Il terrorismo musulmano
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Ho trovato sui quotidiani online tre articoli inquietanti avendo come argomento centrale il terrorismo musulmano, e uno degli intervistati è in effetti anche lui un musulmano, addirittura è stato consigliere di Benedetto XVI per i rapporti con l’islam. Da islamologo analizza il ricatto islamista contro l’Europa cristiana, dalla sua posizione le riflessioni sono credibili e obiettive.
Dedico questo spazio di riflessione ad alcune dichiarazioni di personaggi influenti della sfera politica, religiosa e culturale.
Rémi Brague, filosofo francese cattolico, in un’intervista al Foglio, lo dice chiaramente: l’islam odia tutto ciò che non è islam.
«“Gli islamisti, arrivati in Italia, distruggerebbero San Pietro; in Francia raderebbero al suolo la Cattedrale di Chartres”.
Secondo Brague l’Europa collasserà con un “suicidio, in cui la vittima si abbandona al flusso di sangue in un bagno caldo. Non molte persone se ne accorgerebbero. E il relitto potrebbe essere accolto con gioia dai passeggeri stessi”.
Ma anche il Cristianesimo in Europa è a rischio. “Tutto dipenderà dai cristiani stessi”, spiega il filosofo francese secondo cui essi “sono compiaciuti troppo facilmente del loro status di minoranza; accettano troppo facilmente di essere discreti”.
Brague attacca i media “che preferiscono opporsi al Cristianesimo o ridicolizzarlo” dando spazio a “religioni’ che sono intrinsecamente violente”.
“Lo Stato islamico ha distrutto le statue del Museo di Mosul perché testimoniano uno stato precedente all’islam o diverso dall’islam”.
“Dovremmo allora chiederci -prosegue il filosofo- non solo se il Cristianesimo abbia un futuro in Europa, ma se l’Europa possa avere un futuro senza Cristianesimo. Senza di esso, ovviamente, la geografia non cambierà, ci sarebbe ancora una regione al mondo da chiamare Europa. Ma sarà anche europea?”».
Sul Foglio di ieri l’islamologo ed ex consigliere di Ratzinger “spiega il ricatto islamista”. Samir Khalil Samir, analizza in una intervista il ricatto islamista contro l’Europa cristiana e subito afferma che “le città sono già occupate dagli islamici, dall’islam radicale”.
In un lungo articolo, il docente al Pontificio Istituto Orientale di Roma, analizza senza peli sulla lingua la realtà e il ricatto dell’islam all’Europa cristiana.
«“Le città sono già occupate -scrive- gli immigrati vanno a stabilirsi attorno alla città e la conseguenza più banale è che si formano dei quartieri abitati solo da immigrati”. Così si formano le Molenbeek di tutta Europa. Quartieri dove la sharia diventa legge. E dove i musulmani la fanno da padroni. Si radicalizzano, fanno proselitismo.
E l’Europa, gli Stati restano a guardare.
Il motivo, spiega Samir, è che gli occidentali non hanno capito che “l’Islam non è una religione nel senso cristiano della parola”.
“Per noi la religione è un rapporto personale tra me e Dio, nel sistema islamico la religione è tutto. È un progetto globale: spirituale, sociale, intellettuale, familistico, economico, politico e militare. Include il modo di mangiare, di vestirsi, di stare con gli altri, di vivere. L’islam entra in ogni cosa”.
Questo sistema è quello “wahabita, salafita o dei fratelli musulmani. Tutti vanno nella stella linea, e cioè di imporre un modo di essere musulmano. E questo determina che un quartiere, una città, o un paese intero divenga sempre più diretto da questo gruppuscolo che ha un progetto chiaro e determinato, nonché spesso finanziato dai ricchi paesi petroliferi”.
Per riuscire a conquistare le città italiane c’è bisogno di una moschea. E così la mettono al centro del loro progetto. La pretendono dalle autorità statali. E fanno di tutto per farsela concedere. Fanno preghiere in piazza, occupano le strade per invocare Allah. Quando la ottengono, poi, la trasformano in un centro di propaganda islamista con “volumi fatti a mero scopo propagandistico”.
Il problema -sentenzia l’ex consigliere di Ratzinger- “è che gli europei pensano che una moschea sia come una Chiesa. Ma nella Chiesa si prega, non si fa politica”.
Ecco quindi la differenza tra Cristianesimo e islam: il primo “dice la sua, ma non ha la possibilità di fare pressione sulla gente”; l’islam, invece, permea tutta la vita degli aderenti alla comunità.
“C’è una sorta di ricatto, uno scambio: usano tutto a fini politici”: come le proteste per le moschee troppo piccole, o il fatto che lo Stato non dia la stessa dignità al Cristianesimo e all’islam. Ma è un ricatto. Il ricatto islamista.
“La verità -scrive Semir- è che siamo incoscienti”.
“I gruppi radicali hanno come scopo principale di diffondere la loro visione estremista dell’islam, perché per loro è quello l’autentico islam. Di conseguenza questi quartieri che un tempo erano misti, diventano quartieri musulmani radicali”.
Infine, il consigliere di Ratzinger smonta la retorica buonista: “Lo Stato deve spiegare agli immigrati che ci sono delle condizioni necessarie da rispettare, prima di tutte la necessità d’imparare la lingua nazionale (…) e che ci si comporta non solo secondo le leggi, ma anche secondo le norme e le usanze delle nostre società”.
Poi aggiunge: “È banale ricondurre l’ondata integralista nelle banlieue a problemi socio-economici. Riflettiamo sulla disoccupazione: sono disoccupati perché non hanno imparato un mestiere in modo corretto, in modo da essere ricercati e non rigettati”.
