I Testimoni di Geova – Lezione 112
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IL REGNO DI GEOVA – II
A – L’errore:
1 – Verso la fine del primo secolo Era Cristiana il piccolo regno spirituale di Geova entrò in una grave crisi. Tutti o quasi tutti i discepoli di Cristo apostatarono dalla fede, facendo connubio con credenze e pratiche pagane. Le tenebre ricoprirono la faccia della terra. Geova rimase senza regno!
Questo stato di cose tenebroso si trascinò per circa diciannove secoli, fino cioè alla seconda metà del secolo XIX, quando sorse il profeta Carlo Russell e con lui ripresero a spuntare i discepoli rigenerati dallo spirito.
2 – Fu comunque nel 1914 che si ebbe in cielo la nascita del regno terreno di Geova. In quell’anno fatidico in cielo fu proclamato: “Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo (Apocalisse 11: 15)”. In tal modo Gesù Cristo, che mai fu un re umano e terrestre ed aveva affermato che il suo regno non è di questo mondo (Giovanni 18, 36), entrò in possesso di un regno terreno a dimensioni mondiali, a cui aveva diritto. Infatti, quale legittimo discendente di Davide, che fu un re terreno, Gesù Cristo non poteva ereditare nulla di più di quanto aveva avuto il suo illustre antenato Davide, cioè un regno terreno. Non tutto il potere comunque, che appartiene solo a Geova, ma parte di esso con un ruolo secondario.
3 – Sulla nascita del regno terreno di Geova i testimoni si premurano di precisare che, essendo avvenuta in cielo, fu a noi invisibile, ma noi possiamo essere certi che così è stato veramente perché ne abbiamo i segni. Quali?
a) Perché nel 1914 si compirono i Tempi dei Gentili (Luca 21, 24) come indica la cronologia biblica nella profezia dei sette tempi di Daniele (4, 22) .
b) Perché nel 1914 ha avuto inizio un periodo di afflizioni senza precedenti nella storia. Si stava meglio quando si stava peggio! Il 1914 è stato l’inizio dei dolori come predice esattamente la Bibbia (Matteo 24, 8; cfr. Timoteo 3, 1-5).
4 – Con la nascita del regno in cielo Cristo ha comunicato a essere presente sulla terra benché in modo invisibile. Ma, ahimé Satana è ancora l’invisibile governante dei mondo”;.
B – La verità:
1 – Notate, prima di tutto, come sia in stridente contrasto con la Bibbia affermare .che, a di- stanza di pochi decenni dall’Ascensione, vi sia stata una generale apostasia dalla fede. Ascendendo al cielo, Cristo aveva promesso ai discepoli la sua ininterrotta assistenza nell’opera di evangelizzazione (Matteo 28, 20). E’ una grave offesa al Signore dire che, malgrado la sua promessa I’errore abbia in poco tempo oscurata la verità. Tanto più offensivo in quanto Cristo, ritornato al Padre, ha mandato lo Spirito Santo – Spirito di verità – affinché rimanesse sempre coi discepoli (cfr. Giovanni 14, 15), per ricordare loro quanto aveva detto il Maestro e guidarli alla verità tutta intera (cfr. Giovanni 14, 26 e 16, 13).
Cristo e anche san Paolo avevano sì preannunciato l’irruzione di lupi rapaci nel gregge dei fedeli (cfr. Matteo 7, 15; Atti 20, 29; 2 Pietro 2, 1-7 ecc.) come di fatto avvenne. Ma vi era stata pure la promessa del Figlio di Dio che le forze ,del male non avrebbero mai prevalso sulla Chiesa, arroccata su Pietro (cfr. Matteo 16, 16-18).
2 – Non meno contraria alla Scrittura è l’affermazione geovista che Cristo abbia cominciato a regnare in terra nel 1914. La verità è che Cristo, il giorno dell’Ascensione, poteva esplicitamente affermare di avere “,ogni potere in cielo e in terra” (Matteo 28. 18). In effetti aveva cominciato a sottomettere sotto i suoi piedi tutte le forze del male (cfr. 1 Corinzi 15, 25; Filippesi 2, 10) e fin dal suo tempo Giovanni a buon diritto poteva chiamare il Cristo glorioso “il Principe dei re della terra” (Apocalisse 1, 5).
