Il Vescovo di Tripoli critica l’intervento armato targato O.N.U.
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S.E. Mons. Giovanni Martinelli Vicario Apostolico di Tripoli da circa quaranta anni, ha saputo guadagnarsi la stima e l’amicizia anche dei non cristiani di quella terra, grazie al suo amore per il prossimo e la sua premurosa attenzione verso i sofferenti. Intervistato sulla guerra che sta funestando la Libia, si è espresso in termini molto critici a proposito dell’intervento armato da parte dell’O.N.U. e, in particolare, nei confronti dell’Italia.
Secondo quanto afferma il Vescovo francescano, l’Italia era il Paese più stimato dai libici ma la sua partecipazione all’azione militare avviata contro la Libia, specialmente dopo che il governo italiano aveva stipulato un trattato di pace e di collaborazione con il leader libico, ha improvvisamente guastato i buoni rapporti che erano stati faticosamente costruiti nel corso di diecine di anni.
Oltretutto, sostiene Monsignor Martinelli, “Queste bombe sganciate di notte, sono assolutamente inutili. Specialmente in Libia. Specialmente con questo Rais!”. Prosegue il Vescovo: “Si vorranno anche proteggere gli insorti, non dico di no, ma a me sembrava più logico provare la via del dialogo. L’Italia si doveva proporre come mediatore tra Gheddafi e chi protestava … La soluzione della guerra è assurda!”.
Come si vede anche nei telegiornali delle varie emittenti televisive, la situazione nella zona è veramente triste. La gente ha paura perfino di uscire di casa. Molti libici fuggono dal Paese perchè non sanno quando il conflitto potrà finire. Non c’è più nessun genere di assistenza. L’unico punto ri riferimento rimasto è la Chiesa.
Ricordiamo, a questo punto, le parole di Sua Santità Pio XII: “Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra”. Interpellato su cosa sarebbe opportuno fare per la Libia, S.E. Martinelli ha risposto senza esitazione: “Ormai l’unica cosa da fare è donare la pace.
Don Manlio
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