Assunzione della Beata Bergine Maria
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+ Lc 1, 39-56
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore …
Questo brano di Luca è estraneo al procedere dei giorni di questo mese di agosto, in cui fa da padrone il Vangelo di Matteo ed inserito per la celebrazione della solennità mariana dell’Assunzione, eppure pienamente conforme alla logica che stiamo celebrando: quella della pedagogia di Dio. Una pedagogia che ci conduce piano piano ad accogliere la proposta della sua visione, quella che chiede un rovesciamento di valori rispetto alla mentalità pagana, antica e moderna.
Il testo del Magnificat, vero e proprio manifesto di questa proposta, è una specie di antologia di brani dell’Antico Testamento inserito però in un contesto storicamente narrato come esempio partico di questa logica: la madre del Signore viene a fare la serva, ad essere di aiuto; un servizio liberamente scelto, accolto e portato avanti fino all’esaurimento del compito. Alla base c’è sicuramente l’esperienza di servizio dell’intero Israele; come visione la profezia del servo sofferente.
Il povero è esaltato; l’umile è glorificato; il ricco rimandato a mani vuote; è una visione che sembra utopistica o irreale. Eppure questa è la visione di tutta la rivelazione, di tutta la storia della salvezza: Beata è Maria, piccola ed insignificante ragazza di un sobborgo galilaico che viene invitata ad una sorte difficile. Ragazza da marito, che si trova ad essre incinta, passibile di rifiuto, come pure di punizione mortale, madre di un figlio che forse sarà solamente suo, ma che, per definzione, non lo sarà mai completamente, fin dall’inizio destinato anche Lui al servizio della salvezza universale.
Maria ci stupisce e ci consola con il suo sì; ci dice la capacità dell’essere umano a grandi doni, la grandezza di un animo innamorato, la possibiltà di essere speciali, che è per tutti, se decidiamo di seguire la chiamata del Signore. Per questo è la Regina del cielo e della terra!
P. Luigi Cioni
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