Il Purgatorio, nella rivelazione dei Santi – 57
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Il conforto dell’amore II
Il ritardo di vederlo e di unirsi a lui, che trovano le anime cagiona loro pena intollerabile; poiché mentre dalla grazia sono loro mostrate quelle perfezioni, non potendole esse raggiungere, e sapendo tuttavia di esser destinate a possederle, ne soffrono immensamente. La stima ch’esse hanno di Dio cresce in relazione della conoscenza che ne hanno, e questa conoscenza aumenta a misura che l’anima si spoglia dei residui del peccato.
L’anima dunque è felice in questo stato, ma felice come 51 martire sul rogo, felice di una felicità tutta pura, tutta soprannaturale, e che il mondo non può arrivare a comprendere. Come il martire, prosegue a dire la Santa, che si lascia uccidere prima di offender Dio, sente di morire, ma disprezza la morte per lo zelo che il Signore gli da; così l’anima, conoscendo le disposizioni di Dio a suo riguardo, si una più queste che tutti i tormenti interiori ed esteriori per terribili che possano essere, e questo perché Dio, pel quale essa agisce così, eccede infinitamente ogni cosa che sentire e immaginare si possa.
E poiché l’occupazione che Dio dà all’anima di sé la tiene tanto assorbita nella contemplazione della sua maestà, avviene che l’anima d’altro non può fare stima, d’altro non può curarsi che di lui». — Or che dovremmo concludere da tutto ciò? Forse che dovremo vivere spensieratamente senza preoccuparci della nostra sorte avvenire? Giammai, perché questo sarebbe un disprezzare e contraddire gli avvertimenti de’ Santi.
Finiremo dunque con quell’ardente esortazione che S. Caterina da Genova rivolge a tal proposito a tutti gli uomini che vivono nel mondo : «Vorrei, essa dice, poter gridare sì forte, che tutti gli uomini che sono spora la terra mi udissero e si spaventassero, e vorrei dir loro; Oh miseri! perché vi lasciate così accecare da questo mondo, da non pensare a premunirvi da quelle grandi e crudeli necessità nelle quali vi troverete in punto di morte ?
Voi vi credete al coperto sotto la speranza della misericordia di Dio, la quale dite essere tanto grande ; ma non vedete che appunto tanta bontà di Dio vi aggraverà nel giudizio? Miserabili! Voi agite contro la volontà d’un tanto buon Signore. La sua bontà vi dovrebbe consigliare a sottomettervi a tutti i suoi comandi e a non disubbidirgli colla speranza del perdono, poiché la sua giustizia non potrà mancare, ma bisognerà che in un modo o nell’altro sia soddisfatta pienamente.
Non vi illudete dicendo : Io mi confesserò, guadagnerò un’indulgenza plenaria, sarò in quel punto purgato da tutti i miei peccati, e così andrò salvo. Pensate che la confessione e contrizione tanto necessarie per guadagnare tale indulgenza, sono così difficili ad aversi, che se lo sapeste appieno, tremereste dalla paura e sareste più certi di non averle che di poterle guadagnare ».
Padre Pietro Louvet
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