Documento vaticano "Delicta graviora"
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Nuovi delitti, come la pedo-pornografia e gli abusi sessuali su persone mentalmente disabili; processi piu’ rapidi e piu’ incisivi contro i preti pedofili, con la possibilita’, in casi gravi, di saltare l’iter del giudizio canonico e di punire i colpevoli con decreti pontifici ad effetto immediato; presenza di laici nei Tribunali della Chiesa e nessuna impunita’ nemmeno per i Cardinali: la Congregazione per la Dottrina della Fede potra’ infatti indagare anche su di loro.
La tolleranza zero avviata da Benedetto XVI contro lo scandalo dilagante delle violenze sessuali di sacerdoti su minori e’ ora codificata nelle nuove norme che aggiornano ed ampliano il documento ”Delicta graviora” del 2001, nel quale si attribuivano all’ex Sant’Uffizio le competenze per i reati di pedofilia commessi da religiosi, per evitare che le Diocesi potessero insabbiare. Il nuovo testo ribadisce il ruolo della Congregazione per la Dottrina della Fede, ed anzi, ne accresce i poteri, a cominciare dal comma 2 dell’articolo 1, in cui si recita che nei delitti contro la fede e in quelli ”piu’ gravi” contro i costumi e la morale (in cui rientra la pedofilia), il dicastero, gia’ guidato a suo tempo da Joseph Ratzinger, ”ha il diritto” di giudicare anche le porpore.
Diverse le novita’: raddoppiano, tra l’altro, a 20 anni i tempi di prescrizione (nel diritto canonico) riguardanti i delitti di pedofilia (a partire dal raggiungimento della maggiore eta’ della vittima). In certi casi, come e’ gia’ nella prassi, non vi sara’ alcuna moratoria o scadenza dei termini, ha assicurato ai giornalisti il Promotore della Giustizia vaticana, Monsignor Charles Scicluna, l’uomo che guida la squadra incaricata dal Papa di esaminare tutte le denunce sui casi di pedofilia.
Le nuove norme contro gli abusi sessuali, ha spiegato da parte sua il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ”prevedono, in particolare, procedure piu’ rapide per affrontare con efficacia le situazioni piu’ urgenti e gravi, e permettono l’inserimento di laici nel personale dei tribunali ecclesiastici”, che potranno cosi’ far fronte piu’ agevolmente al carico di lavoro. Nelle nuove norme non si parla del rapporto di collaborazione con la giustizia civile. Nessun passo indietro, hanno subito precisato gli esponenti vaticani. ”Bisogna tener conto che le norme ora pubblicate sono parte dell’ordinamento penale canonico, in se’ completo e pienamente distinto da quello degli Stati”, ha premesso padre Lombardi. Detto questo, ha subito aggiunto il portavoce della Sede Apostolica, fa testo cio’ che il Vaticano aveva gia’ pubblicato nelle linee guida dell’aprile scorso. Ovvero: ”Va sempre dato seguito alle disposizioni della Legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorita’ preposte”.
Il ”segreto pontificio”, la confidenzialita’ che deve accompagnare i processi canonici sui preti accusati di pedofilia, non deve mai impedire la denuncia alla giustizia, ha rincarato Monsignor Scicluna, rimarcando che bisogna ”obbedire alle Leggi civili’ senza aspettare l’esito del processo canonico. Il nuovo testo dei ‘Delicta Graviora’ e’ stato approvato da Benedetto XVI lo scorso 21 maggio: quasi un mese e mezzo e’ passato prima che venisse diffuso al grande pubblico. Si sussurra di osservazioni e resistenze da parte di alcuni dicasteri. Segno, anche questo, di quanto la linea del rigore e della trasparenza voluta dal Papa non sia priva – purtroppo – di ostacoli interni.
Fatto sta che vince la ‘tolleranza zero’ targata Ratzinger, come dimostra pure il fatto che le nuove norme della Congregazione per la Dottrina della Fede prevedono “il diritto, previo mandato del Romano Pontefice, di giudicare i Padri Cardinali, i Patriarchi, i Legati della Sede Apostolica, i Vescovi e altre persone fisiche”. “Si tratta di un segnale importante, perche’ significa che la Congregazione potra’ indagare e poi sottoporre al Papa le sue risultanze”, commenta il promotore di giustizia Scicluna. Testimonia la volonta’ di una piu’ forte severita’ anche l’assimilazione degli abusi sui dei disabili mentali a quelli sui minori e l’inserimento tra i reati penali perseguiti nella Chiesa di “una nuova fattispecie: la pedopornografia”. “
Questa – evidenzia padre Lombardi – viene cosi’ definita: l’acquisizione, la detenzione o la divulgazione” compiuta da un membro del clero “in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo, di immagini pornografiche aventi ad oggetto minori di anni 14”. Nei “delitti piu’ gravi” su cui ha competenza la Congregazione per la Dottrina della Fede, con la pedofilia “sono stati inseriti – elenca Lombardi – i delitti contro la fede (cioe’ eresia, apostasia e scisma), per i quali sono normalmente competenti gli Ordinari, ma la Congregazione subentra in caso di appello; la registrazione e la divulgazione compiute maliziosamente delle confessioni sacramentali, sulle quali gia’ era stato emesso un decreto di condanna nel 1988; l’attentata ordinazione delle donne, sulla quale pure esisteva un decreto del 2007” che stabiliva la competenza della CDF in materia.
Petrus – Gianluca Barile
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