In ricordo di Cassius Clay, alias Muhammad Alì
Questo articolo è stato già letto2673 volte!
Cassius Clay è stato l’uomo che visse più vite, nel senso che quel suo carattere irruento e schizzato anche durante sereni dialoghi con gli amici, gli fece prendere iniziative apparentemente cariche di umanità, ma nascondevano la sua paura di andare in guerra, nell’assurdo scontro che gli Stati Uniti fecero contro il Vietnam.
Posso capire il suo rifiuto di andare in guerra, ma fu questa la causa del suo cambiamento di amore: dall’America all’islamismo.
Fino a quando erano i soldati americani a combattere in Vietnam non prese alcuna posizione, non appena venne chiamato per l’arruolamento cambiò radicalmente idea sul grande amore che aveva gridato sempre ed ovunque, ed erano proprio gli Stati Uniti.
Gli storici affermano che nella “prima vita” amò esageratamente l’America e si sentiva il più orgoglioso americano, come disse anche durante l’incontro di pugilato contro un russo. Non appena gli arrivò la chiamata alle armi, questo grande amore si sgonfiò immediatamente e divenne fiero nemico dell’America. Da qui inizia la sua “seconda vita”.
Ma fino qui è comprensibile la paura di un uomo anche se si considerava “il più grande”, quello che mi dispiace molto fu la sua adesione all’islamismo, divenne un musulmano per protesta e per distaccarsi anche con gesti esteriori, dalle iniziative prese dal governo americano.
Fu un disertore e per trovare un forte appoggio si unì alla parte più estremista musulmana d’America, lasciandosi strumentalizzare dai musulmani neri. Questo lo considero molto grave, anche se rispetto pienamente la sua scelta.
Non fu la ricerca religiosa a renderlo musulmano, fu la paura di trovarsi solo e proprio questa sua adesione all’integralismo musulmano, lo fece diventare la tromba dei neri d’America.
La parità tra bianchi e neri è più che corretta, ma c’è il grande sospetto che questa sua lotta sia nata come reazione al suo arruolamento perché prima non ne parlava affatto. La chiamata alle armi a chi si considerava “il più grande” fu per lui un trauma, e reagì d’impulso come faceva sempre, così rifiutò il suo vero nome per chiamarsi Muhammad Alì.
Un musulmano che non predicava più il Dio dei cristiani e parlava di Allah come del vero Dio.
La sua predicazione danneggiava le comunità cristiane, la Fede di essi era messa in difficoltà considerando da chi arrivava la pubblicità a favore dei musulmani. Però trent’anni fa si manifestò il Parkinson e divenne secondario parlare di Allah… Si era ritirato dalla boxe nel 1981 ed era famoso tra i neri per i diritti civili.
Era un uomo altissimo, potente, forte, uno che sosteneva gli assalti degli avversari con la guardia abbassata fino a farli stremare e abbatterli inesorabilmente tra la settima e l’ottava ripresa, e poi lo stesso uomo cade sotto il colpo incessante e inesorabile di un avversario insediato proprio nella “substantia nigra” del suo cervello. Che strano: lui difendeva i neri nel nome di Allah e il suo cervello viene colpito dalla sostanza nera.
La “substantia nigra”, conosciuta anche come sostanza nera di Sömmering, è una formazione nervosa grigia laminare che si forma nel cervello, ma Dio non manda malattie. Però se Dio avesse gradito la predicazione di Muhammad Alì lo avrebbe guarito senz’altro. La malattia fu invalidante per l’ex pugilista e “il più grande” si ritrovò definitivamente sconfitto dalla “substantia nigra”.
Per spiegare la verità su Dio e Allah, bisogna considerare che chi agisce come Creatore è il vero Dio dei cristiani e non Allah, che non può essere lo stesso Dio dei cristiani perché insegnano due dottrine opposte.
Il Dio dei cristiani è Amore, perdono, misericordia, mentre Allah dei musulmani insegna la guerra, la violenza, l’odio viscerale.
Non giudico le scelte di vita di Muhammad Alì, anche le sue quattro mogli, non mi convince la strumentalizzazione della religione per rifiutare la guerra, perché proprio quella musulmana è la più votata alle guerre e all’uccisione degli innocenti. I musulmani americani seppero gestire molto bene uno smarrito Cassius Clay e colui che si considerava “il più grande” divenne il più teleguidato dai nemici del Cristianesimo.
Nel Vangelo noi troviamo il vero Dio e sono miliardi i miracoli in questi duemila anni. Quando mai si è saputo di un solo miracolo tra i musulmani? Oggi con la risurrezione del fanciullo abbiamo una dimostrazione della sua Onnipotenza, e solo di Gesù possiamo dire che è davvero “il più grande”.
Nel Cristianesimo neanche uomini che hanno vissuto eroicamente si sono sentiti i più grandi, non tanto perché non stati arruolati per il Vietnam… il motivo è stato di sentirsi sinceramente piccoli dinanzi all’Onnipotente Dio di Gesù Cristo.
San Francesco d’Assisi e San Pio da Pietrelcina, tanto per citarne due, mai si sono considerati i più grandi, al contrario riconoscevano pubblicamente di essere miseria davanti a Dio. Dicevano pubblicamente parole di smisurata umiliazione personale, e più crescevano davanti a Dio più vedevano tutti i loro limiti.
Il pugilista morto ieri, anche quando nel 1964 si convertì all’islam, continuava sempre a gridare di essere “il più grande” di tutti.
I nostri Santi e veri eroi sapevano di essere fango impastato… e si umiliavano di continuo, soprattutto quando li veneravano.
Il miracolo di oggi è toccante, ci dà tanti insegnamenti e potrò spiegarli con maggiore profondità e vocalmente quando completeremo la struttura qui dove vivo, ma occorrono sempre gli aiuti da parte dei benefattori.
Potremo organizzare incontri di preghiera e catechesi proprio sui miracoli di Gesù e le meravigliose parabole. Questi saranno i due temi principali: i miracoli e le parabole di Gesù Cristo, Figlio di Dio.
Il miracolo della risurrezione del fanciullo ci dice che Gesù ci aspetta sempre all’angolo della strada che percorriamo, come avvenne durante il corteo funebre a Nain. Il Signore si avvicinò alla bara e la toccò, «mentre i portatori si fermarono. Poi disse: “Ragazzo, dico a te, alzati!”. Il morto si mise seduto e cominciò a parlare».
Riflettete sull’Onnipotenza di Gesù, Lui che fa risorgere i morti dominando la morte, oltre che la natura e la malattia!
Gesù ci è sempre vicino e quando non ci accorgiamo di Lui, vuol dire che siamo troppo presi dalle cose del mondo. Ma chi si accorge del Signore che attende il passaggio dei peccatori morti spiritualmente, viene toccato e rinasce, ricomincia una nuova vita e tutto diventa bello. Ogni istante della vita è una nuova e continua gioia e la pratica delle virtù rende migliori.
Solo seguendo Gesù conosciamo la vera vita, il suo senso, diamo ad ogni cosa il giusto significato e riusciamo a dominare i sensi.
P.Giulio M. Scozzaro
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.