I Testimoni di Geova – Lezione 79
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DOTTRINA BIBLICA TRINITARIA
LO SPIRITO SANTO
Osservazioni preliminari
1 – Nella Bibbia, sia Antico che Nuovo Testamento, la parola spirito ricorre centinaia di volta e con diversi significati. I migliori dizionari biblici hanno bisogno di decine e decine di pagine e della penna di non pochi specialisti in materia per spiegare adeguatamente i molteplici significati di spirito. Questa semplice osservazione, che nessuno può negare, mostra quanto sia errato e settario i comportamento dei tdG, che credono di sapere di dire tutto sullo spirito con pochi testi biblici citati senza ordine, fuori del loro contesto, e senza approfondimento.
Errore assai più grave dei geovisti è quello di non precisare i vari significati che la parola spirito può avere di fatto ha nei diversi libri della Bibbia, e peggio ancora fermarsi a qualche significato, trascurando volutamente gli altri allo scopo di inoculare l’errore negli ignoranti.
2. – Soprattutto non bisogna dimenticare che la Rivelazione divina è stata fatta progressivamente lungo un arco di tempo che copre decine di secoli. I profeti dell’Antico Testamento sapevano assai meno intorno a Dio e al suo proposito di salvezza di quanto ne hanno saputo gli Apostoli di Gesù Cristo alla scuola del loro Maestro (cf. Ebrei 1, 1-2; Giovanni 1, 17-18).
Questo non vuol dire che Dio cambia in se stesso come sofisticano i tdG, spiegando erroneamente alcune parole del libro di Malachìa (3,6). Cambia solo la conoscenza che noi abbiamo di Lui, a misura che Egli ci fa conoscere la sua ricchezza interiore e il disegno della sua volontà salvifica.
In modo particolare, Gesù ci ha fatto conoscere la Personalità dello Spirito Santo e la sua divinità, come sarà evidenziato abbondantemente nelle pagine che seguono.
I. – Lo Spirito nell’Antico Testamento
Vari significati di spirito
Nell’Antico Testamento, scritto quasi tutto in lingua ebraica, la parola più comunemente usata per indicare “spirito” è ruach, che può avere diversi significati secondo il contesto.
a) Ilsignificato fondamentale della ruach è quello di vento o aria in movimento. Per l’uomo dell’Antico Testamento il vento appariva come una forza attiva invisibile. il vento infatti agisce come una potenza invisibile, spesso anche disastrosa.
b)Un’analoga realtà invisibile e attiva appariva anche nell’uomo e nelle bestie. Anche tale forza era detta ruach (in latino spiritus, in italiano alito). il respiro o alito dell’uomo e degli animali indicava la forza vitale, ossia la sorgente recondita della vita e di tutte le attività umane. Quando veniva a mancare il respiro, l’uomo e l’animale cessavano di vivere (cf. Qoèlet 3,21; Salmo 104,29-30).
Da ciò tuttavia non seguiva che per l’ebreo dell’Antico Testamento lo spirito o forza vitale (la ruach) indicasse la stessa cosa sia nell’uomo che nella bestia. Egli sapeva bene che lo spirito dello uomo ( neshamah =ruach) era stato comunicato direttamente da Dio alla polvere plasmata in forma umana (cf. Genesi 2,7), mentre quello delle bestie era stato effetto d’una creazione generica (cf. Genesi 1, 24-25). Anche l’autore dell’Ecclesiaste (Qoèìet) poneva una differenza tra lo spirito dell’uomo e quello delle bestie quando si chiedeva: “Chi sa se il soffio vitale (= spirito) dell’uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra?” (Qoèlet 3,21; cf. 12,7).
c) Di questa stessa parola ruach si sono serviti gli autori sacri dell’Antico Testamento per indicare la potenza invisibile di Jahvè. La Ruach o Spirito divino non è concepito distinto da Jahvè. E’ Dio- Spirito che agisce.
Alla Ruach o Spirito o Potenza invisibile di Jahvè è attribuita la vita dell’uomo: quando Jahvè soffiò sul volto dell’uomo il fiato o alito della vita (neshamah = ruach), l’uomo divenne un essere vivente (cf . Genesi 2, 7; Giobbe 27, 3; Isaia 42, 5 ecc.).
Sotto l’influsso della Ruach di Jahvè i profeti fanno conoscere la mente e la volontà di Dio, sono cioè ispirati (cf. 2 Re 2,9; Osca 9,7 ecc.), Anche la trasformazione morale dell’uomo, l’impegno d’un comportamento migliore, è opera della Ruach divina (cf. Isaia 4,4; Géremia 2, 38-40; Ezechiele 36,25-27). In alcuni uomini la Ruach di Jahve agisce in modo da far compiere azioni straordinarie. Tale è il caso di Sansone (cf. Giudici, cap. 4).
