I Testimoni di Geova – Lezione 97
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Esempi di differenze
Levitico 5, 1-2
Se una persona pecca perché nulla dichiara, benché abbia udito la formula di scongiuro e sia essa stessa testimone e abbia visto o sappia, sconterà la sua iniquità (CEI, BIB, BC, BJ, SG, RY, NEP).
Levitico 5, 1-2 (tdG)
Ora nel caso che un’anima pecchi in quanto ha udito una maledizione pubblica ed è testimone o l’abbia vista o è venuto a saperla, se non la riferisce, deve rispondere del suo errore.
Osservazione:
Il pensiero dell’autore sacro è il seguente: se il testimone, cioè colui che ha visto o sappia, è chiamato a deporre e nella sua deposizione mentisse, oppure si sottraesse all’obblìgo di testimoniare, subirà le conseguenze del suo operato, conforme alla formula letta dal giudice.
I tdG fanno dire all’autore sacro: se qualcuno,’ che avesse udito una maledizione pubblica, ossia qualcosa contro la setta, non la riferisse ai capi, sarà debitamente punito. In altre parole, il Corpo Direttivo o dirigenti della società geovista incoraggiano e legittimano la delazione in base a un travisamento della Bibbia. Siamo in pieno regime poliziesco.
Padre Nicola Tornese
MI SARETE TESTIMONI (Atti 1, 8)
Vi sono segni, e quali, della presenza dell’azione diabolica? (… ). Potremo supporre la sua sinistra azione là dove la menzogna si afferma ipocrita e potente contro la verità evidente (Paolo VI).
In pieno accordo di fede e di pensiero con i provvidenziali opuscoli di P. Tornese – che solo di recente ho avuto la fortuna di conoscere e di meditare alla luce di una verità obiettiva e anti-settaria – posso senz’altro affermare che, finalmente, è stata strappata la maschera completa ai seguaci del credo di Russell e alle loro vergognose propagande a suon di versetti.
Ero stata sicuramente plagiata, nel senso che avevo subìto una violenta iniezione di convinci- mento e di veleno nei confronti della mia vecchia fede, tuttavia la mia mente non era stata ottenebrata del tutto; infatti, mi ero imposta autonomia di pensiero e chiarezza di idee in ogni caso, allo scopo di valutare molto obiettivamente la realtà delle cose senza “attacchi” esterni o prese di posizione di qualsiasi natura.
La mia volontà avrebbe già ceduto, se non mi fossi convinta di questo: libertà e ponderatezza, innanzitutto! Ciò non toglie che il mio atteggiamento e la condizione di cautela volutamente impostami desse chiaro fastidio ai miei occasionali amici. Appariva fin troppo evidente che non sopportavano la mia “resistenza” o le mie sincere obiezioni a quanto da loro martellatomi di continuo a furia di versetti.
Non c’era un attimo in cui potessero farne a meno; i loro limiti sembravano lampanti e innumerevoli, visto che a qualsiasi replica, domanda o chiarimento da parte mia facevano sempre uso degli stessi versi, rintracciati a memoria e declamati ormai meccanicamente da ognuno di loro. Tutto sembrava squallidamente “standardizzato”; l’uno ripeteva i concetti dell’altro, facendo persino uso della medesima terminologia e proprietà lessicale.
Non esisteva ragionamento, discernimento, oculatezza o un minimo di personalità e obiettività in tutto ciò che andavano asserendo. Tuttavia, allora mi parvero solo delle impressioni, compreso il fatto che mi piombavano più volte a casa, all’improvviso, sempre col terrore di vedermi “sfuggire”, e che, quando accadeva di non riuscire a convincermi del tutto, ritornavano coi “rinforzi” per inculcarmi ancor più tenacemente le loro dottrine.
La mia posizione verso la Chiesa non era affatto cambiata, ci fosse stata o no la presenza di quelle strane persone, ragion per cui ero sempre più convinta di voler cercare la verità senza influenze di nessun tipo. Mi ero ormai allontanata da tempo dal Cattolicesimo e dalle sue pratiche, che ritenevo inutili e infruttuose, per cui era stato facile per i tdG, fieri delle loro conquiste, fare presa sulla mia insicurezza, sperando in una nuova vittima da arruolare nelle loro schiere.
