Il Purgatorio secondo le rivelazioni dei Santi – 78
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I NOSTRI MORTI CI PROTEGGONO
Favorì temporali e spirituali
Vediamo ora più particolarmente come i nostri morti ci proteggano sia nell’ordine temporale, sia nello spirituale. Numerosissimi sarebbero gli esempi che potremmo addurre, ma ci limiteremo solo ad alcuni pochi che ci sono sembrati più incontestabilmente provati. — Nel 1649 un celebre libraio di Colonia, Guglielmo Freyssen, per aver fatto voto di distribuire gratuitamente cento copie di un libro sulle anime del Purgatorio ebbe salvo un bambino assalito da gravissima malattia, e poco dopo la moglie che sierasi ridotta in fin di vita (Puteus Defunct. lib. V, ari. 9).
A Parigi nell’anno 1817 una povera serva, educata cristianamente nel suo villaggio, aveva il pio costume di far celebrare ogni mese coi suoi tenui risparmi una Messa di requie per le anime del Purgatorio, assistendo personalmente al divin Sacrificio e unendo le sue alle preghiere del sacerdote per meglio ottenere la liberazione dell’anima che più ne avesse bisogno.
Colpita da lunga malattia e licenziata dai padroni non ebbe più denari per soddisfare al suo pio desiderio. Il giorno in cui potè uscire dall’ospedale non aveva più che venti soldi. Si raccomandò fiduciosamente al Signore, postasi in giro per trovare servizio, avendo inteso parlare di un’agenzia che s’incaricava di collocare la servitù, là si diresse, allorché nel passare dinanzi ad una chiesa si ricordò che in quel mese non aveva fatto celebrare la Messa consueta.
Ma non possedendo più di venti soldi rimase in forse se doveva privarsene o no : finalmente vinse in lei la pietà, ed entrata, fece celebrare il santo Sacrificio, al quale assistette con gran fervore, raccomandandosi alla provvidenza di Dio perché non l’abbandonasse.
Uscita indi di chiesa e preoccupata ed afflitta pel suo misero stato, proseguiva il cammino, quand’ecco le di fece incontro un giovane alto, pallido e di nobile aspetto, il quale avvicinandosi a lei le dice: “Voi cercate servizio, non è vero ? “Sì, mio signore, rispose la donna. — Ebbene, andate in via tale, numero tale, presso la signora tale, e credo che troverete da collocarvi.
E disparve dileguandosi tra la folla senza lasciar tempo alla povera donna di ringraziarlo. Questa allora si diresse subito nel luogo indicatole, e nel salire le scale vide discendere brontolando una domestica con un involto sotto il braccio. Le domandò se la signora fosse in casa, ma quella rispose bruscamente che non voleva saperne di nulla, e che se la padrona avesse voluto riceverla avrebbe aperta la porta da sé, perché essa appunto in quel momento aveva lasciato il suo servizio.
La nostra domestica si fece allora coraggio e bussò alla porta indicatale dal giovane. La venne a ricevere una signora di aspetto nobile e venerando, alla quale la ragazza espose l’accaduto. Molte meraviglie fece la signora, non sapendo chi mai avesse potuto dare il suo indirizzo alla ragazza, dal momento che soltanto allora aveva cacciato la cameriera, in seguito ad insolenza ed a cattiva condotta.
E mentre si stupiva di sentire che un giovane, sconosciuto ad ambedue, glie l’avesse in quell’occasione diretta, la ragazza, sollevando gli occhi verso un mobile e scorgendovi sopra un ritratto, s’alzò in piedi e disse : “Ecco, o signora, il giovane che mi ha parlato, e per parte del quale io vengo. A tale assicurazione la gentildonna gettando un grido cadde priva di sensi.
Appena ritornata in sé, slanciatasi al collo della povera giovane donna, ed abbracciandola con effusione le disse: “Fin da questo momento io ti considero non già come mia serva, ma come figliuola carissima, poiché è stato mio figlio che perdei da due anni e che senza dubbio deve a te la sua liberazione. Sii dunque la benvenuta, e resta nella mia casa dove insieme pregheremo sempre per tutti coloro che soffrono prima d’entrare nella patria beata! —
Padre Pietro Louvet
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