La personalità della Ruach divina
a) In tutti questi casi e in altri ancora la Ruach divina non appare come una persona, ossia come Qualcuno che vuole ed agisce distinto da Jahvè. E’ lo Spirito di Dio che dà la vita, ispira, guida a una condotta migliore, dà la forza a Sansone ecc.
Ciò comunque non vuol dire che la Ruach o Spirito divino non avesse fin d’allora la sua Personalità.
b) Infatti, in alcuni testi biblici dell’Antico Testamento la Ruach divina è descritta come distinta da Jahvè e operante fuori di Lui. E’ come il respiro o alito che esce dalla bocca ed agisce allo esterno. In questo senso è detto che la Ruach divina è inviata (cf. Isaia 48,16), che è data (Isaia 63, 1 1) e simili.
Vi è di più. Qualche volta la ‘Ruach di Dio si comporta come un maestro o come una guida che indica la via da seguire (cf. Salmo 143, 10; 27, 1 1; Nehemia 9, 20; Zaccarla 7, 12; Isaia 59, 2 1). E’ lecito scorgere in questi testi qualche indizio della futura rivelazione divina sulla personalità dello Spirito Santo. Ma sono solo indizi e nulla più.
c) Aggiungiamo che alcuni studiosi hanno voluto trovare, un indizio della dottrina trinitaria e quindi della Personalità dello Spirito Santo, nella forma verbale al plurale, con cui la Bibbia racconta la creazione dell’uomo: “Facciamo l’uomo a nostra immagine” (Genesi 1, 26). Ma questa è stata una opinione privata di qualche studioso, non condivisa dalla maggior parte dei biblisti, e tanto meno fatta propria dalla Chiesa per dimostrare la dottrina biblica della SS. Trinità.
La Chiesa Cattolica fa sua l’affermazione secondo cui “non si può provare in alcun testo dello Antico Testamento che lo Spirito di Jahvè sia una persona realmente distinta da Jahvè. Nell’Antico Testamento abbiamo solo qualche indizio circa la dottrina della SS. Trinità .
d) Notiamo pure come la spiegazione geovista delle parole: “Facciamo l’uomo” ecc. deve dirsi sbagliata. A loro avviso, il plurale facciamo indicherebbe che Geova Dio dicesse o piuttosto ordinasse al Figlio (Gesù Cristo) di creare l’uomo, come un superiore comanda a un inferiore. Si tratta d’un errore. Infatti, nel libro dei Proverbi 8, 30 la Sapienza creatrice appare come l’architetto della creazione, e non già come qualcuno che esegue gli ordini di uno a lui superiore.
2. – Lo, Spirito Santo nel Nuovo Testamento
Migliore conoscenza di Dio
a) Con la venuta del Figlio proprio di Dio (cf. Romani 8,39) dell’Unigenito Dio (cf. Giovanni 1, 18), l’uomo è stato introdotto in una più profonda conoscenza di Dio: della sua ricca personalità, della sua opera di salvezza a beneficio dell’uomo. Questo appunto vuole dire l’evangelista Giovanni quando afferma: “Dalla sua (= di Crìsto) pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosé, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito (o Dio Unigenito), che è nel seno del Padre, lui l’ha rivelato” (Giovanni 1, 16-18).
b) Questo pure voleva dire Gesù con le parole dette nel discorso di addio: “Ho fatto conoscere il tuo Nome” (Giovanni 17. 6 e 27). Far conoscere il Nome di Dio non vuol dire far sapere che Dio si chiama Geova come spiegano erroneamente i tdG. I Giudei, a cui Cristo aveva annunziato il Vangelo del Regno, sapevano assai bene che il Nome di Dio era Jahvè (non Geova). Cristo avrebbe fatto una meschina figura se si fosse presentato ai suoi correligionari con la pretesa di far conoscere una cosa che già sapevano.
Far conoscere il Nome vuol dire far conoscere o rilevare l’intima natura, la ricchezza interiore di Dio. Gesù ci ha fatto conoscere meglio di come avevano fatto Mosé e i profeti Chi è Dio in se stesso e nei rapporti con l’uomo.
Alla conoscenza più completa di Dio data dal Figlio appartiene la certezza che lo Spirito Santo è una Persona Divina
Padre Nicola Tornese s.j.
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