Notai dal primo momento nei loro volti un’evidente forma di godimento e di orgoglio dinanzi al mio stato di confusione interiore; ero assillata dalla ricerca della verità, in lotta con me stessa, in polemica con il mio solito credo e, per giunta, reduce da una delusione affettiva che mi aveva letteralmente stroncata. Loro lo sapevano, e gioivano nel potermi aiutare a modo loro.
Quindi, per sete di conoscenza, mi lasciai guidare allo studio (poi fortunatamente abbandonato per sempre a metà libro) del volumetto azzurro “La verità che conduce alla vita eterna”, studio che loro conducevano periodicamente a casa mia, e all’ascolto domenicale (che io resi tale, anche se i tdG avrebbero per forza voluto prolungarlo al martedì e al giovedì, i giorni stabiliti dei loro incontri) nella sala del regno della mia zona.
Uno dei motivi base che mi spinsero successivamente al rigetto totale della loro presenza e della loro propaganda fu proprio l’esito della partecipazione a quelle strane adunanze.
Anche lì tutto sembrava stereotipato, freddo, come qualcosa preso da un medesimo e mai cangiante meccanismo: le persone, le parole, le riviste, ogni cosa era già sancita e determinata in partenza, specie gli argomenti e le letture de “La Torre di Guardia”: eternamente, incessantemente, a ritmo serrato fino alla nausea, la ripetizione degli stessi concetti, delle stesse accuse, delle stesse promesse, e tutto innaffiato da continui strali di odio e maledizioni contro i non seguaci della setta; la perenne invocazione di giustizia a un dio di morte, un crudele sanguinario desideroso solo di preservare dalla malvagità e dalle presunte persecuzioni (ma quali?) i suoi protetti.
Non ne potevo sinceramente più di quella solfa; si partiva da un argomento e si finiva irrimediabilmente col ribadire la solita storia: premio e “oscar” di perfezione per loro e punizioni tremende per tutti gli altri. Stentavo a credere all’esistenza di un dio tanto meschino e razzista; eppure, la mia Chiesa così tanto contestata non aveva tanta grettezza mentale!
Tra i soliti discorsi propinati nella sala del regno e quelli martellati nella mia povera mente attraverso i loro libretti – che mi facevano acquistare di volta in volta – cominciai a vederci chiaro, e presi a diradare gli incontri.
Cominciavo soprattutto a notare vistosamente le loro eterne contraddizioni, tanto nel comporta- mento quanto nella pretesa di voler elargire i frutti della verità ricercati nella loro “Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture” (che poi, stranamente, non si chiama “Bibbia”, come, secondo la normale logica cristiana, avrebbe dovuto chiamarsi).
C’era un grosso contrasto tra ciò che dicevano e ciò che realmente facevano: blateravano di “accertarsi di ogni cosa”, secondo il principio dell’apostolo Paolo, ma in effetti si appellavano esclusivamente ai loro libretti variopinti, alle riviste ufficiali della setta “Svegliatevi!” e “La Torre di Guardia”, e alla loro strana Bibbia dal nome particolare; non mi consentirono di usare la mia Bibbia Cattolica, pur predicando che la loro era uguale a tutte le altre – perché “una è la Parola di Dio” – facendomi subito acquistare una copia della “Traduzione del Nuovo Mondo” per consentirmi la consultazione e lo studio successivamente intrapreso a casa mia; predicavano ancora amore e fratellanza, ma, in mia presenza e nelle loro adunanze, le stangate e le insinuazioni contro la Chiesa (Babilonia la Grande, secondo il loro punto di vista) e contro il “presente sistema di cose”, si rivelavano sempre più asfissianti e obbrobriose; amavano autodefinirsi umili e cristiani, a differenza di tutti gli altri miseri mortali non tdG, ma in realtà vedevo che disprezzavano i simili, specie il clero e i cattolici, considerandoli “ministri e seguaci di Satana” in termini aprioristici e sconsiderati; sbandieravano altre sentenze e appelli di amore e bontà universali, ma, nello stesso tempo, con orgoglio e presunzione a dir poco farisaica, il loro implicito motto ormai ultraritrito, continuava ad essere lo stesso: “Non avrai altra religione all’infuori della nostra” e simili.
