I Testimoni di Geova – Lezione 109
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Che cosa è Il Regno?
Ricordiamo anzitutto le parole di Gesù a Pilato: “Il mio regno non è di questo mondo (…).lo sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è della verità, ascolta la mia parola” (Giovanni 18, 36-37).
1 – Il Regno di Dio non è dunque un reame, vale a dire un luogo o estensione geografica, grande sia pure quanto la terra. Nel Regno di Dio lo spazio materiale è quello che meno conta.
E neppure è il Regno di Dio un governo mondiale fondato con la forza di eserciti terrestri o celesti, e guidato da rappresentanti di un dio tiranno e vendicativo, pronti a imporre dispoticamente il loro giogo e a condannare a morte – alla distruzione eterna – chiunque si rifiutasse di accettare la loro tirannia. Questo lo insegnano i tdG.
2 – Il Regno di Dio consiste essenzialmente nel dominio di Dio nella mente e nel cuore dell’uomo, che l’accetta liberamente, senza coercizione alcuna, senza il terrore di Armaghedòn, solo per convinzione e per amore di Cristo che ci ha amato per primo fino a morire per noi (cfr. 2 Corinzi 5,15; Apocalisse 1, 5). Il Regno di Dio è perciò soprattutto una realtà interiore e spirituale: un convertirsi e credere al Vangelo (cfr. Marco 1, 15). E’ un passare con coraggio dalle tenebre dell’ignoranza e dell’errore alla luce della verità (cfr. Colossesi 1, 13). In altre parole, Regno di Dio vuol dire ascoltare e seguire Cristo, senza complessi di paura, Lui che è Via, Verità, Vita (cfr. Giovanni 14, 6) e che si è presentato all’umanità come Maestro e modello di bontà con una carica di amore senza pari verso tutti gli uomini.
Dio regna là dove una creatura umana, sollecitata dallo Spirito, risponde con un sì generoso all’appello di Cristo: “Chi segue me, non camminerà nelle tenebre” (Giovanni 8, 12). E come Cristo ogni cittadino del suo Regno si metterà al servizio degli altri, specie degli emarginati e dei sofferenti, non per sfruttarli settariamente, ma nel pieno rispetto della loro libertà e della loro personalità. “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”, diceva Gesù (Atti 20, 35).
3 – Non è dunque il Regno di Dio “questione di cibo e di bevanda” (cfr. Romani 14, 17-19), come promettono i dirigenti geovisti ai loro creduli seguaci. Secondo l’insegnamento del cervello della setta geovista “ci sarà l’adempimento letterale delle parole profetiche di Isaia 25, 6: “E Geova degli eserciti per certo farà per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di piatti ben oleati”. Nessuno conoscerà mai più i dolorosi stimoli e la debolezza della fame”.
Tali provvedimenti per i sudditi terreni saranno presi sul celeste monte Sion, sede del governo del Regno di Dio
Scrisse san Paolo:
“Molti, infatti, sono quelli che, come spesso ve lo dicevo ed ora di nuovo ve lo dico in lacrime, camminano da nemici della croce di Cristo: loro fine è la perdizione, loro dio il ventre, e la loro gloria nella propria vergogna, essi apprezzano solo le cose terrene.
Quanto a noi, la nostra patria è in cielo, donde inoltre aspettiamo quale Salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro corpo di miseria conformandolo al suo corpo di gloria, con la forza per cui egli può anche sottomettere a sé tutte le cose” (Filippesi 3, 18-21, Garofalo).
Quale differenza tra l’insegnamento della Bibbia e la propaganda materialista ed edonista de La Torre di Guardia! Pur dì far seguaci, i tdG fanno appello agli istinti più bassi dell’uomo: alla gola e al ventre…
La crescita del Regno
II Regno di Dio, ossia il dominio d’amore che Dio vuol instaurare nei cuori degli uomini con le sue benefiche risonanze sociali, è senza dubbio un’opera divina, un dono di Dio. Non sarà certamente imposto con la violenza d’una propaganda astuta e ingannatrice, e tanto meno da eserciti terrestri o celesti. Sarà soprattutto opera dello Spirito Santo, che ispira e incoraggia gli autentici testimoni del Vangelo. L’annuncio della Parola e la testimonianza della vita provoca la fede e l’impegno da parte di uomini sinceri e di buona volontà.