Ecco perché non bisogna piegarsi al ricatto islamico. Non bisogna cedere.
Nei musulmani c’è la “volontà di marginalizzarsi. Bisogna confrontarsi con un fatto chiaro: l’Europeo è diverso dal musulmano nella sua mentalità. La causa di ciò non è lo Stato: la causa è il musulmano, che rifiuta l’integrazione in nome della fede”».
La frase che più colpisce è questa: “La verità è che siamo incoscienti”. Esiste una grande inettitudine da parte dei governanti nel non voler vedere la pericolosità dell’islam, ma è ancora più grande la malizia con cui hanno strumentalizzato le masse degli immigrati permettendo una pacifica invasione dell’Europa.
Non si deve vietare agli immigrati onesti la possibilità di trasferirsi in Europa, bisogna però rispettare le condizioni poste dal buonsenso. Questo non lo conoscono più i governanti, ci sono politici e varie organizzazioni coinvolti nella gestione di centinaia di migliaia di immigrati per guadagnare decine di milioni di euro, giocando sulla vita di tanta povera gente.
Molti cristiani non sono incoscienti del problema dell’integrazione, da anni ripetono che è impossibile e chi cerca di forzare la naturale impossibilità di integrazione tra la vera Religione cristiana e gli scritti del Corano, non ama la Chiesa di Gesù Cristo.
Il tedesco Michael Roth, ricercatore universitario e Ministro alle Politiche Europee, ieri ha affermato che “per i migranti non c’è integrazione”. Spiega come né la Germania né la Ue abbiano una strategia precisa per integrare i nuovi arrivati nelle rispettive nuove società.
Aggiunge una verità che noi italiani abbiamo conosciuto con Mafia capitale e gli arresti di personaggi molto vicini ai politici parlamentari e quanto continua ad avvenire nel centro “Cara” di Mineo in Sicilia, dove alcuni politici hanno gestito indirettamente contributi dello Stato per 100 milioni di euro.
“La gestione dei migranti crea lavoro”, lo ha detto il ministro tedesco, con il chiaro riferimento al guadagno facile. Queste le sue parole.
«Abbiamo creduto di essere un’isola felice, ma le ultime elezioni ci hanno mostrato che neanche noi siamo liberi dai populismi. È un problema europeo e noi, in quanto europei, lo subiamo. Anche noi ci confrontiamo con tendenze nazionalistiche molto pericolose, perché portano alla disintegrazione e non all’integrazione europea.
Sono spesso ragazzi che non sanno cosa ne sarà di loro, è una faccenda estremamente complessa.
Non c’è un’unica strategia di integrazione di queste persone o un unico modello da offrire. Ci sono tante soluzioni individuali. Se si impegnano e imparano la lingua possono trovare lavoro e avere un futuro. Si tratta però di percorsi individuali».
Sono decine di migliaia i politici in Europa che perseguono il progetto dell’integrazione impossibile e impiegano il loro tempo a parlare di continuo degli immigrati, dell’accoglienza, di dare ospitalità nelle case dei cittadini a persone sconosciute e che professano una religione diversa, opposta al Cristianesimo.
Ognuno di voi che legge, con tutta la carità che si porta nel cuore, avrebbe terrore al solo pensare di far vivere un musulmano o una famiglia nella sua casa, e cambiare stile di vita, alimentazione, impedito nelle preghiere personali, insomma, si tratterebbe di perdere la propria libertà.
Mi sembra impossibile questa ipotesi, ma non per una forma di discriminazione, qui si discute sulla serenità che deve permanere in una famiglia cristiana, l’accoglienza è un problema dello Stato e se c’è questa volontà della Chiesa, faccia liberamente le sue donazioni ma non si possono obbligare le parrocchie, le comunità religiose dove si prega Gesù e la Madonna, ad accogliere quanti invece detestano Gesù e la Madonna.
Certo, si devono aiutare gli immigrati, ma per quanti anni? Per sempre? E gli italiani che non hanno nulla e muoiono di miseria?
Bisogna aiutare tutti e non concentrarsi esclusivamente sugli immigrati, chi vuole questo non mette al centro Gesù Cristo, né il Vangelo.
Non condanniamo assolutamente gli immigrati, è la verità che tra loro prevalgono i musulmani e hanno ricevuto una severa istruzione religiosa, se così si può definire. Perché la violenza con gli attentati e la superiorità sugli infedeli da uccidere e il progetto mai abbandonato di giungere al dominio del mondo, non possono venire da un dio!
Gesù oggi ci dice che “Dio è veritiero”, non c’è alcuna contraddizione nel Cristianesimo ed è l’unica fondata sull’amore, sul perdono, sulla carità.
Il nostro Dio non ci dà indicazioni di violenza, ci ha insegnato con la venuta di Gesù che dobbiamo amarci e rispettarci senza limiti.
“Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura Egli dà lo Spirito”.
I cristiani devono partecipare alla lotta per una difesa concreta dei diritti fondamentali della persona, quali il diritto alla vita dal momento del concepimento, la salvaguardia del matrimonio e della famiglia, il diritto all’educazione e al lavoro, la libertà di insegnamento e di espressione, la libertà religiosa, la sicurezza del cittadino, la cooperazione alla pace internazionale. Si tratta di elementi essenziali del bene comune.
L’autentico seguace di Dio si impegna sempre nel voler compiere il bene e resistere ad ogni forma di male. Questa è la vera Religione.
Padre Giulio M. Scozzaro
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