di Malta erano convinti che egli, Paolo, dovesse essere collocato su un piano veramente divino, tra il numero dei ‘loro dèi, con natura e potenza divina, come avevano fatto i pagani di Listra (cfr. Atti 14, 11-13). Dunque il predicato theòs indica non una qualità, ma una identità con la divinità, anche se non ha l’articolo.
Padre Nicola Tornese s.j.
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