Giacobbe – il grande Patriarca
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Giacobbe è il figlio di Isacco e di Rebecca. Da Giacobbe discendono le dodici tribù d’Israele. Il suo nome significa letteralmente “soppiantatore” e deriva dal termine ebraico “ageb”, ossia “tallone”, “calcagno” e, più nello specifico, “afferrare per il calcagno o soppiantare”. Fu chiamato in questo modo perché al momento del parto teneva con la mano il calcagno del fratello gemello nato per primo, Esaù, e quindi erede della primogenitura. Com’è noto, tra i popoli orientali, ma non solo, il nome, col suo significato, rispecchiava una qualche qualità del nascituro o un’aspirazione dei genitori nei suoi riguardi. Così, questo è da tener presente anche quando a Giacobbe l’angelo di Dio nel famoso combattimento notturno, gli cambia il nome in “Israele” ovvero “colui che lottò col Signore e vinse”.
Giacobbe nacque e visse l’adolescenza nella terra di Canaan e riuscì ad ottenere i diritti della primogenitura (eredità spirituale e di governo) che spettavano al primogenito Esaù. La ottenne però con l’inganno e con la collaborazione della madre. Così avvenne che quando il padre Isacco era ammalato e praticamente cieco, Giacobbe, in assenza del fratello, si presentò a lui per ricevere la benedizione come da usanza ebraica. Per fare questo, dovette fingersi Esaù indossando pelli di capra sulle braccia per sembrare peloso al tatto (Esaù era molto peloso) e le vesti del fratello con il suo odore. Mettendo poi una mano sotto la coscia del padre e modificando la voce, gli offrì il famoso piatto di lenticchie e, così, ottenne la benedizione e con essa tutti i diritti della primogenitura.
Questo suscitò l’ira di Esaù e Giacobbe dovette riparare presso lo zio Labano. Durante il cammino Giacobbe dormì a Luz (poi detta Betel, casa di Dio) dove fece il famoso sogno della scala sulla quale salivano e scendevano gli angeli alla cui sommità c’era Dio che gli prediceva della sua numerosa discendenza. Giacobbe fece voto di riconoscerlo sempre come suo Dio.
Da Labano Giacobbe s’innamorò della figlia Rachele, ma per averla in sposa dovette riscattarla lavorando come pastore per sette anni. Al termine del periodo però Labano fece introdurre nella tenda di Giacobbe non Rachele ma la figlia maggiore, Lia. Il giorno dopo Giacobbe si accorse dell’inganno ma Labano si giustificò dicendo che l’usanza era quella di sposare prima la figlia maggiore se nubile. Labano, poi, in cambio di altri sette anni di servizio presso di lui, gli promette con certezza Rachele. Questa, divenuta moglie era sterile mentre Lia aveva dato alla luce dei capostipiti delle tribù d’Israele, Ruben, Simeone, Levi e Giuda. Così a Giacobbe fu offerta anche la schiava Bila (da cui Dan e Neftali) e poi ebbe da Lia anche la schiava Zilpa (da cui Gad e Aser). Da Lia poi nacquero Issacar, Zabulon e Dina. Ma Dio si ricordò di Rachele e nacque Giuseppe.
Intanto erano diventati difficili i rapporti con lo zio Labano e, attraverso una serie di raggiri, Giacobbe riuscì a partire ma Rachele prese di nascosto di tutti le divinità (statuette) pregate dal padre per la protezione.
Intanto erano diventati difficili i rapporti con lo zio Labano e, attraverso una serie di raggiri, Giacobbe riuscì a partire ma Rachele prese di nascosto di tutti le divinità (statuette) pregate dal padre per la protezione.
Labano li inseguì ma non trovò le statuette nascoste da Rachele.
Durante il cammino Giacobbe ebbe una visione divina che lo confortò. Nelle vicinanze di Seir, nei dintorni del campo del fratello Esaù, Giacobbe inviò un messaggero per la pace e sperando nel suo perdono. Giacobbe passò la notte sullo Iabbok, un affluente del Giordano. Qui avvenne la lotta con l’angelo di Dio e Giacobbe acquistò il nuovo nome di Israele.
I due fratelli si riconciliarono. Qui avvenne poi la vicissitudine del rapimento di Dina da parte dei Sichemiti. In sostanza, con altri inganni i fratelli di Dina, dopo la finta alleanza suggellata con la circoncisione dei Sichemiti, approfittarono della debolezza fisica dei maschi dovuta alla circoncisione stessa, uccidendoli e saccheggiando ogni bene. Giacobbe condannò tale azione per le eventuali ritorsioni dei superstiti e dei popoli vicini. Nel cammino Rachele rimase incinta una seconda volta e mise alla luce Beniamino ma subito dopo morì.
Giacobbe riuscì a essere a Hebron accanto al padre proprio al momento della sua morte insieme con il fratello Esaù. Da questo momento in poi, Giacobbe si stanzia in questo luogo e la storia di Israele continua con i suoi figli e, in particolare, con Giuseppe, il figlio più amato che, venduto dai fratelli, riabbraccerà in Egitto come vicegovernatore.
Il patriarca Giacobbe morì in tarda età e fu seppellito dai figli nella caverna che acquistò Abramo a Macpela di fronte a Mamre.
Nonostante il suo vacillare Giacobbe fece la volontà di Dio che, attraverso Giacobbe, va oltre le leggi, oltre i legami familiari e si serve degli errori umani per fare la sua volontà.
Il Redattore
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