Meditazioni per un anno – 6 settembre – 37° giorno
Questo articolo è stato già letto969 volte!
DIO È LO SCOPO, IL FINE DELLA TUA VITA
Supponi che questa mattina ti sia svegliato in un treno velocissimo oppure in un missile che sfrecciava a 50 mila Km. all’ora. Certamente avresti chiesto subito alle persone vicine: “Chi mi ha posto qui? Dove vado?”
Ebbene, tu, diversi anni or sono, ti sei svegliato, mentalmente, in questo veicolo spaziale che è la terra, la quale gira sul proprio asse a mille chilometri all’ora e, attorno al sole, a!08 mila chilometri orari e, insieme al sole e al sistema solare, vola nello spazio a oltre un milione di chilometri all’ora. Appena sveglio, ossia appena raggiunto l’uso di ragione, dovevi chiederti: “Da dove vengo? Ove vado?” Sono queste le domande più urgenti. Chi non se le pone è stolto, incosciente!
Eppure – esclama il S. Curato d’Ars – “Ci sono molti cristiani che non sanno neanche perché sono al mondo. Tre quarti dei cristiani non m affaticano che per dare soddisfazione al cadavere che ben presto .unirà a marcire sotto terra, mentre non pensano affatto alla loro povera anima destinata ad essere eternamente felice o dannata. E’ cosa da far tremare”.
Da dove vengo? Chi mi ha posto su questa terra? Dieci o cinquant’anni or sono non esistevo, ero nulla. Solo una Potenza infinita, cioè Dio, può avermi tratto dal nulla. Ripeterò con Gesù: “Sono uscito dal Padre e sono venuto al mondo; ora vado al Padre” (Giov. 16,28).
Ove vado? Creato da Dio, devo ritornare a Dio. A Lui l’anima ritorna dopo la morte corporale, e il corpo dopo la risurrezione dei morti, per essere partecipi, per sempre, della felicità divina.
Dunque, vivi unicamente per il Signore! Amalo appassionatamente. Soltanto Dio può saziare il tuo cuore assetato d’infinito. S. Agostino ti insegna: “Venne il tempo della mia giovinezza nella quale arsi dal desiderio di saziarmi di volgari piaceri. Mi imbestialii in tenebrosi amori… Ero travagliato, sospiravo e piangevo e mi agitavo.
Trascinavo con me la lacerata e sanguinante anima mia. Ogni cosa mi faceva orrore. M i sentivo schiacciare da un peso enorme di infelicità”. Ritornato al Signore, ripete: “Questa è la vera felicità: gioire in Te, per o Signore!… Quanta felicità appartenere al gregge di Dio!” (Conf.)
P. Crispino Lanzi
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.