Alla luce di questo insegnamento biblico deve dirsi errata e settaria la spiegazione che i tdG danno di alcuni testi bìblici, che non hanno nessun rapporto con la fantasiosa data del 1914. Ne diamo una breve analisi:
a) In Apocalisse 11, 15 è detto: “E’ avvenuto il regno sul mondo del Signore nostro e del suo Cristo e regnerà per i secoli dei secoli” (Garofalo). Qui l’autore ispirato, che scrisse verso la fine del primo secolo Era Cristiana, si è espresso col verbo al tempo passato., “E’ avvenuto il regno sul mondo”. Egli non ha detto avverrà (al futuro). Giovanni parlava d’una cosa già avvenuta, e aggiungeva che tale Regno riguardava il mondo, cioè anche questa terra.
Il contesto conferma questa precisazione. Nel capitolo precedente dell’Apocalisse (cfr. 10, 7) è detto che “nei giorni in cui il settimo angelo suonerà la tromba sarà consumato il mistero di Dio”. Ora è proprio il settimo angelo che proclama in cielo l’annuncio del regno (cfr. Apocalisse 11, 15). Dunque in quei giorni, ossia nei giorni dell’annuncio, il mistero di Dio è già compiuto. Il Regno di Dio è una realtà. Infatti, mistero di Dio indica il piano programmato da Dio per la salvezza dell’uomo mediante l’effettivo potere regale del Figlio su tutte le cose, in cielo e in terra (cfr. Efesini 1, 9-10).
b) Parimenti settario è l’uso (o l’abuso) che i tdG fanno di Apocalisse 12, 10-12.
Scrisse Giovanni: “E udii una voce grande nel cielo che diceva. “Ormai è avvenuta la salvezza, la potenza e il regno del Dio nostro e l’autorità del suo Cristo, perché è stato gettato l’accusatore dei fratelli nostri, il quale li accusava davanti al Dio nostro giorno e notte. Ed essi lo hanno vinto a causa del sangue dell’agnello e a causa della parola della loro testimonianza, e non hanno amato l’anima loro fino alla morte. Perciò rallegratevi, cieli e quanti dimorate in essi! Guai alla terra e al mare, poiché discese il diavolo a voi, avendo furore grande, sapendo’ che ha poco tempo” (Apocalisse 12, 10-12, Garofalo).
Spiegazione:
Anche qui come in Apocalisse 11, 15 si precisa che “ormai è avvenuta la salvezza, la potenza e il regno del Dio nostro e l’autorità del suo Cristo”. Si tratta perciò di un fatto già avvenuto, d’una realtà già esistente, non di qualcosa che deve ancora venire nel futuro.
A conferma vale il fatto che in virtù della presenza del Regno, i martiri hanno vinto le insidie del maligno, “a causa del sangue dell’Agnello”, vale a dire per la forza data loro dalla Redenzione del Cristo, fondatore del Regno.
E vale pure quanto è detto poco prima (versi 7-8), che cioè- il dragone, il diavolo, satana, fu sconfitto nella lotta con Michele: fu sconfitto (nel passato), non sarà sconfitto (nel futuro). (Cfr. Luca 10, 18). Scaraventato sulla terra satana potrà fare ancora del male prima di essere incatenato (cfr. Apocalisse 20, 4). Ma l’autorità del Cristo già in piena efficienza svuoterà il potere del maligno fino al trionfo finale del bene (cfr. 1 Corinzi 15, 24-28).
3 – E’ assurdo perciò pensare che quanto è detto in Apocalisse 11, 15 e 12,10 abbia come scopo la proclamazione di un regno terreno, ereditato da Cristo quale legittimo discendente di Davide, in un lontano 1914.Se Cristo non poteva ereditare nulla di più di quanto aveva avuto Davide, il Regno di Dio e di Cristo sarebbe un regno terreno, avente come confini il Mar Mediterraneo, l’Egitto, il Mar Morto, il fiume Giordano e a nord la Siria e il Libano. Quante assurdità (e stupidità) nella propaganda geovista!
