– Testimoni di Geova – Lezione N°142
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– La Risurrezione –
Alla scuola del Maestro Divino
Gesù, la Sapienza di Dio presente nel figlio di Maria (cfr. Giovanni 1, 14) ha confermato con la sua autorità divina la fede nella risurrezione dei morti. Riportiamo solo alcune delle sue dichiarazioni.
1 – Disputando un giorno coi farisei, che negavano la sua origine divina, Gesù si attribuisce il potere di dare la vita ai morti:
“Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l’ora in cui tutti colore che sono nei sepolcri udranno la voce (del Figlio di Dio) e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna” (Giovanni 5, 28-29).
Tutti i biblisti convengono nell’affermare che Gesù qui parla della risurrezione finale, quando egli apparirà in veste di giudice supremo “nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo il suo operato” (Matteo 16, 27; cfr. 1 Tessalonicesi 4, 15-17; Apocalisse 1, 7).
2 – L’evento della risurrezione finale e universale è descritto in modo più ampio e particolareggiato nel discorso su l’ultimo giudizio:
“Quando verrà il Figlio dell’uomo nella sua gloria con tutti i suoi angeli si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite intorno a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra”. E dopo il giudizio: “Se ne andranno questi (i capri) al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna” (Matteo 25, 31-33, 46).
Commenta La Sacra Bibbia di Salvatore Garofalo:
“Dopo tanto parlare in parabole (cfr. Matteo 25,1-30), Gesù si spiega adesso chiaramente sul giudizio finale di tutti gli uomini di tutti i tempi, alla fine del mondo (…). Gesù si presenta con un apparato inconfondibilmente divino (cfr. Apocalisse 2,23; Geremia 17, 10; Salmo 62,13), nella sua qualità di Re dei secoli, per concludere la lunga vicenda della salvezza del mondo da lui compiuta”.
Molto opportunamente nota La Bibbia di Gerusalemme:
“La resurrezione dei morti non è menzionata, ma deve essere supposta”.
La testimonianza di san Paolo .
a) Già prima che fosse illuminato dall’alto sulla identità di Gesù (cfr. Atti 9,1-6), Saulo, educato alla scuola dei farisei (cfr. Filippesi 3,5-6), professava con energia la fede nella risurrezione dei morti.
Nel libro degli Atti leggiamo:
“Paolo sapeva che nel sinedrio una parte era di sadducei e una parte di farisei; disse a gran voce: “Fratelli, io sono un fariseo, figlio di farisei, io sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti”. Appena egli ebbe detto ciò, scoppiò una disputa tra i fa- risei e i sadducei e l’assemblea si divise.I sadducei infatti affermano che non c’è risurrezione né angeli né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose” (Atti 23,6-8).
Divenuto cristiano Paolo afferma con maggior vigore la sua fede nella risurrezione dei morti. Da- vanti a Felice, governatore romano, dice:
“Ammetto invece che adoro il Dio dei miei padri, secondo quella dottrina che essi chiamano setta, credendo in tutto ciò che è conforme alla Legge e sta scritto nei profeti, nutrendo in Dio la speranza, condivisa pure da costoro, che ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti” (Atti 24,14-15).
b) Confermato in questa speranza alla scuola del Maestro risorto, Paolo ne fa partecipi quanti accettano il messaggio cristiano di salvezza.
Ai cristiani di Roma scrive:
“Colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo dello Spirito che abita in voi” (Romani 8, 11).
Ai fedeli di Tessalonica afflitti e dubbiosi circa la sorte dei loro defunti Paolo annuncia il glorioso messaggio della risurrezione di tutti i morti:
“Non vogliamo lasciarvi nell’ignoranza, fratelli, circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza. Noi crediamo, infatti, che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme a Lui. Questo vi diciamo sulla parola del Signore. noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta (parousia) del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo, e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro sulle nubi, per andare incontro al Signore nell’aria, e così saremo sempre col Signore” (1 Tessalonicesi 4,13-17).
Spiegazione:
a) Paolo vuol confermare i cristiani di Tessalonica nella fede della risurrezione dei morti. Vi erano infatti a Tessalonica quelli che non credevano, cioè i pagani. Al contrario, i cristiani hanno in Cristo il garante della risurrezione. Egli l’ha detto, Paolo l’insegna sulla sua parola. Non solo. Cristo l’ha anche fatto con la sua risurrezione da morte.
b) Dopo aver ricordato le ragioni di questa fede l’apostolo si sofferma a descrivere la risurrezione dei giusti, dei “morti in Cristo”. Ciò non vuol dire che solo i giusti risorgeranno. I cristiani di Tessalonica volevano essere istruiti circa la sorte dei loro cari, che erano morti in Cristo. E di questo Paolo parla. Altrove Paolo afferma esplicitamente che vi sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti (cfr. Atti 24, 15).