All’epoca non conoscevo ancora gli stupendi opuscoli di P. Nicola Tornese, un uomo giusto, dalle idee chiare, preoccupato solo di difendere la verità della Bibbia, l’unico che abbia saputo sconfiggerli scritturalmente in pieno confutando ogni loro eresìa. Tuttavia, non ci voleva molto per rendersi conto della portata dell’inganno!
Non solo. Bibbia a parte, odio per la Chiesa (specie per P. Tornese) a parte, posso affermare senz’altro che non c’è nulla, in loro, di cristiano: indifferenti verso i fratelli, ignari del dolore che arrecano agli stessi genitori per il cinismo con cui conducono la loro squallida vita, insensibili ai richiami della vita sociale, affettiva, morale, militare e civile del Paese, insofferenti al lavoro e alla cultura, ancorati con caparbietà alle loro convinzioni unilaterali grazie all’oppio de “La Torre di Guardia” e del Corpo Direttivo di Brooklyn, ostili e rabbiosi verso i simili che non condividono né accettano passivamente la loro scuola, pieni di odio insano e di calunnie diffamatrici nei confronti della Chiesa e dei suoi ministri, si preoccupano soltanto di propagandare quanto più è possibile i frutti dei dirigenti russelliani da cui sono stati ottimamente eruditi.
Credo cattolico o meno a parte, cosa può esserci di cristiano in un’accozzaglia di concetti morbosi e antiscritturali – come ci dimostra con tanto amore e saggia scrupolosità P. Tornese nei suoi opuscoli – come quelli finora enunciati e da me personalmente sperimentati in virtù dei loro sofismi asfittici?
All’epoca, ero un’accanita sostenitrice del credo della setta, ma ora, grazie a Dio che me ne ha dato la forza e a P. Tornese che mi ha successivamente illuminata con le sue iniziative editoriali – faro della verità biblica contro i suoi denigratori – me ne sono definitivamente scissa ritrovando la serenità e la gioia perduta.
Difatti, con loro non avrei nemmeno potuto vivere con una certa serenità di spirito, visto che – e questo è bene che si sappia, in quanto ho scoperto che è una valida arma dei tdG contro coloro che intendono sottrarsi alle loro grinfie o comunque dubitano delle verità da loro elargite come oro colato – al minimo cenno di tentennamento da parte mia che non mi decidevo ad accettare “in toto” la loro tortura verbale, mi avevano inculcato il terrore di Satana e delle sue tremende reazioni notturne e non, se solo avessi tentato di sfuggire alla infallibile dottrina geovista.
Sembrerà assurdo, ma io vissi sul serio, grazie alla perfidia e alla malafede di questi lupi rapaci camuffati da pecore, il terrore mostruoso della presenza di Satana, a livello inconscio e mentale, anche perché non mancavano di ribadirmelo ogni volta che potevano.
Ora, per fortuna, sono uscita da quell’incubo, ma so che usano questo e altri infami metodi di persuasione verso tutti coloro, simpatizzanti e battezzati che siano, che nutrono perplessità in merito a un credo così volgare e settario.
I miei dubbi sono sfumati come nebbia al sole e la mia pace recuperata.
Gli opuscoli di P. Tornese hanno completato la mia redenzione donandomi fiducia e sicurezza nell’autentica verità della Bibbia, che ho avuto modo di conoscere e accettare completamente grazie anche a un linguaggio aperto e comprensibile. I suoi scritti fanno da luce e da guida a chi desidera inoltrarsi nella scoperta del vero, senza eufemismi e altre congetture cavillose; inoltre, esprimono tutta la chiarezza e l’onestà del vero cristiano che, con la sua completa preparazione di base ineccepibile in ogni sua angolatura, ci presenta con umiltà la via della fede.
Salerno, giugno 1984
Claudia Pastorino
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