Testimoni di Geova – Lezione 60°
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Il sangue nei sacrifici
Una chiara conferma dell’equivalenza tra sangue e vita nello stile biblico si ha in quei testi della Bibbia dove si parla di sacrifici
a) Come quasi tutti i popoli dell’antichità, anche gli Ebrei facevano largo uso di sacrifici con spargimento di sangue (Esodo 24, 8; Deuteronomio 12, 26-27). I popoli pagani – come i cananei, i fenici ed altri – immolavano anche vittime umane. Agli Israeliti tali aberrazioni erano severamente proibite (Levitico 18, 21; Deuteronomio 12, 29-31). Dio comunque aveva concesso agli Ebrei di sacrificargli animali (Levitico cc. 1 6 e 1 7).
L’offerta o sacrificio veniva fatta per differenti scopi. Uno di questi era l’espiazione della colpa e la conseguente purificazione del peccatore. Ricordando questi riti sacrificali antichi l’autore della Lettera agli Ebrei scriveva: “E quasi tutto viene purificato col sangue, secondo la Legge; e senza spargimento di sangue non si dà remissione” (9, 22).
b) Ci domandiamo: perché e in che modo il sacrificio degli animali aveva una virtù espiatoria e purificatrice?
Perché rappresentava e sostituiva l’offerta della vita umana. Infatti il dono migliore che l’uomo possa fare a Dio per espiare la colpa e ottenerne il perdono sarebbe l’offerta della propria vita. Ma Dio non vuole che gli siano immolate vite umane. Solo in Gesù Cristo – l’Agnello di Dio – Jahve ha permesso il sacrificio umano in espiazione del peccato del mondo (Giovanni 1, 29; Romani 8, 32 ecc.). In attesa e in figura del sacrificio di Cristo, Dio accetta l’immolazione degli ani- mali, in sostituzione della vita umana.
In che modo o piuttosto a quale condizione?
L’offerente deve riservare a Dio il sangue della vittima. Può mangiare le carni, ma non il sangue. “Il sangue delle vittime dovrà essere sparso sull’altare del Signore” (Deuteronomio 12, 26-27).
Perché questa riserva?
“Poiché la vita della carne è nel sangue. Perciò vi ho concesso di porlo sull’altare in espiazione per le vostre vite; perché il sangue espia, in quanto è la vita. Perciò ho detto agli Israeliti: Nessuno tra voi mangerà carne…” (Levitico 17, 11-12).
L’equivalenza è chiaramente affermata. Dio vuole riservato a sé il sangue perché il sangue espia in quanto è vita. E accetta il sangue degli animali in sostituzione della vita del peccatore.
Questa era la mentalità dell’uomo biblico e il suo modo di esprimersi.
Carattere sacro dei sangue – vita
Alla luce di queste spiegazioni appare chiaro come per gli antichi Ebrei il sangue avesse un carattere sacro. Appunto perché sinonimo o equivalente di vita umana, il sangue era considerato come qualcosa di sacro. La vita è sacra. Dunque anche il sangue in quanto vita, è sacro. Esso come la vita è intangibile da parte dell’uomo.
Dio è la fonte della vita (Salmo 36, 10). Egli la dà ed egli la toglie. E ne è pure il custode geloso: “Del sangue vostro, ossia della vostra vita, io domanderò conto (Genesi 9, 5)”. La vita è un diritto inalienabile di Dio. Egli punirà severamente chiunque osa invadere questo sacro terreno: “Chi sparge il sangue dell’uomo, dall’uomo il suo sangue sarà sparso” (Genesi 9, 6).
Non vi è nessun altro libro in cui sia inculcato con maggior forza il rispetto per la vita umana come nella Bibbia. Gli scrittori sacri, sotto la guida dello Spirito Santo, sono stati quanto mai espliciti e chiari nell’inculcare questa volontà divina.
Non uccidere!
Come esprimere in modo adatto, incisivo questa volontà di Dio?
Mediante il linguaggio proprio del tempo, con le immagini abituali del popolo, a cui bisognava inculcare il comando di Dio. Possiamo anche dire: secondo la cultura del tempo.
Il sangue è simbolo della vita. Dio esige dall’uomo il massimo rispetto per la vita. Dunque l’uomo deve astenersi dall’uso del sangue. Usarne è come abusare della vita. Dio non vuole questo. Perciò non vuole l’uso del sangue, di qualsiasi sangue.
Quando dunque la Bibbia dice: “Non mangiare il sangue! Riserva a Dio il sangue!” è come se dicesse: “Rispetta la vita; solo Dio è padrone della vita!”. Questo modo di esprimersi è più concreto, più chiaro, più efficace della formulazione giuridica.
Anche questa c’è nella Bibbia: Non uccidere! (Esodo 20,13; Deuteronomio 5,17; Matteo 5,21). Ma affinché sia meglio capita e osservata nella vita d’ogni giorno lo scrittore sacro la rende più concreta con l’espressione: Non fare uso del sangue! Il significato non cambia. Le due espressioni si equivalgono.
Nessuno può perciò avere dubbi sul vero significato delle proibizioni bibliche contro l’uso del sangue. Esse equivalgono sostanzialmente al comando divino: Non uccidere!
Padre Nicola Tornese S.J.
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