La drammatica storia di Elisa Gomez
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A un certo punto nella sua vita, spinta dalle difficoltà economiche, Elisa ha commesso l’errore di “affittare il suo utero”.
“Mi sono offerta – ha affermato Elisa – come madre surrogata in un forum on line. Ho incontrato diverse coppie e ho deciso su una coppia gay. Sono stati meravigliosi al tempo e abbiamo deciso che avremmo usato i miei ovociti e il mio grembo per una maternità surrogata. Ho preso questa decisione in base ad un accordo che io sarei sempre stata la madre della mia bambina. La coppia mi ha pagato 8.000 dollari per dare vita a mia figlia e darla a loro“.
Elisa, tuttavia, non si rendeva conto di aver preso una decisione di cui si sarebbe pentita per sempre: “Ho avuto la mia bambina e subito mi sono sentita legata a lei. Lei era mia figlia e io lo sapevo e sapevo che non potevo lasciarla andare, ma ero esausta e confusa”.La bambina viene strappata dalla madre e la coppia gay lascia lo Stato. Il dolore che vive la Gomez nei giorni successivi al distacco dalla sua bambina è talmente forte che, ad oggi, ne ha un ricordo confuso. “Mi sentivo – ha proseguito la donna – come se la mia bambina fosse morta. Mi sentivo come se fossi un mero fantasma di me stessa. La coppia ha improvvisamente tagliato le comunicazioni e ha lasciato lo Stato senza darmi alcuna informazione. Ho contattato le autorità, ma sono stata trattata come se mia figlia non fosse mia …”.
ProVita ha portato questa drammatica testimonianza in Senato, proprio nel giorno in cui si cominciava a discutere in aula sulle unioni civili: infatti esse, attraverso il meccanismo della stepchild adoption per le coppie gay, favoriscono di fatto il mercato di bambini e lo sfruttamente di madri “surrogate” all’estero.
Le nostre attività in favore della famiglia e dei bambini, e quindi contro il ddl Cirinnà (con o senza adozioni), sono state (e saranno!) numerosissime e di grande importanza. Considerando soltanto le ultime settimane. oltre alla testimonianza di Elisa Gomez, abbiamo portato in Senato recentemente, insieme al prof. Pino Noia, letestimonianze delle donne sfruttate per la vendita dei loro ovociti: altra faccia oscura del mercato degli uteri in affitto.
- abbiamo pubblicato annunci sui maggiori quotidiani nazionali per sensibilizzare contro i mali delle adozioni gay e del ddl Cirinnà, e un appello al Papa perché intervenisse in difesa della famiglia.
- abbiamo fatto girare un camion vela per Roma, con un grande manifesto sulle adozioni gay e la necessità di respingere il disegno sulle unioni civili.
- abbiamo organizzato decine di convegni, compreso il tour di conferenze in numerose città italiane con Alexey Komov, rappresentante del World Congress of Families.
- abbiamo promosso e sostenuto l’indimenticabile evento del Family Day del 30 gennaio.
- abbiamo prodotto ben due video sulle unioni (in)civili, che spiegano in modo efficace perché sono ingiuste: hanno ottenuto in pochi giorni centinaia di migliaia di visualizzazioni su facebook! Puoi vedere uno al seguente link:https://www.youtube.com/watch?v=TGCt1TbJNiw
Tutte queste iniziative ci comportano (devo essere sincero) enormi sacrifici in termini di tempo e di risorse economiche. Eppure non possiamo restare indifferenti davanti alla destrutturazione della famiglia e allo sfruttamento e mercificazione di donne e bambini: bisogna fare ancora di più.
Per questo, ti chiedo di aiutarci, sapendo che anche tu vuoi fare qualcosa per aiutare le donne e i bambini sfruttati dalla schiavitù dell’utero in affitto e per difendere la famiglia naturale. Aiutaci con un contributo economico, per coprire le spese di tante iniziative e per rendere possibili azioni future (stiamo preparando iniziative legali contro chi promuove la maternità surrogata).
Diceva Chesterton: “Un vero soldato non combatte perché ha di fronte a sé qualcosa che odia. Combatte perché ha alle sue spalle qualcosa che ama“. Il nostro amore si rivolge verso la famiglia, i bambini, la legge naturale e il Creatore di questi
Toni Brandi
Presidente ProVita onlus
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