Il Purgatorio, secondo le rivelazioni dei Santi – 93
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Le nostre opere e il loro valore – II
Finalmente che le nostre opere siano soddisfattorie, è un punto di fede basato pure sulla Scrittura. Le più consolanti opere di pietà, come la preghiera, la comunione, le elemosine, portano impresso questo carattere soddisfattone, poiché la corruzione e fiacchezza della nostra natura è tale, che non v’è opera buona per quanto felice e consolante, che non ci costi un poco di sacrificio e spesso anzi moltissimo1, sicché vi si rivela sempre un carattere penitenziale ed espiatorio. Che se il fervore della carità toglie alle nostre opere il primo carattere e ce le rende facili, esse non sono perciò meno soddisfattone, dice S. Tommaso1; che anzi, invece di diminuire, questa virtù soddisfattoria s’aumenta a cagione della carità più perfetta colla quale noi allora operiamo (In suppl. 3 p., q. 15, art. 2). Ciò posto, qual sarà nelle nostre opere buone la parte che possiamo applicare alle anime purganti ?
i° Non possiamo ceder loro il nostro merito, il quale ha un carattere d’inalienabilità assoluta.
2° Quanto al valore impetratorio delle opere buone, i teologi sono comunemente d’accordo nell’affermare che si possa applicare a vantaggio delle anime del Purgatorio. Infatti se possiamo coi nostri atti virtuosi ottenere grazie e favori celesti ai nostri fratelli viventi, perché non lo potremo verso i defunti ? Se possiamo digiunare per ottenere la guarigione di un malato, perché non potremo fare altrettanto per ottenere il sollievo e la liberazione d’un’anima che ci è cara?
3° Tutti convengono poi nell’affermare che noi possiamo cedere a profitto delle anime purganti la parte soddisfattoria delle nostre opere, e precisamente in questo consiste l’offerta di cui si tratta. Quest’offerta è un atto di carità purissima, in forza del quale ci priviamo di soddisfare per noi stessi, non potendo, come la ragione c’insegna, pagare colla stessa somma due debiti in una volta.
Nondimeno riteniamo che anche facendo questa generosa cessione, noi non perdiamo nulla ; poiché, quest’atto eroico di carità, accrescendo considerevolmente il merito dell’opera nostra, accresce pure la ricompensa a questa riservata; e siccome il più piccolo grado di gloria nel cielo dura eternamente, perciò non avrà proporzione alcuna colle sofferenze del Purgatorio, che per quanto lunghe e dure possano essere, son sempre limitate ad un dato tempo. In secondo luogo, restano a nostro vantaggio le indulgenze della Chiesa, destinate a pagare i nostri debiti verso la divina giustizia, e quella disposizione caritatevole in cui ci pone questo dono delle nostre opere ai defunti, la quale è adattissima a farcene ottenere il merito nella sua integrità.
Inoltre le anime che avremo in tal modo suffragate, diremo, quasi a nostre spese, ci assisteranno e ci proteggeranno in vita ed in morte, e dovremo forse alle loro efficaci preghiere se sfuggiremo all’Inferno meritato coi nostri peccati. Finalmente Iddio, che non si lascia mai vincere in generosità, ricompenserà la nostra larghezza concedendoci grazie più abbondanti, che varranno a farci evitare molti peccati e risparmiarci così molti anni di Purgatorio.
Padre Pietro Louvet
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