Intervista al musicista Roberto Bignoli
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Al musicista Roberto Bignoli, che cortesemente accetta di essere intervistato da me, il mio grazie per aver voluto esprimere in musica la consapevolezza che la vita è un dono. Ha pubblicato recentemente il libro “Il mio cuore canta” ed. Piemme, che ha riscosso unanimi e positivi consensi .
1) Come nasce il suo amore per la musica?
Ricordo che già in tenera età ero affascinato dalla musica. La prima volta e anche successivamente , ascoltai la musica attraverso il giradischi di un compagno di ospedale: era malato di sclerosi multipla e per alleviare le sue sofferenze gli avevano portato il giradischi, cosi affascinato da quell’apparecchio , approfittavo di andare a trovarlo e ascoltavamo la musica insieme. Cominciai, così, a conoscere molti cantautori e mi colpiva molto la musicalità e la poesia dei testi di Fabrizio De Andrè, mi entusiasmava molto ascoltarlo: era come sentire un legame tra me , la musica , il canto e mi suscitava sentimenti e sensazioni che mi facevano sognare.
Così cominciai a cercare di creare degli strumenti musicali per sperimentare quello che mi nasceva dentro il cuore, quindi con gli scarti di materiali che l’ospedale dove ero o il collegio buttava , recuperavo i pezzi e così con altri ragazzi, costruimmo chitarre rudimentali , batterie , e vari altri strumenti per imitare e provare a mettere in piedi dei piccoli concertini, in effetti la musica era qualcosa che avevo dentro , ma ero troppo piccolo e successivamente troppo pieno di rabbia per riconoscerlo. Oggi posso dire che la musica che sentivo dentro al cuore e che volevo esternare , era un talento, un dono di Dio, e non ebbi dubbio a pensarlo quando il Signore , attraverso Maria, bussò alla porta del mio cuore, ecco che passo dopo passo scoprii che la musica era quel dono , o meglio quel seme che il Signore ha messo all’inizio del mio cammino , come cantava l’amico Claudio Chieffo, e che non va sprecato ma offerto per un bene più grande.
2) Ogni artista desidera comunicare al suo pubblico sentimenti ed emozioni spesso scaturite da esperienze personali: quali le sue?
Scoprii attraverso il mio inizio di conversione, che mi portò a fare dei cambiamenti e delle scelte diverse da come ero, che la musica dono di Dio , poteva essere il mezzo efficace per raccontare la mia vita , per parlare delle varie fasi difficili che ho dovuto affrontare : per esempio, la malattia, le realtà giovanili che frequentavo un po’ sballate, la droga, il carcere per 30 giorni a San Vittore, il mondo della politica, dello spettacolo e poi infine la svolta, l’avere riscoperto la bellezza del Mistero che è Cristo per mezzo di Maria attraverso un semplice pellegrinaggio , che mi ha riportato a rivivere con estrema calma e pace le mie origini, la mia povertà umana e guardare al cuore come una fonte di ricchezza ,ed allora ecco che in quel luogo particolare mariano, Medjugorje, mi sono sentito di chiedere una grande grazia alla Madonna, non di guarirmi dalla malattia di cui non mi sono mai fatto grossi problemi, ma di guarire il mio cuore duro, di pietra, che era pieno di rabbia, di delusioni , di rancore, di ferite, ho chiesto veramente al Signore, attraverso Maria, di farmi nuovo dentro. E’ chiaro che non è stato un processo immediato , ma lungo e ancora adesso sono in cammino, infatti tengo a precisare sempre, che non sono un convertito, ma che sono in cammino, perché la meta della conversione è arrivare alla Santità che è una meta per tutti , non ci sono i privilegiati, ma il Signore da la possibilità a tutti, e quindi ecco che la mia vita ha cambiato rotta, ha cominciato a guardare verso altre mete, il successo, la ricchezza, la fortuna che erano degli ideali a cui aspiravo, non avevano più valore, non erano più la meta , in cuore era nato il desiderio di seguire un nuovo cammino, nella Chiesa, riscoprire il valore dei sacramenti , ritrovare la figura del sacerdote e mettermi in cammino con la Parola di Dio come compagna e scoprire insieme ad altri fratelli e sorelle il valore della preghiera e della comunità cristiana, ecco che piano piano tutta la tua vita assume un valore diverso, e scopri che la sofferenza non è una maledizione, ma una grazia, so che molti penseranno che sono folle, ma ho sempre detto che nella vita di follie ne ho fatte tante, ma questa è la follia per la quale ho scelto di improntare la mia vita e ne sono sempre più convinto e in cammino.
3) C’è un brano che predilige e perché?
Le canzoni che ho scritto dopo il mio inizio di conversione, sono canzoni che hanno mantenuto lo stile pop rock , folk che utilizzavo nel mondo dello spettacolo, ma quello che è cambiato è il testo, infatti le canzoni spesso sono testi improntati sul sociale, o preghiere o momenti della mia vita riprodotti in musica, ognuno con un invito alla speranza, all’amore per la vita alla riscoperta di qualcosa di bello e unico, questo genere molto diffuso fuori dall’Italia si chiama contemporary christian music, giusto per far capire che non sono l’unico, anche se poi ognuno ha un suo vissuto e una storia diversa.
