I prestiti ad usura
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Nel libro dei Proverbi, ho letto:
La Sapienza si è costruita la casa… “Chi è inesperto accorra qui!” A chi è privo di senno essa dice: Abbandonate la stoltezza e vivrete andate dritti per la via dell’intelligenza”.
Questo testo mi ha impressionato e mi ha confortato.
Mi ha impressionato, perché mi è sembrato, che quel testo fosse stato scritto da qualcuno, che vedeva proprio quello che noi vediamo, in questi nostri giorni,e in questi nostri luoghi.
Ma mi ha, poi, anche confortato, perché quel testo dice, che Dio, la Sapienza, ha costruito il “Tempio”, ha aperto sulla città le sue porte e ha fatto la sua pubblicità: le annunciatrici si sono rivolte agli “Inesperti” e a “Coloro, che sono privi di senno”.
Quelle annunciatrici, non hanno lamentato, né giudicato, né disprezzato gli “inesperti” e “Coloro, che sono privi di senno”.
Hanno semplicemente rivolto a loro un invito e hanno detto “venite”.
A sentire quelle annunciatrici, sembra, che al di là del “Tempio”, ci siano soltanto “inesperti” e uomini e donne “privi di senno”.
Sembra, che quelle annunciatrici dicano, che il Tempio è stato costruito per loro; che per essi il Tempio apre le sue porte, per dare ad essi, a “inesperti” e a “privi di senno”, aiuto efficace, perché abbandonino la stoltezza e vivano.
E vivano di quella vita, che consiste nel!’ “andare dritti nella via dell’intelligenza”.
Questa parola di uno dei libri sapienziali della Bibbia mi ha confortato, perché mi ha aiutato a vedere chiaramente tanta realtà di uomini e di donne, che mi circondano; persone a cui voglio bene, e che sembrano realizzarsi bene, capaci come sono di fare e gestire tante cose.
Persone, tuttavia, che in numero sempre più grande, vivono disorientamenti profondi e soffrono sbandamenti e pene ulteriori molto grandi.
Sono tanto spesso “inesperti” e “privi di senno”.
Vedo che chi è “inesperto” non crede di esserlo, e finisce per non sapere di essere inesperto. Ma intanto subisce danni; fa male a se stesso e gli altri, ed entra in conflitto con gli altri, si isola e si oppone a chi potrebbe aiutarlo e vorrebbe farlo.
Vedo che anche “coloro che sono privi di senno” sono tanti. Tanti, infatti, vivono molto superficialmente e non sanno dare senso, né a i loro progetti, né ai loro comportamenti e ai loro rapporti, nella loro vita.
Come si spiega, che tanti si indebitino senza farsi i conti. Come si può pensare, che avendo necessità di denaro, lo si prenda a prestito.
Alla prova dei fatti dicono chiaramente, che hanno soltanto pensato, che il prestito, ottenuto, avrebbe consentito di ottenere il denaro necessario in quel momento, ma non hanno pensato, che, quel denaro, avrebbe dovuto, poi, essere restituito, e che, per restituirlo, non sarebbe bastata la volontà di restituire, perché si sarebbe dovuto avere quel denaro necessario, che si sarebbe dovuto rendere.
L’indebitato non riesce a rendersi conto, che col dire: “restituirò”, non restituisce mai.
E se le cose stanno così, bisogna dire, che hanno proprio ragione le annunciatrici a fare quella pubblicità al Tempio, perché, se non si frequenta il Tempio, si resta ammaestrati dalla cultura della piazza e della strada, e questa, come si può ben vedere, produce uomini “inesperti” e veramente “privi di senno”.
Le nostre città sono piene di disoccupati. Specialmente la nostra Napoli lo è.
Quasi tutti vivono una attesa “rassicurata” di un lavoro, che non verrà. Che cosa rassicura quei disoccupati nella loro attesa ?
La illusione di un futuro immaginario, che non ha riscontri effettivi nelle realtà sociali della nostra terra.
Tutti questi prendono per buona una speranza senza senso.
Le annunciatrici del Tempio, assuefatte alla saggezza e alla sapienza, e che vedono nel profondo delle motivazioni umane, dicono: sono “privi di senno”; sono anche “inesperti”.
Può una persona restare per tutta la vita “inesperto” e “privo di senno” ?
Le annunciatrici dicono: potete “abbandonare la stoltezza”; potete cominciare a “vivere” una vita vera, responsabile e proficua; potete andare “dritti per la via della intelligenza”.
Per questo dovete venire nel Tempio.
Nel tempio si entra per incontrare Dio e per pregare.
Ci siamo accorti e ci rendiamo conto ogni giorno di più, che, ad entrare nel Tempio, si apre la intelligenza a prendere atto della realtà, diversamente da come, purtroppo, non avviene in coloro, che non entrano nel Tempio.
Si entra nel Tempio, perché si prende atto della presenza di un altro, e si pensa, che l’altro deve essere fatto oggetto di attenzione e di rispetto. Poi ci si apre all’altro, e ci si allena a comprendere l’altro.
Se non si entra nel Tempio, si decide da se stessi, che nel Tempio non c’è nessuno, che non ci sono altri, a cui fare attenzione o da dover comprendere.
Gesù disse un giorno: “C’era un giudice, (un uomo di cultura, di carriera e di buon inserimento sociale), che non credeva in Dio e non guardava in faccia a nessuno”.
L’atteggiamento di non guardare in faccia a nessuno, non è atteggiamento di chi è intelligente, né aiuta a non entrare nei debiti o uscire dai debiti, come non aiuta, se si ha bisogno di lavorare e si vuole lavorare, ad essere responsabili e capaci.
Quelle annunciatrici dicono: “Venite” nel Tempio dove imparate a vedere con gli occhi, non solo del corpo (quanta splendida arte si può vedere nelle Chiese e senza pagare), ma sopratutto con gli occhi del cuore e quelli dell’anima.
Gli occhi del cuore vedono con la luce dell’amore e quelli dell’anima vedono con la luce della fede.
Anche quelle dell’amore e della fede sono realtà, e, per essere intelligenti e per diventare più intelligenti, bisogna ben guardarle, e non dire, che non ci sono.
La Sacra Scrittura ammonisce, che, chi dice: Dio non cè, è stolto, e non devi accompagnarti con lui, perché lo stolto non accetta di stare con te, se tu non pensi come lui.
E qui ancora torna il fatto, che se vai con gli stolti, non diventi intelligente.
Proseguendo in questa analisi abbiamo dovuto rilevare che, se non si cresce nella intelligenza, non si cresce neppure nei sentimenti. E dove i sentimenti sono uccisi e spenti, non c’è neppure vera relazione umana.
Come si può fare prestito a chi è tanto inaffidabile da dissolversi come uomo, che non sa immedesimarsi negli altri per mancanza di intelligenza e di sentimenti, e che quindi, se provi ad aiutarlo, ti coinvolge nel suo squallore cattivo e nei suoi guai, senza che tu possa aiutarlo davvero.
Come si può trovare lavoro e dare casa a chi sa instaurare un rapporto solo conflittuale in casa e crede, che tutto sia a lui dovuto, mentre nulla Lui deve a nessuno, e neppure al datore di lavoro.
Non esiste promozione sociale nel dare solo cose e inserimenti, dove intelligenza e senno scarseggiano?
Questa è la vera miseria di un popolo, e, purtroppo, di tanto nostro popolo.
P. Massimo Rastrelli S.J.
Progetto Antiusura
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