Il Purgatorio nella rivelazione dei Santi – 58°
Questo articolo è stato già letto932 volte!
DURATA DELLE PENE DEL PURGATORIO
È un segreto divino?
Mera curiosità quella di indagare la durata delle pene delle anime purganti ? Se così fosse, tralasceremmo di trattarne, in ossequio ai moniti del Concilio trindentino: « Ea vero quae ad curia sitatem quanda-m —’ nella trattazione della dottrina del Purgatorio — tati super stitionem sp<ectant… tanquam scandala et /nli’Hum offendicula prohibeant » (Sess. XXV, i. e.).
Riteniamo invece salutare alle anime nostre indagare quanto a lungo la divina giustizia protragga i suoi castighi, per paventarli maggiormente e, se è possibile, per evitarli. Naturalmente soltanto Iddio, nella sua giustizia, conosce la qualità e la durata delle pene dovute ai peccati di ciascuna anima. Se qualche cosa è stato rivelato dobbiamo ringraziarne Iddio, perché ciò è tutto a nostro vantaggio, a vantaggio, diciamo, di noi viventi, onde veniamo a capo di logiche conseguenze e di salutari proponimenti.
Da quello che leggiamo nelle rivelazioni dei Santi e delle anime pie, siamo indotti a concludere che assai lunga è la durata delle pene del Purgatorio, poiché di pochissimi spiriti sappiamo del loro breve soggiorno tra quelle pene, mentre di molti altri si ebbe la rivelazione di lunghissimi anni di Purgatorio. Se qualcuno sentendo parlar di secoli se ne meravigliasse, legga con attenzione il fatto seguente riferito dal P. Nieremberg (Trophaeits Marianus, lib. 4, cap. 29).
Una nobile donzella di Aragona, che viveva al tempo di S. Domenico, avendo inteso questo Santo predicare in una chiesa la devozione del Rosario, volle ascriversi alla confraternita da lui stabilita; ma dedita com’era alle vanità del secolo, non tardò molto a dimenticarsi dei suoi santi propositi e degli obblighi assunti. Or accadde che due giovani cavalieri, suoi corteggiatori, si batterono per lei in duello ed uno di essi rimase ucciso.
I parenti del morto, per vendicarsene, sorpresa la fanciulla in una sua villa di campagna, la uccisero e ne affogarono il cadavere in un pozzo. S. Domenico, che allora si trovava a predicare il santo Rosario in un’altra città, avendo per rivelazione saputo il fatto, si condusse immantinente in quel luogo, e giunto all’orlo del pozzo nel quale era stato gettato il cadavere dell’infelice fanciulla, si pose a gridare ad alta voce: — Alessandra, Alessandra. — che tale era il nome di lei ; — ed ecco il capo del cadavere, che era spiccato dal busto, riunirsi all’istante, e la fanciulla uscire viva dal pozzo, tutta coperta di sangue, e confessarsi al Santo con un profluvio di lacrime.
Visse ancora due giorni recitando continuamente Rosari, che S. Domenico le aveva dato come penitenza delle sue colpe. — Avendola poi questi invitata a dire che cosa le fosse accaduto dopo morta, essa parlò di tre cose segnalatissime, e cioè:
1° che senza i meriti del santo Rosario, pei quali ottenne la grazia della contrizione perfetta, sarebbe stata immancabilmente condannata all’Inferno, non avendo avuto il tempo di confessarsi ; 2° che nel momento in cui spirò, una turba di demoni schifosissimi erano corsi a prenderla per portarsela nell’Inferno, e l’avrebbero indubbiamente fatto se la Vergine Santissima non l’avesse strappata dalle loro mani; 3° (e questo fa al nostro proposito) che per l’omicidio di cui era stata causa, avrebbe dovuto fare 200 anni di Purgatorio. Questo tempo è credibile però che venisse poi abbreviato per le preghiere del Santo.
Padre Pietro Louvet
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.