Mamme "sante" – Elisabetta Tasca
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All’alba del 24 aprile 1899 nasce Elisabetta Tasca, ultima di 7 figli, da Angelo e Luigia Battagin, a S. Zenone degli Ezzelini (TV). La sua è una onesta famiglia di contadini, dove si lavora duramente, si prega, ci si vuol bene e ci si istruisce sulla fede cattolica. La figura paterna era la più significativa. Elisabetta ci parla del suo bel ricordo di papà Angelo: “Mio padre non solo tutte le sere leggeva una pagina di Storia Sacra o del Vangelo, ma ne faceva anche il commento”.
È una bambina diligente e intelligente, seria e giudiziosa e di temperamento deciso, gioioso e autoritario. Già da giovanetta era appassionata dall’Eucaristia e aveva appreso dai genitori la devozione al Crocifisso e alla Madonna. Vedeva in tutto “la santa volontà di Dio”. Sempre serena anche nelle avversità, spesso esprimeva la sua gioia con il canto e amava nutrirsi di letture edificanti. Era molto socievole e attenta ai bisogni degli altri.
Aveva l’incarico di portare il pranzo al fratello Antonio che lavorava alla costruzione della chiesa di San Zenone. Antonio si lamentava perché il cibo gli sembrava insufficiente. Elisabetta disse alla mamma di aggiungere anche la sua razione perché avrebbero mangiato insieme, ma lei saltava il pranzo. Dimagrì vistosamente ed ammalò e si scopri il caritatevole trucco. Arrivava intanto l’età in cui bisognava decidere del proprio futuro; Elisabetta era pronta ad accogliere la volontà di Dio che non tardò a manifestarsi.
Conobbe occasionalmente il futuro sposo Giuseppe Serena, arruolato nel “VI Bersaglieri di Brescia”, durante la prima guerra mondiale. Era un giovane biondo, occhi azzurri, serio e generoso. Ma Elisabetta non rispose con molto entusiasmo al suo interessamento. Confesserà poi: “non mi veniva voglia di amarlo”. Prospettò il suo problema ad un sacerdote, che le rispose: “si ricordi che i giovani sono quasi tutti morti in guerra, quindi se vuole fondare una famiglia, prenda il primo che viene, se no avrà rischio di rimanere senza”.
A Elisabetta non piacque la risposta e ritornò a casa amareggiata. Che fare? Si recò allora al santuario della Madonna del Monte per esporre a Maria il suo problema. Si mise a recitare il Rosario. “Meditando il terzo mistero gaudioso, la nascita di Gesù – racconterà molte volte – nel mio cuore entrò un amore così intenso, verso il biondo bersagliere, che terminai in fretta il Rosario, scesi correndo dalla collina e, arrivata a casa, gli dissi che mi sarei sposata con lui!”. (Continua)
Franco Valori
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