I Testimoni di Geova – Lezione 95
Questo articolo è stato già letto1323 volte!
La Bibbia e le Bibbie
Esempi di differenze
La Bibbia Testimoni di Geova
BIBBIA DEI CRISTIANI
1) Genesi 1, 20-24
Dio disse: “Le acque brulichino di esseri viventi (nefesc) e uccelli volino sopra la terra…”. Dio creò i grandi mostri marini. Dio disse: “La terra produca esseri viventi (nefesc) secondo la loro specie: bestiame, rettili, e bestie selvatiche” (CEI, BIB, BJ, SG, RY, PdS, NEP, PC).
BIBBIA DEI tdG
Genesi 1, 20-24
E Dio proseguì dicendo: “Brulichino le acque di un brulichìo di anime viventi (nefese) e creature volatili volino sopra la terra (…)”. E Dio creava i grandi mostri marini ( … ). Dio proseguì dicendo: “Produca la terra anime viventi (nefesc) secondo la loro specie …”.
Osservazione:
Nel testo di Genesi 1, 20-24 l’autore sacro racconta la creazione degli animali sia terrestri sia volatili e marini: uccelli, rettili, pesci ecc. La parola ebraica corrispondente per animale in genere è nefesc.. I tdG traducono questa parola nefese con anima vivente. Nella lingua italiana la parola anima non ha mai il significato di animale. La traduzione geovista è perciò sbagliata linguisticamente, perché – ripetiamo – anima in italiano non significa mai animale. Al limite, si può dire che l’animale ha un’ anima sensitiva, vale a dire un principio vitale non intelligente. Ma non si può dire che è un’anima.
Ma per i tdG dire che “gli animali inferiori all’uomo sono anime o hanno anima” è la stessa cosa ‘. Per loro il verbo essere e avere hanno lo stesso significato. lo posso dire: il cane ha lo stomaco ed è lo stomaco, e simili nonsense.
3) Genesi 2, 7
Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle radici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente (nefese) (CEI, BJ, BC, SG, Rv, PC) 21.
Genesi 2, 7
E Geova Dio formava l’uomo dalla polvere della terra e gli soffiava nelle narici l’alito della vita, e l’uomo divenne un’anima vivente.
Osservazioni.
a) Dal racconto biblico appare chiaro che ciò che dà vita alla materia plasmata da Dio è un alito divino immesso direttamente da Dio. Il risultato di questa operazione divina è un nefesc umano. E’ una persona, cioè un essere vivente, che ragiona, pensa, vuole, è libero e responsabile. Ciò che costituisce la persona è l’intelletto e la volontà, non il cervello con le sue cellule. Anche la scirnmia ha cervello e cellule, eppure non ragiona, non è responsabile, vive d’istinti.
b) I tdG negano tanta bellezza biblica e umana.
Essi fanno dell’uomo un essere vivente come le bestie. Perciò traducono il nefesc umano come tráducono il nefesc animale: anima vivente (come nel racconto della creazione degli animali). Ciò facendo, si aprono la via per affermare che la fine dell’uomo è come quella delle bestie. il loro equivoco può essere espresso nel modo seguente: Il nefesc è l’anima; ma il nefesc muore; dunque l’anima muore.
c) La verità è che il nefesc non è l’anima. Il nefesc umano è una persona (= polvere plasmata più alito divino). Quando muore il nelesc umano, cioè la persona, non ne segue che muore l’anima, ossia lo spirito o alito divino, che dà vita alla polvere plasmata da Dio. La morte del nefesc umano indica che la persona cessa di vivere, giunge cioè alla fine della vita presente. La Bibbia sia nell’Antico che nel nuovo Testamento dà ampia testimonianza sulla sopravvivenza della persona subito dopo la morte.
Esempi di differenze
BIBBIA DEI CRISTIANI e poi BIBBIA DEI tdG
1) Genesi 17, 14
Il maschio (nefesc = una persona) non circonciso (… ) sia eliminato dal suo popolo (CEI, BIB, BJ, BC, Rv, PdS, SG, NEP, PC).
Genesi 17, 14
E il maschio incirconciso ( … ), quell’anima nefesc) deve essere stroncata dal suo popolo.
2) Numeri 31, 19
Chiunque ha ucciso qualcuno (nefesc = persona) (… ) si purifichi… (CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
Numeri 31, 19
Ognuno che ha ucciso un’anima (nefesc) (… ) vi dovreste purificare.
3) Giosuè 10, 35
In quel giorno (…) votarono allo sterminio (…) ogni essere vivente (nefese = persone e animali) che era in essa (CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
Giosuè 10, 35
E in quel giorno votarono ogni anima (nefesc) che era in essa alla distruzione.
Particolare uso, cioè abuso, fanno i tdG del seguente testo di Ezechiele:
4) Ezechiele 18, 4.20
Ecco, tutte le vite (nefesc = persona) sono mie: la vita (nefesc) del padre e quella del figlio è mia: chi (nefesc = la persona) pecca morirà ( … ) Colui (nefesc = persona) che ha peccato e non altri deve morire (CEI, SG, BJ, BC, PdS, NEP).
Ezechiele 18, 4.20
Ecco tutte le anime (nefesc) appartengono a me. Come l’anima (nefesc) del padre così l’anima (nefese) del figlio. L’anima (nefese) che pecca essa morrà.
Osservazioni:
a) L’equivoco, cioè l’inganno geovista, consiste nel tradurre la parola ebraica nefesc con la parola italiana anima, per aggiungere poi che l’anima muore, sarà distrutta, stroncata. Questo modo di esprimersi, oltre ad essere contrario alla Bibbia, crea una confusione (voluta dai dirigenti della setta), tra la morte della persona (fine della vita terrena) e morte dell’anima (nessuna sopravvivenza dell’uomo subito dopo la morte).
b) I tdG fanno un abuso particolare, come abbiamo detto, delle parole di Dio in Ezechiele 18, 4.20. Il messaggio del profeta è che Dio punirà con la privazione della vita presente, ossia con la morte, colui che pecca, non suo figlio o un lontano discendente. E’ la dottrina della responsabilità e retribuzione personale. Si ricordi che per gli Ebrei la morte come la malattia erano considerate effetto del peccato. Il testo di Ezechiele non si pronunzia in nessun modo circa la sorte dell’uomo dopo la morte, né per affermare né per negare la sua sopravvivenza.
Anima – 2
L’inganno geovista per dare un’apparenza di verità al loro gravissimo errore, vale a dire alla negazione della sopravvivenza dell’uomo subito dopo la morte, continua ancora nell’uso che i tdG fanno del Nuovo Testamento.
L’inganno dei tdG consiste nell’equivocare sulla parola psychè.
La parola greca psychè ha nella Bibbia due significati. Alcune volte corrisponde all’ebraico nefesc e significa essere vivente; quindi, secondo il contesto, equivale a vita, persona, animale, oppure ai pronomi corrispondenti: essa, egli, esso ecc. Altre volte psychè indica l’anima nel senso di vita immortale, di componente spirituale dell’uomo, che sopravvive alla morte del corpo (cfr. Apocalisse 6,9).
Nel primo caso è inesatto tradurre psyché i con la parola italiana anima perché si presta facilmente ad equivoci. Questo appunto fanno i tdG per confondere le idee e insinuare l’errore.
Padre Nicola Tornese s.j.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.