Meditazioni per un anno – 16 novembre – 107° giorno
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GESÙ È MORTO PER TE! RICORDALO!…
1 – Gesù, vero uomo e vero Dio, è morto per Me! S. Paolo afferma: “Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò Se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Ef 2,5-8). “Mi ha amato ed è morto per me” (Gal 2,20).
2 – Gesù nella S. Messa ripresenta la sua morte. Il celebre poeta Ungaretti, dopo la sua conversione, in una poesia descrive bene quanto avviene nel Sacrificio dell’altare: il Redentore continua a immolarsi per noi: O Gesù, “fratello, che t’immoli perennemente per riedificare umanamente l’uomo”.
3 – Dovrei pensare molto frequentemente alla passione di Gesù. S. Pietro ci ricorda: “Egli (Gesù) portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, dalle sue piaghe siete stati guariti” (1 Pt. 2,24 s.). Il Concilio Tridentino afferma: a). Il Parroco si deve preoccupare che i fedeli nel loro animo spessissimo (saepissime) facciano memoria della passione del Signore” (Conc. trid. 1, cap. 4 n. 1), b), Il Confessore deve raccomandare a ogni penitente “che non lasci passare nessun giorno senza fare un po’ di meditazione sui misteri della passione di nostro Signore” e deve esortare ad imitare e amare con sommo amore Gesù sofferente. Questa meditazione renderà le anime sempre più forti nel vincere le tentazioni (cf. Conc. Trid. II, c.s, 5 n. 58).
S. Agostino dice: “Molto più di un pellegrinaggio a Gerusalemme e di un anno di digiuno a pane e acqua giova una sola lacrima versata meditando la passione di Gesù”.
S. Tommaso afferma: “Meditare sulla Passione è un grande mezzo per conservare o riconquistare la castità” e le altre virtù. S. Bonaventura soggiunge: “Se vuoi progredire, ogni giorno mediterai la Passione del Signore: niente infatti susciterà nell’anima tanta santità come la meditazione sulla passione di Cristo”. O Gesù, morto per me, prendimi come sono e rendimi come tu vuoi, ossia rendimi santo!
P. Crispino Lanzi
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