E notate inoltre l’acrobazia biblica dei geovisti. Mentre prima ci hanno detto che Cristo aveva un regno celeste perché, in base a Giovanni 18, 36, non poteva avere un regno terreno; ora ci dicono che a partire dal 1914 ottenne un regno terreno, malgrado Giovanni 18, 36, che dice: “Il mio regno non è di questo mondo”.
Oltre a ciò, l’affermazione che Cristo abbia avuto un regno terreno perché legittimo discendente di Davide contrasta con l’autentico insegnamento della Bibbia. Davide chiama Cristo suo Signore (cfr. Matteo 22, 41-46). Com’è possibile che il Signore riceva il regno dal servo?
4 – Che cosa dire dei segni?
A parere dei geovisti, i segni della nascita del regno in cielo nell’autunno del 1914 sarebbero indicati dai vangeli. Hanno scritto:
“Le prove sono dinanzi ai nostri occhi nelle cose che Gesù preannunciò come “segno” visibile” (Matteo cap. 24 e 25; Marco 13: 3-37; Luca 21: 5-36) 38.
Si risponde:
a) Nei capitoli di Matteo, Marco e Luca indicati dai geovisti Gesù preannuncia i segni della distruzione di Gerusalemme in quella generazione (cfr. Marco 13, 30) e della sua venuta visibile (parusìa) alla fine del mondo (cfr. Matteo 24, 3.29-31).
In questi testi biblici non vi è il minimo cenno a una presunta presenza invisibile sulla terra a cominciare dal 1914.Cristo è stato ed è invisibilmente presente tra i suoi discepoli sulla terra fin dal giorno della sua Ascensione (cfr. Matteo 28, 20. Tale presenza invisibile non è mai chiamata parusìa.
b) In particolare “i tempi dei pagani”, di cui in san Luca 21, 24, non hanno nulla che vedere coi “sette tempi” di Daniele 4, 20-23.Vi è solo somiglianza di linguaggio com’è d’uso presso gli scrittori biblici del Nuovo Testamento. In san Luca Gesù si riferisce alla fine di Gerusalemme per opera dei Romani entro quella generazione: “Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti” (Luca 21, 24). Questi “tempi dei pagani” corrispondono al periodo . che intercorre tra la distruzione di Gerusalemme nel 70 dopo Cristo e la futura riabilitazione dei Giudei mediante la loro conversione al Vangelo. Per san Paolo questa era una certezza (cfr. Romani 11, 27).
In Daniele invece (4, 20-23) i. “sette tempi” vanno riferiti alla crisi del regno di Nabucodonosor, privato del suo potere regale per sette anni. La cronologia biblica non indica affatto che “i sette tempi” si compirono nel 1914. Si tratta di una cronologia sofisticata, che si basa su un grossolano abuso di alcuni dati biblici. L’abbiamo evidenziato nel numero 4 di questa Collana.
Infine, contro il fantasioso uso o abuso che i tdG fanno sia di Luca 21, 24 sia di Daniele 4, 20-23, vi è una prova di fatto, realmente visibile agli occhi di tutti: malgrado la conclamata fine dei “tempi dei gentili” nel 1914, le nazioni pagane continuano a spadroneggiare, e anche la Chiesa Cattolica continua a essere creduta e amata da centinaia di milioni di creature umane.
c) Vi è poi un grosso errore di prospettiva nel discorso geovista dei segni. Nei vangeli di Matteo e Luca i segni riguardano un evento futuro: con quei segni Gesù preannunciava la fine di Gerusalemme entro quella generazione (cfr. Luca 21, 32, Matteo 24, 3; Marco 13, 30) o quella del mondo (cfr. Matteo 24, 3). Quei segni precedono, non seguono l’avvenimento preannunciato.
Al contrario i geovisti collocano quei segni dopo l’evento, ossia dopo l’immaginaria proclamazione del regno di Geova in cielo nel 1914. In pari tempo, sempre col metodo del doppio gioco, i geovisti usano quei segni anche come prova dell’imminente fine del presente sistema di cose. Ma la Bibbia non dice così.
d) Né vale dire che nel 1914 vi è stato solo l’inizio dei dolori. Questo è un sotterfugio e quindi un abuso della Parola di Dio. In effetti, dicendo Gesù. “Ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori” (Matteo 24, 8), non voleva indicare una cosa dei passato, ossia la sua presenza invisibile nel regno già avvenuta. Egli si riferiva al futuro, ossia alla distruzione di Gerusalemme e alla fine del mondo.
