Medjugorje – Analisi scientifiche sui veggenti – 1984
Questo articolo è stato già letto2776 volte!
I Veggenti di Medjugorje, nel corso di vari anni, sono stati sottoposti a molti esami medici, anche con l’ausilio di sofisticate apparecchiature scientifiche.
I sei giovani erano stati esaminati due volte, nell’81, per ordine delle autorità: a Citluk, il 27 giugno, dal dott. Ante Bijevic e a Mostar, il 29 giugno, dalla dottoressa Dzuda. Tutt’e due le volte erano stati dichiarati assolutamente normali. Nell’82 il francescano Slavko Barbarič, dottore in psicologia sociale, concludeva le sue ricerche sul gruppo, affermando che i componenti non erano né allucinati né manipolati, ma totalmente liberi. Dopo quattro esami eseguiti in date diverse nell’82 e nell’83, senza apparecchiature, il dott. Stopar, psichiatra, parapsicologo ed ipnoterapeuta, dichiara che essi sono assolutamente normali, né presentano sintomi psico-patologici. La “persona” che essi vedono in estasi non è il prodotto della loro immaginazione, ma è un essere oggettivo. In loro non c’è simulazione né manipolazione. Marija, sotto ipnosi involontaria medica, dice le stesse cose che ha detto allo stato cosciente. Addirittura ha rivelato uno dei segreti: che però il dott. Stopar non rivelerà a nessuno.
I primi medici stranieri
Cominciano ad arrivare i medici italiani. La dottoressa Federica Maria Magatti (3-4 febbraio e 22 marzo 1984) nota che nei veggenti non ci sono reazioni al dolore se pizzicati, né la modificazione del diametro della pupilla davanti a un proiettore cinematografico di 1.000 watt. Non c’è catalessi, né sudori, né lacrime. C’è un’assoluta normalità neurologica.
In febbraio e marzo la dottoressa Lucia Capello studia i tre sincronismi del gruppo (caduta in ginocchio, scomparsa delle voci e innalzamento delle teste alla fine dell’apparizione) concludendo che essi non sono spiegabili naturalmente e, specie il secondo, rimandano a cause percepibili dai soli veggenti e non dagli osservatori. In marzo il dott. Mario Botta, chirurgo cardiologo, studia i parametri cardio-circolatori di Ivan per concludere che l’estasi non sopprime la fisiologia normale, ma la trascende, collocando il veggente su un altro piano: “Il fenomeno invita a un’apertura di fede”.
Il 3 aprile il dott. Enzo Gabrici conclude la sua ricerca dichiarando che niente rivela nei ragazzi delle carenze affettive; che non c’è traccia d’intesa nei loro sguardi che possa spiegare la simultaneità del loro cadere in ginocchio; infine che Vicka non è né nevrotica né psicotica.
Il 5 aprile 1984 la dottoressa Annamaria Franchini così conclude la sua osservazione su un’estasi: “La mia impressione è stata di un gruppo dove ciascuno è indipendente e assume atteggiamenti propri: ma tutti sono intensamente attratti verso un oggetto esterno, che polarizza la loro attenzione e il loro interesse a un livello di intensità che non ho mai visto prima e che caratterizza secondo me la singolarità dell’esperienza. L’autentica semplicità dei ragazzi la rende evidente. Su tutto rimane il sigillo del segreto, il mistero dell’inconoscibile”.
Un test che risale al medioevo
L’ultimo test “scientifico” prima della spedizione francese, messo in opera su una veggente il 2 giugno 1984 era stato un test particolare, in uso fin dal medioevo per saggiare l’insensibilità ad dolore degli estatici. Il rev. Nicolas Bulat, membro della Commissione vescovile, aveva trafitto per due volte con uno spillone una spalla di Vicka, che non aveva avuto segni di reazione; e che s’era stupita più tardi di trovare una macchia di sangue grossa come una moneta sulla sua camicetta bianca.
