Il Purgatorio nella rivelazione dei Santi – XLI
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Un altro esempio confacente a quanto precedentemente raccontato, è riferito da San Pier Damiani nella lettera quattordicesima all’abate Desiderio. S. Severino arcivescovo di Colonia, il quale era stato insignito da Dio del dono dei miracoli, e per la sua vita apostolica, pel suo zelo ardente, per le grandi fatiche sostenute per l’accrescimento del regno divino sulle anime, arrivò a meritare gli onori sublimi della canonizzazione, dopo morte apparve ad uno dei canonici della cattedrale per implorarne suffragi.
E poiché questo altamente meravigliavasi di sentire che soffrisse le pene del Purgatorio, ed allegava la vita esemplare da lui menata e il concetto di santo in cui era tenuto dai fedeli, il defunto rispose : “Iddio mi ha fatto, è vero, la graziadi servirlo con tutto il cuore, ma la mia fretta soverchia nei recitare il breviario, ed il farlo talvolta in ore diverse da quelle che la Chiesa prescrive, a motivo delle mie grandi occupazioni, mi hanno condotto in questo luogo di pena, e poiché Dio mi ha permesso di venire ad implorare le vostre preghiere, non vogliate, vi supplico, rifiutarmele”.
La storia soggiunge che S. Severino restò più di sei mesi in Purgatorio per questa mancanza sì lieve.
Padre Pietro Jouvet
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