Abramo, padre dei credenti
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Abramo è considerato il padre della fede delle tre religioni monoteistiche, Ebraismo, Cristianesimo e Islam. La storia del primo patriarca è narrata nel Genesi e poi ripresa dal Corano secondo cui è antenato dei Musulmani mediante il figlio Ismaele avuto con la schiava-domestica Agar. Da Abramo deriva il nome-attributo “ebreo” (in ebraico Ivrì) che vuol dire colui che viene da oltre (il fiume). Infatti il luogo di origine di Abramo è con una certa probabilità Ur dei Caldei che si trova nell’attuale Iraq.
Secondo la Bibbia, Abramo era un pastore in Ur dei Caldei. Sposò la sorellastra (di madre diversa) Sara ma non erano riusciti ad avere figli. Abramo era fedele al culto politeista. Dio parlò ad Abramo ordinandogli di lasciare la sua terra verso un nuovo luogo che seguentemente gli avrebbe indicato. Abramo obbedì. Era il primo atto di fede per il quale il patriarca rinunciò alla fede dei suoi padri, alle sue comodità e, in parte, alle sue ricchezze. Infatti Abramo era un agiato possidente, figlio di Terah, ricco signore. Arrivato nella terra segnalata dal Signore, Canaan, la terra dei Filistei, lì mise le sue tende cercando accordi con gli abitanti del luogo. In un periodo di carestia, però, decise di recarsi in Egitto per ottenere grano e, lì, per la sua incolumità e quella del suo popolo presentò Sara al Faraone non come sua moglie ma come sua sorella, vista la sua avvenenza, e quindi le sue possibilità di entrature. Ma la cosa fu scoperta e Abramo fu cacciato dall’Egitto.
Nel Neghev Abramo si separò dal nipote Lot a causa del poco spazio per pascolare le mandrie. Così Lot andò nella vicina Sodoma. Ancora Dio parlò ad Abramo rivelandogli che avrebbe avuto una sterminata discendenza e che per mezzo di lui sarebbero state benedette tutte le genti.
La Bibbia presenta poi una campagna militare contro i nemici di Sodoma portata avanti da Abramo per liberare Lot. Al termine il patriarca incontra il sacerdote Melchisedek, re di Salem (Gerusalemme) che lo benedice.
Gli anni però passano e Abramo ritiene che per avere un figlio è necessario unirsi a una donna giovane e così sceglie la schiava Agar. Il patriarca diventa padre e chiama il primogenito Ismaele suscitando però nuove pretese da parte della stessa Agar e le ire di Sara. Dopo alcuni anni però “tre signori” si presentano a Mamre dove si trovava Abramo con Sara e gli dicono che Sara avrebbe concepito un figlio. Sara che ascolta dietro alla tenda ne ride. Uno dei tre misteriosi visitatori chiama Sara ribadendo che avrà un figlio l’anno seguente istituendo anche il precetto della circoncisione come patto dell’Alleanza. Sara dopo nove mesi partorirà e chiamerà quel figlio della promessa divina, Isacco, che vuol dire “sorriso di Dio”. I viandanti prima di andare annunciarono poi la distruzione di Sodoma e Gomorra “trattando” con Abramo l’eventuale rinuncia alla distruzione se avessero trovato almeno dieci “giusti”. Per grazia divina Lot, che abitava con la famiglia in Sodoma, fu salvato ma Sara, moglie di Lot, fu trasformata in una statua di sale per essersi voltata indietro avendo trasgredito il comando di Dio.
Nato Isacco, a causa della gelosia di Sara nei confronti di Agar e delle sue pretese sulla discendenza, Abramo allontanò Agar e suo figlio Ismaele. Quando Isacco era ormai un ragazzo, il Signore si fece sentire ancora e mise alla prova Abramo, ma anche Isacco. E’ il famoso racconto della “legatura di Isacco”. Abramo doveva sacrificare il figlio sul monte Moria, ovvero legarlo e dopo averlo posto su di un altare fatto di una catasta di legname, ucciderlo con un coltello e bruciarlo come olocausto, appunto come sacrificio gradito a Dio. Ma mentre Abramo stava per abbassare il coltello su Isacco un angelo fermò intimò ad Abramo di fermare la sua mano e di prendere un ariete lì vicino per offrirlo in olocausto. Dio aveva visto la fede di Abramo e così lo benedisse. Abramo fu seppellito accanto a sua moglie Sara nel campo di Macpela, vicino a Hebron nel paese di Canaan.
La storia di Abramo indica certamente la storia di un uomo con una fede eccezionale. Tale fede, in cammino, ha comportato molte sofferenze e, in quanto per così dire “fede primordiale”, cioè l’inizio della Rivelazione, non una esplicita meta ultraterrena da conseguire o una comunione di felicità col Signore. Ecco perché la fede di Abramo è unica. L’uscita dalla terra di origine è, oggi, anche simbolo dell’uscita dalla nostra condizione di origine, quella segnata dalla chiusura del peccato originale. Tutto dunque è un esodo verso quella terra promessa che però non è più di questo mondo, ma è quella patria celeste di cui tutti, in qualche modo, ne abbiamo nostalgia.
Il Redattore
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