Meditazioni per un anno – 3 settembre – 64° giorno
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GESÙ. L’INCARNAZIONE II°
1 – L’Incarnazione fu verginale: infatti Gesù fu concepito per o-pera dello Spirito senza alcun intervento dell’uomo. Pure la nascita di Gesù fu verginale: infatti il Vangelo afferma: “Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco la Vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele che significa Dio con noi” (Matteo 1, 22.).
2 – L’Incarnazione è il vertice dell’antropologia! Nessuna religione nobilita tanto l’uomo come la religione cristiana! Neppure Dio, che può tutto, poteva innalzare la natura umana a un livello più alto!
3 – Nell’Incarnazione contempliamo lo stupendo mistero dell’Unione ipostatica cioè “l’unione della natura divina e della natura umana ossia della divinità e dell’umanità nell’unica Persona del Verbo-Figlio” (Giov. Paolo II, Enc. Dominum et vivificantem, 50).
In Gesù c’è una unica Persona, quella divina nella quale sono unite le due nature, umana e divina. Conseguentemente le azioni di Gesù sono azioni di un Dio perché ogni azione è attribuita alla persona. Quindi in Gesù è sempre Dio che agisce: a volte per mezzo della natura divina e a volte per mezzo della natura umana: è Dio che lavora, che piange, che soffre, che è crocifisso, che muore. Agli occhi del Padre, i più piccoli atti dell’umanità di Gesù, i più piccoli movimenti del suo cuore e-rano una sorgente di rapimento e di gioia: “Ecco il mio Figlio diletto – dice la voce del Padre – nel quale ho posto tutte le mie compiacenze”.
4 – L’Incarnazione è un mistero che continua. Gesù è venuto e viene sempre con le sue grazie. A Lui possiamo riferire le parole di la-gore: “Non hai udito i suoi passi silenziosi?
Egli viene, viene, viene sempre.
Ogni istante e in ogni età
ogni giorno e ogni notte,
Egli viene, viene, viene sempre…
In tutti i miei dolori e le mie pene
sono i suoi passi a premere il mio cuore,
è la carezza dorata dei suoi piedi
che fa brillare tutte le mie gioie!”
Inebriato di amore, non cesserò di ripeterti con i primi cristiani: “Vieni, Signore Gesù!” (Apoc. 22,20), e con S. Antonio di Padova: “O, dolce Gesù, ci può essere qualche cosa più dolce di te?”
Fra Crispino Lanzi
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