c) Paolo parla anche della sorte dei vivi, di quelli che ancora saranno in vita alla venuta del Signore. Tra questi colloca se stesso, esprimendo una speranza, ma non una certezza. Infatti poco dopo ricorda che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte (cfr.1Tessalonicesi 5, 1-2), di cui nessuno può prevedere il tempo e l’ora. L’essenziale è vigilare, essere pronti, restare svegli ed essere sobri (cfr. 1 Tessalonicesi 5, 6).
d) Per quanto riguarda l’apparato scenico (“voce dell’Arcangelo , “tromba – “cielo”, “nubi”) è opinione dei biblisti che non va preso alla lettera. Sono descrizioni simboliche caratteristiche delle apparizioni di Dio nel creato. L’essenziale è che la risurrezione dei morti verrà quando Dio avrà pronunciato la sua parola d’ordine e la nuova creazione (aria, nubi, cielo) sarà il nuovo mondo dei risuscitati (cfr. 2 Pietro 3,11-13). “Il cielo non è che la comunità dei credenti con Cristo; essere con Lui è tutta la felicità degli eletti, come essere lontani è tutta l’amarezza e la disperazione dei reprobi”.
Apocalisse 20,12-13
L’ultimo libro della Bibbia, che è l’Apocalisse, si chiude in modo molto appropriato con un grandioso atto di fede nella risurrezione. Giovanni presenta anzitutto il Giudice Supremo seduto su un trono bianco, simbolo dell’eternità. Questo Giudice è il Figlio di Dio, il Cristo. Egli è “Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini e darà a ciascuno secondo le proprie opere” (Apocalisse 2, 23). Da notare che nella Bibbia questo supremo potere di giudicare appartiene a Jahve (cfr. Geremia 17, 10; 11, 20). Il Figlio dunque ha lo stesso potere del Padre.
Mentre la terra e il cielo stanno per scomparire e la creazione presente cede il posto a una nuova creazione (cfr. Apocalisse 21, 1; 2 Pietro 3, 11-13), avviene la risurrezione dei morti:
“Vidi poi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono (…). I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere. Il mare restituì i morti, che esso custodiva e la morte e gli Inferi (Ades) resero i morti da loro custoditi” (Apocalisse 20,12-13).
Osserva un biblista:
“Tutti i morti sono restituiti dall’abisso del mare e dall’abisso della terra, luoghi dove secondo gli antichi erano raccolti i defunti”.
2) Che cos’è la risurrezione?
Cristo, primizia dei risorti
Per sapere che cosa sia la risurrezione dei morti o della carne è necessario conoscere le indicazioni che ce ne dà la Bibbia, soprattutto le Lettere di san Paolo. Scrivendo ai cristiani di Corinto, oltre ad assicurarli sul fatto della risurrezione, l’apostolo cerca di spiegare “come risuscitano I morti”, ossia la natura della risurrezione. Per lui il Signore Gesù risuscitato dai morti, non è solo la garanzia della nostra risurrezione, ma anche il modello. Scrive l’apostolo:
1 – “Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti (… ). Come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine” (1 Corinzi 15, 20-24).
Osservazioni:
a) Cristo è detto “primizia” in quanto, come uomo, fu il primo dei risuscitati da morte con un corpo glorioso. i futuri risuscitati saranno la messe. Ora primizia e messe sono della stessa natura. Cristo dunque, in quanto uomo risorto, è modello della futura risurrezione di coloro che muoiono in Lui.
b) Per aver qualche idea di come sarà il corpo risorto dei giusti bisogna ricordare ciò che i vangeli dicono del corpo glorioso di Cristo. Non era uno spirito, ma qualcuno in carne e ossa. Apparendo ai discepoli il Risorto li assicura dicendo: “Uno spirito non ha carne né ossa come vedete che lo ho” (Luca 24, 39).
c) Tuttavia il corpo glorioso del Risorto era assai diverso da quello di prima, cioè dal corpo carnale. In tutte le sue apparizioni il Risorto si muove libero dai condizionamenti o leggi di natura, a cui è soggetto il corpo umano nel suo presente stato di vita. Entra ed esce a porte chiuse (cfr. Giovanni 20,19), nasconde e rivela a sua piacere le proprie sembianze (cfr. Giovanni 20, 14-17; 21, 4-6; Luca 24, 30-31), si dilegua dalla vista dei discepoli (cfr. Luca 24, 31.51; Atti 1, 9-10).
2 – San Paolo insiste su questa somiglianza tra il corpo del Cristo risorto e quello dei giusti risuscitati. Scrivendo ai Filippesi cosi si esprime:
“La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose” (Filippesi 3,20-21).
Nella Lettera ai Colossesi chiama Cristo “il primogenito di coloro che risuscitano dai morti” (Colossesi 1, 18) non soltanto in quanto modello del nostro corpo glorioso, ma anche perché con la sua Risurrezione diventa Capo o Sorgente di quanti aderiscono a Lui. Gli uomini possono trovare nella Risurrezione di Cristo la sorgente efficace per la loro risurrezione spirituale (prima risurrezione), ma anche per quella corporale alla fine dei tempi.
Padre Nicola Tornese s.j.
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