La Bibbia, dunque, oltre che della fondazione del Regno di Dio, parla pure di una sua crescita o dilatazione, nel tempo e nello spazio, su tutta la terra fino alla fine del mondo, ossia di questo mondo vale a dire fino alla maturazione finale del Regno, detto pure tempo della mietitura (cfr. Marco 4, 29).
Il Regno di Dio deve perciò passare attraverso un tempo intermedio, durante il quale il Signore Gesù porrà sotto i suoi piedi tutti i suoi nemici (cfr. 1 Corinzi 15, 25), e tutti i popoli della terra – non solo alcune persone – potranno essere trasferiti dal potere delle tenebre nel Regno del Figlio del suo amore (cfr. Colossesi 1, 12-13) I nemici del Regno, che Cristo sottometterà, sono le potenze del male, il demonio e la morte.
Si sol dire che nel Regno di Dio vi è un già e un non ancora; il passaggio dall’uno all’altro tempo costituisce la crescita del Regno di Dio.
La crescita del Regno è insegnata soprattutto nelle parabole.
1 – “Il Regno dei cieli si può paragonare a un granello di senape (…), che è il più piccolo di tutti i semi, ma, una volta cresciuto, diventa albero tanto che vengono gli uccelli del cielo , e si annidano fra i suoi rami” (Matteo 13, 31-32). “Di notte, di giorno il seme germoglia e cresce, come il seminatore non lo sa (…). Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta l’ora della mietitura” (Marco 4, 26-29).
2 – “Il Regno dei cieli è simile a una rete gettata in mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti” (Matteo 13, 47-50).
3. – “Il Regno di Dio è simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre stadia di farina, finché la massa sia fermentata” (Luca 13, 20).
Sotto le varie immagini sapientemente scelte Gesù fa capire che il Regno di Dio è una realtà soggetta alla crescita e allo sviluppo in vista d’una piena maturazione e della mietitura. La crescita è opera di Dio, ma anche dell’uomo come appare dalla Preghiera insegnata da Gesù.
Venga Il tuo Regno! (Matteo 6, 10)
In effetti, alla luce del chiaro insegnamento biblico riguardante la crescita del Regno, la do- manda del Padre Nostro “Venga il tuo Regno!” rivela il suo autentico significato contro quello sofisticato e settario insegnato dai tdG .
Qual è l’autentico significato delle belle parole di Gesù?
In un certo senso il Regno di Dio è già venuto, in un altro deve ancora venire. Da parte sua Dio ha fatto (e fa) tutto ciò che è necessario per la realizzazione del Regno e molti uomini hanno già accettato il dono di Dio e sono in possesso del Regno. Ma in ogni epoca della storia tanti sono chiamati a entrare nel Regno, a convertirsi e credere al Vangelo (cfr. Marco 1, 15).
A questo scopo Dio vuole che si facciano preghiere affinché tutti gli uomini conoscano e accettino Cristo come unico, Mediatore, ossia siano trasferiti dalle tenebre dell’errore alla luce della verità (cfr. 1 Timoteo 2, 14-15). La preghiera prima dell’opera è un dovere per i fedeli discepoli di Cristo, i quali adempiono a questa chiara volontà di Dio quando chiedono con fiducia e perseveranza: Venga il tuo Regno!
Spiegano i grandi biblisti:
“Con Cristo e in Cristo il Regno di Dio è già venuto sulla terra e tuttavia è lo stesso Gesù che ci insegna a pregare perché questo Regno venga. In realtà è la potenza di Dio che instaura il Regno, ma siamo noi a doverlo accogliere, a riconoscere di fatto la regalità del Signore.
Certo, Dio regna anche se gli uomini non Io vogliono , ma in questo caso sciagurato la sua regalità si manifesta nel giudizio e nella condanna. Il Signore, però, vuole regnare per la nostra salvezza, che si realizza quaggiù”.
“La petizione Venga il tuo Regno! esprime il desiderio del cristiano che si realizzi il Regno ogni giorno di più con la perfezione crescente dei credenti, con la loro accettazione della volontà di Dio e col loro aumento numerico”.
Padre Nicola Tornese
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