Ideologia Gender, fantapolitica o realtà?
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Viene da chiedersi perché in un mondo come l’attuale, devastato da crisi di ogni tipo, i governi si accaniscano sulla necessità del riconoscimento dei matrimoni omosessuali e sulla difesa pervicace della cultura del Gender. La questione “omossessualista” e l’ideologia Gender procedono appaiate e spesso leggi e decreti legge usano alternativamente l’uno o l’altra per promuoverle entrambe.
Secondo la recente statistica del Center for Disease Control – CDC (Ufficio per la prevenzione e la salute pubblica), in America vivono meno del 2%
degli omosessuali. Si tratta di un piccolo numero, eppure una così risibile percentuale sta diventando sempre più influente a livello sociale ed economico nell’intero Occidente. Basti pensare alla gogna mediatica subita da personaggi più o meno famosi per aver sostenuto idee in contrasto con l’ideologia LGTB sempre più dominante: è il caso di Guido Barilla e degli stilisti Dolce e Gabbana, fino all’attore britannico Rupert Everett o Brendan Eich l’ex CEO del colosso Mozilla.
Proviamo ad avanzare allora un’ipotesi, pur con il rischio di scivolare nella fantapolitica: e se tutto questo facesse parte di un piano concertato e studiato a tavolino? Il fatto che, come in un’orchestra, sia partita all’unisono una campagna di sensibilizzazione sul concetto di “evoluzione della famiglia”, è un dato di fatto. Come è un altro dato di fatto l’enorme potere che la lobby Gay mostra di avere nonostante il risicato numero di persone omosessuali nella società.
Verrebbe da pensare che questa potente “lobby” e tutto ciò che le orbita attorno non siano di fatto composte da omosessuali, ma piuttosto li sfruttino per raggiungere altri scopi.
Uno di questi è la cancellazione del concetto di famiglia (tradizionale) sostituita da un modello nucleare ancora da definire, sempre più infecondo, decisamente più produttivo e soprattutto molto più sensibile alle sirene del consumismo. In questo ambito troverebbero una nuova chiave di lettura la diffusione sempre più massiccia della cultura della morte e dello scarto, delle leggi in favore dell’aborto e dell’eutanasia, delll’idea, malthusiana che, in fondo, siamo in troppi sulla Terra. Ci troviamo così di fronte alla costituzione di un “nuovo” ordine che sostituisce il “vecchio”, non più adatto al mercato economico attuale: meno individui, ma tutti più ricchi e, conseguentemente, più felici (di avere e consumare)! Ecco il sorgere di una nuova umanità che, “darwinianamente”, evolve da sé e attraverso sé, non più affetta da malattie e deperimento. Una nuova società in cui uomini e macchine, sapientemente e incredibilmente in simbiosi, possono sfuggire il male oscuro che da sempre terrorizza l’animo umano: la morte. Molte delle politiche attuali, infatti, puntano sulla diffusione non solo di identità infeconde (rapporti omosessuali), ma anche su una nuova eugenetica, che rifiuta la malattia, l’imperfezione, il limite.
Non è una novità. Il tentativo anche eugenetico di costruire un’umanità di questo tipo era già nelle brame di Hitler. Fantapolitica allora? Può darsi, ma resta forte il sospetto che tutto questo non sia solo la trama di un libro di Dick, ma lo strisciante tentativo già in atto a partire addirittura dai bambini, raggiunti nei luoghi di educativi della scuola dell’infanzia e della primaria. Comincia già da qui la “trans-formazione”, intesa non solo come possibilità per l’individuo, ma come vera e propria condizione di salvezza per l’intera l’umanità. Per il resto della popolazione c’è solo da aspettare che passi, o meglio, trapassi a meno che non si adegui!
Non serve tirare in ballo il Nuovo Ordine Mondiale rischiando l’accusa di complottismo, ma è sufficiente guardare anche superficialmente alla storia della Massoneria (o i cavalli di battaglia di certa sinistra) per rendersi conto che questo processo inizia già da molto lontano e parte di questa ideologia “tras-formisitica” si è già realizzata a vari livelli (culturali, legislativi, sociali ecc.). A noi non resta che resistere e, vista la sproporzione delle forze in campo (soprattutto sul piano mediatico), affidarci alla Divina Provvidenza, confidando nell’aiuto di Dio, il solo che può mettere ordine nel mondo perché lo ama.
Matteo Carletti
libertàepersona
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