I vostri figli non appartengono a voi
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Mons. Tinti ci propone una magnifica poesia di Gibran Kahlil Gibran, intitolata I vostri figli.
1 vostri figli non sono figli vostri;
sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi ma non da voi.
Dimorano con voi
tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore
ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo
ma non alla loro anima, perché la loro anima
abita nella casa dell’avvenire che voi non potete
visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo
ma non pretendere di renderli simili a voi,
perché la vita non toma indietro
né può fermarsi a ieri.
Voi siete l’arco dal quale, come frecce vive,
i vostri figli sono lanciati in avanti.
L’Arciere mira al bersaglio sul sentiero
dell ‘infinito e vi tiene tesi con tutto
il suo vigore affinchè le sue frecce
possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia
nelle mani dell’Arciere poiché egli ama
in egual misura e le frecce che volano
e l’arco che rimane saldo.
Il caro Vescovo ci suggerisce anche alcune frasi di un grande educatore che ebbe a scrivere sul tema di «come educare i figli»:
«Nelle famiglie esplodono tragedie. Inspiegabili a caldo, ma forse evitabili, con una più attenta educazione dei figli. Essi richiedono un amore forte: se non è forte, non è vero l’amore per i figli.
Lasciar correre, vedere e non correggere, minacciare e non mantenere, promettere e non adempiere, punire con eccesso, perdonare senza motivo, gridare senza ragione e coccolare per sentimentalismo, premiare senza merito, sono i metodi più funesti per lasciare crescere le cattive inclinazioni.
E’ non amare, ma voler vivere in una falsa pace. E addensare nubi per una improvvisa e furiosa tempesta che non tarderà a scoppiare.
Invece si devono correggere, convincendo, le tendenze distorte; si deve consigliare la riparazione degli errori commessi e far accettare i castighi meritati.
La permissività ha rovinato, mentre la punizione giusta e riconosciuta ha riabilitato i figli che l’hanno accettata. Educare non è sfogo nervoso, né temporanea morbidezza: è amore continuato.
Molti figli hanno miseramente fallito nel loro avvenire per essere stati troppo scusati e difesi e poco saggiamente ripresi. Nella Bibbia educare significa istruire e correggere.
Dio è l’educatore per eccellenza.
+ Elio Tinti
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