L’immagine è presa dai dolori del parto, ossia dall’ultima fase della gestazione. E’ una fase sofferta, ma indice sicuro d’un evento, che certa- mente avverrà: indice dunque d’una cosa futura, non. passata. Anche san Paolo usa la stessa immagine riferendosi alla futura liberazione dalla schiavitù della corruzione (cfr. Romani 8, 21-22). I dolori sono provvidenziali perché consigliano a tenersi pronti e a non distrarre la mente in cose estranee, che potrebbero nuocere all’evento certo nel futuro.
e) Anche l’espressione biblica “ultimi tempi” (2 Timoteo 3, 1) non ha il significato che ad essa attribuiscono i tdG. Come abbiamo spiegato altrove diffusamente 40 : ultimi tempi equivale nella Bibbia a tutto il tempo che intercorre tra l’instaurazione del Regno mediante l’opera di Cristo sulla terra e la sua seconda venuta, di cui nessuno conosce “i tempi e i momenti” (Atti 1, 7: cfr. Matteo 24, 36; Marco 13, 32). E’ falso perciò dire o insinuare che gli ultimi tempi sono quelli iniziati nel 1914.
Anche dopo la restaurazione del Regno, dopo cioè che l’umanità è entrata negli ultimi tempi, continuano come prima, come sempre, le calamità di ogni genere: terremoti, guerre, carestie, sollevazioni di popoli, crimini, crudeltà ecc. C’erano anche ai tempi di Timoteo, altrimenti l’apostolo non raccomandava a questo suo discepolo di “guardarsi bene da costoro!” (2 Timoteo 3, 5). E’ falso perciò dire che tutte queste cose avvengono dopo il 1914.
I veri cristiani capiscono che Dio ha permesso e permette tutte queste cose anche dopo la instaurazione del Regno circa duemila anni fa affinché il cuore dell’uomo non si appesantisca in gozzoviglie e si addormenti (cfr. Matteo 24, 45-51). So- no permissioni provvidenziali di Dio e segni di eventi futuri perché servono a ricordarci che la nostra patria è nei cieli (cfr. Filippesi 3, 20) e che “non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura” (Ebrei 13, 14).
5 – In forte contrasto coll’insegnamento biblico deve dirsi pure l’articolo di fede dei geovisti secondo cui anche dopo la proclamazione del regno di Geova nel 1914 “satana continua ad essere l’invisibile governante di questo mondo”.
Il Vangelo parla chiaro in senso contrario là dove dice che, con l’avvento del Regno, il diavolo è stato disarmato (cfr. Marco 3, 27; Matteo 12, 29; Luca 11, 21-22). Cristo poi ha dato ai suoi discepoli il potere di sottomettere i demoni (cfr. Luca 10, 17; Marco 16, 17; Matteo 10, 8). Infatti la morte di Cristo ha liberato gli uomini dalla tirannia di satana (cfr. Giovanni 12, 31; 14, 30; 16, 11 ecc.), il quale può fare ancora del male (cfr. Matteo 13, 39; Luca 9, 12; 1 Pietro 5, 8), ma il cristiano può resistere alle sue insidie (cfr. Efesini 6, 11). Satana è ora come un cane legato a una catena (cfr. Apocalisse 20, 1-3); può abbaiare, ma non mordere se non chi deliberatamente gli si avvicina. In questo senso è detto “il dio di questo mondo” (2 Corinzi 4, 4).
Come tante volte la Scrittura dice, Cristo Signore, avendo preso possesso del suo Regno, pone progressivamente sotto i suoi piedi tutti i suoi nemici (cfr. 1 Corinzi 15, 25). Egli è l’invisibile Governante o Re di questo mondo e nelle sue mani è il destino dell’umanità (cfr. Apocalisse 5, 9-14), non in quelle del forte disarmato (cfr. Marco 3, 27; Matteo-12, 29; Luca 11, 11-22).
Padre Nicola Tornese s.j.
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