Fatta questa premessa è difficile per me scegliere una canzone e dire questa è la mia preferita, perché ognuna ha una storia ed è il riflesso o lo specchio di un momento speciale, di una grazia, di una fatica, di un riconoscimento e pertanto sono tutte molto personali , ma posso dire che ci sono alcuni pezzi molto amati dal pubblico per esempio quando canto Oltre la collina , chitarra voce, è una canzone che scuote, personalmente, posso definirla anche una canzone profetica, nata ancora prima di andare a Medjugorje , prima ancora di sapere che andavo in quel posto , ma che ne descrive in modo particolare quello che poi ho vissuto in quel luogo, certo per capire questo c’è voluto un po’ di tempo ma a distanza di anni , ho visto attraverso questa canzone la chiamata del Signore e di Maria, un’ altra canzone significativa e che sento in modo particolare è Concerto a Sarajevo dedicata a Mons. Tonino Bello e alla marcia della pace su Sarajevo, una canzone nata negli anni del conflitto della ex Jugoslavia e che parla del vissuto di molte persone durante la guerra.
Io stesso ho portato con amici gli aiuti umanitari, ho visitato i campi profughi e raccolto testimonianze e parole di un popolo distrutto e ho voluto essere la loro voce e il grido di quei tanti bambini vittime di una guerra di cui non hanno colpa, ecco che il loro grido si erge al cielo e chiede aiuto per sciogliere queste catene di sofferenza e trovare ancora una speranza , un motivo per ritrovare l’amore per la vita, poi potrei parlare di diglielo tu nata dall’incontro con dei tossicodipendenti , che attraverso un mio concerto testimonianza in una piazza nelle Marche, hanno avuto il coraggio dopo il concerto di avvicinarmi e parlare e le loro parole sono il testo della canzone, oppure la ormai famosa sigla di Radio Maria, ballata per Maria che è una preghiera di gratitudine a Maria che è sempre più presente nella vita dell’uomo come mediatrice di grazia e intercede sempre presso il Padre per ognuno di noi.
Potrei metterne altre ma non voglio dilungarmi troppo, quello che posso dire è che le canzoni sono il mezzo che mi aiuta a parlare al cuore delle persone in modo più immediato e per raggiungere i giovani con più facilità, perché sono canzoni coadiuvate da ritmi e musica di alto livello, proprio perché sono sempre supportato da grandi musicisti anche del mondo dello spettacolo, come Mario Ferrara, Massimo Idà, Marcello Surace, Paolo Carta, compagno di Laura Pusini, Francesco Isola etc… che rispettano molto il mio cammino e si sento onorati di poter affiancarmi nei lavori di studio o nei concerti, in più da qualche hanno una rock band emiliana i “nuova civiltà “ si è impegnata a supportarmi e a collaborare attraverso concerti un po’ in tutta Italia e all’estero , e anche qui devo dire che il Signore mi ha sempre donato un grande aiuto e ha sempre permesso che potessi fare dei brani professionali da poter proporre, direi un dono della provvidenza , che è quella che mi ha accompagnato e mi accompagna ogni giorno , e che sento essere la forza e il sostegno del mio cammino.
4 ) Nel suo libro “Il mio cuore canta” vibrano corde di forte spiritualità tali da coinvolgere emotivamente il lettore: a che deve la sua gioia di vivere?
A questo punto posso dire che la fede ed il cammino spirituale che sto facendo in questi anni ha assunto un valore predominante in tutta la mia vita, ma voglio essere chiaro e sincero, non è che questo ha portato una sorte di vita fatta di rose, felicità , comodità e benessere materiale, no tutto si può dire che è rimasto come era , con i suoi alti e i suoi bassi, le difficoltà di ogni giorno ci sono, le difficoltà della vita familiare restano, le cadute e le debolezze sono presenti, ma è cambiato il modo di affrontarle, si è accesa quella luce , che a volte è debole a volte più forte, che ti permette di comprendere che anche nella sofferenza, anche nel dolore, anche nello sconforto non sei solo , c’è chi ha già preso la croce per te , e aspetta solo che tu gli dica aiutami a portare la mia parte, è un si a Dio , un si alla vita che ti fa uomo nuovo, che ti offre la possibilità di comprendere che nulla è vano, nulla va perso e che attraverso la grazia , e le sofferenze puoi prendere e accettare la tua vita come il Signore te la offre, questo ti permette di accumulare i tuoi tesori veri, quelli che nessun ladro ti potrà mai portare via e che rimangono sempre nel tuo cuore come perle preziose, ecco allora che la tua vita assume quel particolare vestito che fa la differenza , che scuote il cuore , che rende onore a colui che ti ha creato e porta testimonianza ad altre persone che attraverso il tuo esempio possono ritrovare forza e calore dell’amore di Dio che è grande e unico per ogni persona.
Certo, bisogna chiedere ogni giorno al Signore il dono della fede, il dono di poter cambiare la propria vita e desiderarlo , e di fronte a questa richiesta , il Signore non mancherà mai di rispondere; ed allora armiamoci di coraggio e chiediamoGli aiuto sempre , accettandoci come siamo , perché è solo la sua grazia checi può cambiare , noi siamo un nulla ma con Lui possiamo tutto , perché Lui è il tutto, ed allora dico prima a me e poi a chi leggerà , di non temere e credere in Lui, non ci deluderà mai. Ecco che nasce allora il SI alla vita , il SI a Dio , non ci può essere un SI alla vita se non si è detto in modo chiaro SI a Dio perché le due realtà sono unite da un filo che conduce all’Amore per la vita, per il creato per le piccole cose , ed è proprio questo che ha permesso di intenerire il cuore di pietra e di renderlo fertile ad accogliere ogni cosa come un segno di speranza, come un segno di amore e così concludo questa intervista con la speranza che il cammino intrapreso possa raggiungere la meta della Santità, insieme a tutti voi, e alle preghiere reciproche, in modo da poter restituire con gioia al Signore i talenti fruttati secondo la sua volontà e rendergli gloria in eterno. E lo ringrazio per avermi dato la possibilità anche di avere un libro , appena uscito con la piemme Mondadori, che racconta in modo più specifico quanto in poche parole vi ho lasciato attraverso questa intervista.
Maria Luisa Coppola
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