Solo chi soffre sa compatire chi soffre
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Ogni contatto del sacerdote con le anime dev’essere consolazione: le sue tribolazioni debbono essere in lui esperienze per consolare, poiché solo chi soffre sa compatire chi soffre; le sue intime consolazioni spirituali debbono renderlo come frutto dolcissimo che si matura ai raggi del sole per dare dolcezza a chi lo mangia.
Un frutto aspro non giova a nulla, inasprisce la bocca ed amareggia il ventre. Non può concepirsi, non deve concepirsi un sacerdote aspro, poiché egli è dolcificatore e consolatore di quelli che sono tribolati.
Dolorosamente è molto raro trovare dolcezza di maniere nelle persone; ognuno ha la sua asprezza e la sua angolosità, per cui è un arduo problema il trattare gli altri. Sono i nervi, la stanchezza, i malanni, i dolori morali che rendono aspri, ma con la grazia di Dio queste miserie possono vincersi e debbono vincersi, soprattutto da un sacerdote.
Don Dolindo Ruotolo
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