Benedetto XVI – Il male è all’interno della Chiesa
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La Chiesa cattolica, da duemila anni a questa parte, è sempre stata oggetto di attacchi di ogni genere e di terribili persecuzioni ma ciò era stato preannunciato da Gesù: “….” Che, per altro aveva assicurato che le forze degli inferi non prevarranno contro di essa. Va anzi ricordato che le persecuzioni contro i cristiani hanno sempre ottenuto l’effetto di accrescere e diffondere la fede (“il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani”).
Non sono quindi gli attacchi esterni – al di là delle sofferenze che possono provocare – il pericolo più grave per la Chiesa. Sua Santità Benedetto XVI dice apertamente che il danno più grave che subisce la nostra Chiesa scaturisce da tutto ciò che può inquinare la fede e quindi la vita cristiana dei suoi membri e delle sue comunità. Certe azioni nefande intaccano sensibilmente l’integrità del Corpo mistico, indebolendo la sua capacità di profezia e di testimonianza e contribuendo ad appannare progressivamente la bellezza del suo volto.
Il Santo Padre è perfettamente consapevole dell’azione del Maligno che riesce subdolamente ad insinuarsi nei cuori degli uomini. E ciò indistintamente, perché non sono esenti dalle seduzioni del demonio neppure quelli che si sono votati a Dio e che, ottenebrati dallo spirito del Male, giungono perversamente ad abusare dell’innocenza di un bambino. Atrocità, queste, che si consumano “all’ombra dei campanili” e che vengono commesse perfino da Vescovi (Pastori che dovrebbero custodire il gregge diventano lupi che sbranano i poveri agnellini).
Sua Santità non esita ad indicare l’origine di questo dramma che ha colpito la Chiesa. La causa prima è il peccato. E’ proprio attraverso il peccato (atto libero con cui l’uomo esalta il proprio egoismo e si distacca da Dio) che il demonio riesce ad allontanare gli uomini da Dio e dal suo Vangelo, così da scardinare – dal suo interno – i pilastri destinati a reggere la Chiesa.
Lontani da Cristo, privatisi della Grazia dello Spirito Santo, gli uomini arrivano a radicarsi nel peccato ed a trasformarsi in esseri corrotti e corruttori, diventando sempre più egoisti, attaccati morbosamente al denaro, accecati dalla sete di potere, affogati nei vizi e dediti agli abusi sessuali. Il piacere e/o il potere diventa il loro dio.
Il Papa cita la seconda lettera di san Paolo Apostolo a Timoteo in cui si parla dei pericolo degli “ultimi tempi” che possono identificarsi gli atteggiamenti negativi che appartengono al mondo e che possono corrompere la comunità dei cristiani, ovvero: l’egoismo, la vanità, l’orgoglio, l’attaccamento al denaro. Il Santo Padre però ricorda che, alla fine, San Paolo assicura che “Gli uomini perversi non andranno molto lontano perché la loro stoltezza sarà manifesta a tutti”.
Don Manlio
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