Benedetto XVI dialoga con i giornalisti sull’aereo diretto a Madrid per la G.M.G.
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Il Santo Pdre Benedetto XVI, rivolgendosi ai giornalisti che lo hanno accompagnato sul volo diretto a Madrid per la G.M.G. 2011, ha detto quanto segue: “Cari amici, buongiorno! Sono contento di andare con voi in Spagna per questo grande avvenimento. Dopo due GMG vissute anche personalmente, posso soltanto dire che è stata realmente un’ispirazione quella che è stata donata a Papa Giovanni Paolo II, quando ha creato questa realtà di un grande incontro dei giovani e del mondo con il Signore.
Direi che queste GMG sono un segnale, una cascata di luce; danno visibilità alla fede, visibilità alla presenza di Dio nel mondo e creano così il coraggio di essere credenti. Spesso i credenti si sentono isolati in questo mondo, quasi perduti. Qui, vedono che non sono soli, che c’è una grande rete di fede, una grande comunità di credenti nel mondo, che è bello vivere in questa amicizia universale. E così, mi sembra, nascono amicizie, amicizie oltre i confini delle diverse culture, dei diversi Paesi.
E questa nascita di una rete universale di amicizia, che collega mondo e Dio, è un’importante realtà per il futuro dell’umanità, per la vita dell’umanità di oggi. Naturalmente, la GMG non può essere un avvenimento isolato: fa parte di un cammino più grande, va preparato da questo cammino della Croce che trasmigra in diversi Paesi e già unisce giovani nel segno della Croce e nel meraviglioso segno della Madonna. E così la preparazione della GMG è molto più che preparazione tecnica di un avvenimento con tanti problemi tecnici, naturalmente; è una preparazione interiore, un mettersi in cammino verso gli altri, insieme verso Dio.
E poi, dopo, segue la fondazione di gruppi di amicizia, tenere questo contatto universale che apre le frontiere delle culture, dei contrasti umani, religiosi, e così è un cammino continuo che poi guida ad un nuovo vertice, ad una nuova GMG. Mi sembra, in questo senso, che si debba vedere la GMG come segno, parte di un grande cammino; crea amicizie, apre frontiere e rende visibile che è bello essere con Dio, che Dio è con noi. In questo senso, vogliamo continuare con questa grande idea del Beato Papa Giovanni Paolo II.
Il Santo Padre ha poi aggiunto: Ecco. Si conferma nell’attuale crisi economica quanto è già apparso nella precedente grande crisi, che la dimensione etica, cioè, non è una cosa esteriore ai problemi economici, ma una dimensione interiore e fondamentale. L’economia non funziona solo con un’autoregolamentazione di mercato, ma ha bisogno di una ragione etica per funzionare per l’uomo.
E appare di nuovo quanto aveva già detto nella sua prima enciclica sociale Papa Giovanni Paolo II, che l’uomo dev’essere il centro dell’economia e che l’economia non è da misurare secondo il massimo del profitto, ma secondo il bene di tutti, include responsabilità per l’altro e funziona veramente bene solo se funziona in modo umano, nel rispetto dell’altro. E con le diverse dimensioni: responsabilità per la propria Nazione e non solo per se stessi; responsabilità per il mondo, anche una Nazione non è isolata, anche l’Europa non è isolata, ma è responsabile per l’intera umanità e deve pensare ai problemi economici sempre in questa chiave della responsabilità anche per le altre parti del mondo, per quelle che soffrono, hanno sete e fame, non hanno futuro.
E quindi – terza dimensione di questa responsabilità – è la responsabilità per il futuro. Sappiamo che dobbiamo proteggere il nostro pianeta, ma dobbiamo proteggere – tutto sommato – il funzionamento del servizio del lavoro economico per tutti e pensare che il domani è anche l’oggi.
Se i giovani di oggi non trovano prospettive nella loro vita, anche il nostro oggi è sbagliato e “male”. Quindi, la Chiesa con la sua dottrina sociale, con la sua dottrina sulla responsabilità verso Dio, apre la capacità di rinunciare al massimo del profitto e di vedere le cose nella dimensione umanistica e religiosa, cioè: essere l’uno per l’altro. Così si possono anche aprire le strade. Il grande numero di volontari che lavorano in diverse parti del mondo, non per sé ma per l’altro, e trovano proprio così il senso della vita, dimostrano che è possibile fare questo e che un’educazione a questi grandi scopi, come cerca di fare la Chiesa, è fondamentale per il nostro futuro.
Benedetto XVI
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