Un esperimento della stessa natura, benché diverso nei modi, era stato condotto da un giovane francese, incredulo sulle apparizioni. Mentre assisteva a un’estasi nella stanza dirimpetto alla sagrestia, senza preavviso, questi aveva fatto su Vicka una fulminea mossa di karaté, piazzandole due dita “a corna” vicinissime, davanti agli occhi. E aveva poi propagandato, come prova per la propria tesi, il fatto che la veggente aveva avuto un lieve tentennamento del capo.
Il parere di un neuropsichiatra
Relazione del dott. Enzo Gabrici, psichiatra (3-8 aprile 1984)
“…Diverse persone mi hanno chiesto in seguito quale fosse la mia impressione sui fenomeni ai quali avevo assistito. Se non è facile precisare con esattezza il tipo di fenomeno e quindi dare una definizione sicura della sua natura, penso che sia già importante, nei limiti della mia personale competenza, fare certe esclusioni che riguardano i campi già noti alle osservazioni psicologiche e psichiatriche.
Anzitutto devo dire che si tratta di soggetti normali che conducono — oltre all’impegno di recarsi ogni giorno in chiesa all’ora stabilita — una vita normalissima, sia in famiglia che nell’ambiente scolastico o di lavoro. Ricordo, ad esempio, che il piccolo Jakov, forse perché stanco delle lunghe ore passate in chiesa, ad un dato momento della funzione è uscito per andare a giocare con il figlio del dottor Frigerio. Ho potuto esaminare direttamente Vicka, ed ho concluso che si tratta di soggetto normalissimo, non nevrotico e tanto meno psicotico. Escludo perciò che si tratti di fenomeni allucinatori, componenti della sindrome epilettica o di qualsiasi altro disturbo capace di provocare alterazioni della coscienza.
Certamente, al momento della “apparizione” essi sono come “rapiti” e non si curano affatto di ciò che avviene nell’ambiente circostante, come se in quel momento tutta la loro personalità fosse concentrata in un punto al di fuori di loro. È vero che un fenomeno simile l’ho potuto osservare in certe sedute medianiche alle quali ebbi occasione di assistere, durante le quali il soggetto si mostrava come invaso da un’altra personalità e parlava per forza di quella; ma posso assicurare che questo non è il caso dei ragazzi di Medugorje. Nella “trans” medianica è comune che il medium arrivi ad una specie di svenimento o di abbandono, con perdita parziale, o anche totale, della coscienza prima che l’entità si manifesti e che parli in modo che tutti possano ascoltare ciò che dice; qua invece, si tratta di un colloquio intimo e di una visione personale, senza apparenti variazioni dello stato di coscienza. Il distacco dall’ambiente avviene perché essi sono completamente presi dalla visione.
Vorrei anche ricordare che il nostro cervello, che è solo lo strumento della nostra psiche, in tutte le sue manifestazioni non oltrepassa i limiti del tempo e dello spazio che sono le caratteristiche dello svolgimento dei nostri stati di coscienza che ci mettono in relazione col mondo esterno. Ora in queste comunicazioni, i parametri sono all’infuori del tempo e dello spazio. La psicoanalisi non penso che possa dare illuminazioni in proposito, anche se il punto di attacco di tali comunicazioni avviene più nell’inconscio che nella coscienza.
Lo spirito di una ricerca – Il dott. Joyeux ha così sintetizzato lo spirito e programmi della spedizione da lui guidata, in una intervista rilasciata nel 1985 ad Alberto Baron Toaldo: «…Siamo arrivati su un terreno vergine dal punto di vista scientifico, che era totalmente “bianco”, come si dice in gergo medico. Mancano 15 anni all’anno 2000 ed è normale che la scienza cerchi si capire i fenomeni “sacri”. Sono direttore del laboratorio di ricerca in cancerologia, ho un’equipe di ricercatori, una decina circa, e sono molto interessato al perché delle malattie, perché il cancro, come possiamo guarire il cancro e posso affermare ora che un giorno si guarirà dal cancro, ma quando non lo so.
