Il peccato e la gioia – Scopriamo il ladro
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Abbiamo visto che il peccato è, quindi, una realtà della nostra vita. E’ interessante e nello stesso tempo sorprendente la nostra relazione da una parte col corpo e dall’altra con l’anima, nei confronti, cioè, delle cause della distruzione del corpo e nei confronti di quelle della distruzione dell’anima.Ad esempio, quando scopriamo un verme in un fiore siamo contenti, perché abbiamo scoperto perché il fiore appassisce e perché lo aiuteremo affinché rifiorisca.
Similmente quando puliamo una casa non spegniamo la luce, ma la accendiamo per vedere meglio se c’è polvere e dove è. Nessuno di noi dice: “Nella mia casa non c’è polvere”, ma: “Nella mia casa c’è polvere, ma ci impegneremo a trovarla e a toglierla”. Quando, prima di uscire di fronte alle persone o prima che degli ospiti entrino in casa mia, mi guardo ancora una volta allo specchio e scorgo il viso un po’ sporco, come sono felice e contento per averlo scoperto, faccio un sospiro e dico: “Grazie a Dio l’ho visto prima degli altri!”.
Non dovremmo forse comportarci allo stesso modo nei confronti del peccato? Non dovremmo forse accendere la luce, stare cioè davanti a Colui che è la Luce, per vedere meglio noi stessi? Non dovremmo forse essere felici e contenti quando riconosciamo e scopriamo un peccato, un po’ di sporcizia? In questo caso abbiamo, infatti, scoperto il verme che è la causa dei litigi, delle distruzioni, delle separazioni ed il ladro della nostra pace e delle relazioni interpersonali buone!
No, noi spesso ci comportiamo in un modo completamente diverso. Noi non scopriamo il peccato, ma lo nascondiamo, lo spingiamo sotto il tappeto, ci giustifichiamo, riversiamo la colpa sugli altri come Adamo ed Eva. Non vogliamo in alcun modo essere ciechi rispetto ai vermi in un fiore, rispetto alle erbacce in un campo, alla polvere in una casa o ad un po’ di sporcizia sul viso, ma spesso lo siamo riguardo ai vermi ed alle erbacce, alla polvere ed alla sporcizia nella nostra anima.
Dimentichiamo che Gesù perdonava facilmente ai peccatori i loro peccati come, ad esempio, a quel pubblicano al Tempio, ma era impotente di fronte a ciechi come i farisei nel Tempio. Dimentichiamo le parole di Gesù dalla croce: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno”. Si, non sapevano, ma in verità sapevano molte cose (Giuda, i farisei, gli scribi, il sommo sacerdote, Pilato…). Avevano gli occhi, ma erano ciechi riguardo al bene ed al male.
Non vedevano il bene in Gesù e non vedevano il male in loro stessi, quel male che li ha distrutti ed accecati. Erano ciechi riguardo alla verità: erano convinti di fare il bene, ma in realtà erano divenuti servi, schiavi del male che, per mezzo delle loro mani, ha conficcato i chiodi nelle mani di Gesù.
fra Marinko Sakota
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