I testimoni di Geova – Lezione 68
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LA VENERAZIONE DELLA CROCE
Ancora errori, insulti, volgarità
1 – L’errore: “Non è normale considerare caro ed adorare lo strumento usato per assassinare qualcuno che amiamo. Chi penserebbe di baciare la rivoltella, usata per assassinare una persona amata o di portarla intorno al Collo?”.
La verità:
a) Certo non è cosa normale amare e venerare la Croce di Cristo per chi si compiace di ragionamenti umani, sofisticati, contrari alla Scrittura. Ma chi conosce bene la Parola di Dio e ne fa un uso corretto, trova che l’amore e la venerazione della Croce sono motivo di vanto.
San Paolo si vantava della Croce di Cristo. Eppure egli sapeva che la croce era stato lo strumento di morte per la persona che egli amava più d’ogni altro (cf. Filippesi 3, 8). E Paolo amava Gesù appunto perché era morte in croce per amore! (cf. Galati 2, 20-21; 2 Corinzi 5, 14-15). Se dovessimo prestar fede al ragionamento contorto e ingannevole dei tdG, il comportamento di Paolo dovrebbe dirsi anormale!
b)Il ragionamento mondana dei geovisti (cf. 1 Corinzi 1, 20) si scioglie come nebbia al sole se ricordiamo che i veri cristiani (i tdG non sono cristíani) amano e venerano la Croce di Cristo non per approvare minimamente l’ingiustizia dei Giudei e la crudeltà dei carnefici che hanno eseguito la sentenza di Pilato. Ogni persona ragionevole capisce questo! Guardando alla Croce, baciando la Croce, venerando la Croce i veri cristiani vogliono ricordare con gratitudine e meditare con frutti spirituali sull’amore infinito di Dio “che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato (sulla Croce) per tutti noi” (Romani 8, 32).
2 – L’insulto: “Nell’antico Israele, giudei infedeli piangevano la morte del falso dio Tammuz. Geova disse che ciò che facevano era ‘detestabile’ (Ezec. 8: 13, 14). Se ne comprende meglio la ragione quando si scopre che, storicamente, Tammuz non era che un altro nome di Nimrod, il ribelle postdiluviano che si schierò contro Geova. Il simbolo di Tammuz era la croce. Venerandola si onora Nimrod. – Gen. lo: 8-10”13.
La verità:
a) Notate anzitutto la grossolana contraddizione in cui cadono i geovisti. Prima ci hanno detto che non bisogna venerare la croce perché è stata strumento di morte per una persona cara. Ora ci fanno sapere che non bisogna venerarla perché simbolo di un nemico di Geova! E’ lecito e ragionevole domandare: la croce ricorda un amico o un nemico di Dio? Ma è inutile trovare un filo di logica, di ragionamento, di dignità nei tdG. Jahve disse: “Confondiamo la loro lingua perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro” (Genesi 11, 6-7).
b) Ma si tratta d’un insulto blasfemo. Se fosse come dicono i geovisti, san Paolo sarebbe un giudeo infedele perché, col suo vantarsi della Croce, avrebbe onorato il dio Tammuz, cioè Nimrod. Venerando la Croce, Paolo si sarebbe messo alla sequela di Nimrod, il ribelle postdiluviano che si schierò contro Geova. Ma siamo in presenza d’una autentica follia della propaganda geovista!
3 – Volgarità: “Come si legge in Ezechiele 8: 17, i giudei apostati inoltre ‘stendevano il germoglio, al naso di Geova’. Questo “germoglio “, spiegano alcuni commentatori, era una rappresentazione dell’organo sessuale maschile, usata nell’adorazione fallica. Come deve quindi considerare Geova l’uso della croce, che, come si è visto, era impiegata nell’antichità come simbolo di culti fallici”.
La verità:
a) Abbia o visto che l’uso della Croce di Cristo non ha nulla proprio nulla, a che vedere con l’uso che i popoli pagani facevano della croce, né storicamente né idealmente. Lo affermano tutti i competenti dì storia delle religioni, di storia profana, di archeologia, eccetto naturalmente i tdG.
b) Se l’accostamento tra la Croce di Cristo e il germogliò steso al naso di Geova avesse il minimo fondamento, ne seguirebbe che Paolo, venerando la Croce, avrebbe praticato culti fallici, sarebbe stato un adoratore di divinità pagane, un idolatra! Parimenti quando tutti gli autori ispirati del Nuovo Testamento parlano della Croce, sarebbero seguaci dei giudei apostati, che stendevano il germoglio al naso di Geova.
c) Ma vi è il peggio! Anche Gesù Cristo ha parlato di croce: “Chi non prende la sua croce (stauròs) e mi segue non è degno di me” (Matteo 10,38, Garofalo); anzi vuole che il suo degno discepolo prenda la sua croce ogni giorno (cf. Luca 9,23). Dato che, a parere dei geovisti, la croce è in stretto rapporto coi culti fallici e con l’adorazione del dio Tammuz, in cui bisogna vedere il ribelle Nimrod, Gesù Cristo avrebbe consigliato, anzi imposto con autorità ai suoi seguaci, pena la perdita della salvezza (cf. Luca 9,24), di schierarsi col ribelle Nimrod e di praticare ogni giorno culti fallici.
Ma qui siamo in presenza di volgari profanatori della Parola di Dio. Questo equivale a fare propaganda delle proprie idee mediante la pornografia. E il miglior commento, anzi l’unica spiegazione di tanta aberrazione sono le parole di Gesù che ha detto:
“Ha reso ciechi i loro occhi e ]ha indurito il loro cuore, perché non vedano con gli occhi e non comprendano col cuore, e si convertano e io li guarisca” (Giovanni 12, 40; Isaia 6, 9-10). Parola del Signore!
Rendono vana la Croce di Cristo (1 Cor. 1, 17)
Da quanto detto fin qui, analizzando con assoluta obiettività gli errori, gli insulti, le volgarità dei tdG contro la venerazione della Croce, appare chiaro, evidente, che il loro interesse per la Croce non coincide con quello della Bibbia, ossia degli autori che hanno scritto perché “mossi da Spirito Santo” (2 Pietro 1, 21).
I tdG si suffermano di preferenza su questioni estranee alla Parola di Dio, anzi contrarie a ciò che dice lo Spirito Santo. Le loro disquisizione “non servono a nulla se non alla perdizione di chi le ascolta” (2 Timoteo 2, 14). La loro scienza della Croce è una scienza profana (cf. 2 Timoteo 2, 16; 1 Corinzi 2, 5). “Non hanno ancora imparato come bisogna sapere” (1 Corinzi 8, 2).
in effetti, le fonti a cui i tdG attingono le loro chiacchiere sulla croce, non sono i libri sacri, ma elucubrazioni umane di gente senza fede, gonfi di una scienza mondana, nemici appunto della Croce di Cristo.
Padre Nicola Tornese s.j.
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