«Abbiamo fatto 5 tipi di test per studiare le funzioni essenziali dei veggenti: funzione cerebrale (dunque degli elettroencefalogrammi prima, durante e dopo l’estasi); funzione oculare e visiva per studiare il fondo dell’occhio, il riflesso fotomotorio, per studiare il riflesso del battito delle palpebre ad una minaccia od abbagliamento, per studiare la simultaneità degli sguardi nei movimenti dei globi oculari. Poi la funzione cardiaca, il ritmo del cuore, la pressione arteriosa, poi la funzione fonatoria, perché non riescono a parlare durante l’estasi e la funzione uditiva (se esiste per caso una anomalia nell’udito).
«Eravamo al corrente dei test fatti dagli altri medici jugoslavi e in particolare quelli dello psichiatra e quelli dello psicologo, che hanno deciso che i bambini non erano anormali e che non c’era necessità di rinchiuderli in un ospedale psichiatrico, come era stato richiesto dal governo. Dunque, avendo l’handicap di non parlare la lingua croata, abbiamo considerato che i bambini erano dal punto di vista psichiatrico e psicologico, già studiati. Ecco da dove siamo partiti».
Il programma delle ricerche dell’equipe francese coordinata dal dott. Joyeux
L’obiettivo della serie di ricerche – si tratta del primo studio scientifico di un’estasi – è esaminare i veggenti dal punto di vista clinico e para-clinico, prima, durante e dopo la fase di estasi, al fine di registrare le differenze nel funzionamento dei principali organi riceventi: il cervello, la vista, l’udito, la fonazione e le funzioni vegetative, quelle cardiache in particolare.
I test permettono di verificare la ripercussione dello stato d’estasi sul cervello, sul cuore, sulla circolazione, sull’occhio e i meccanismi della vista, sull’udito, sulla laringe e l’attività vocale, eccetera. Tutti gli esperimenti sono stati filmati e registrati per poter essere visionati dagli esperti.
Osservazioni
Ecco in sintesi i risultati dei test dell’equipe del dott. Joyeux. Prima dell’estasi i ragazzi entrano rilassati, naturali; attenti, disponibili verso gli altri. L’apparizione non è per essi un’idea fissa che li preoccupi, li paralizzi; anzi, l’attesa li vivifica. Prima dell’estasi, nel cervello delle due veggenti, Ivanka e Marija, una volta collegate alle apparecchiature, si registra attraverso l’encefalogramma una fusione di ritmo alfa (o di contemplazione) e di ritmo beta (o di attenzione, di riflessione). Quando ha inizio l’estasi il ritmo beta scompare e si passa al ritmo alfa puro, che è quello dei mistici, dei monaci in preghiera, ossia di contemplazione senza più riflessione. Prima dell’estasi Ivan sobbalza a un rumore di 70 decibel; durante l’estasi, Ivan non reagisce all’impatto con un rumore di 90 decibel (un motore a scoppio a pieno regime).
I veggenti percepiscono una persona per essi ben reale “a tre dimensioni” che essi possono persino toccare; «tutti gli sguardi convergono, situando l’apparizione nel medesimo punto» A differenza dei medium delle sedute spiritiche, i ragazzi conservano una perfetta coscienza della propria identità; i loro visi sono perfettamente armoniosi e rilassati. Il tutto manifesta uno stato di benessere e di felicità. Le loro pupille continuano a reagire alla luce durante l’estasi, ma il riflesso di ammiccamento all’aggressione luminosa cessa totalmente. Un elettro-encefalogramma (registrazione dei movimenti oculari) rivela che, all’inizio dell’estasi, i movimenti oculari di Marija e Ivan si arrestano. Questo è un indice sicuro dell’obiettività dell’apparizione. «L’interposizione di una persona, di uno schermo o delle palpebre chiuse, non impedisce la percezione dell’apparizione».
Interpretazioni dei test
Gli elettro-encefalogrammi su Marija e Ivanka escludono qualsiasi anomalia cerebrale e qualunque sintomo patologico, così come il sogno, il sonno e l’epilessia. L’osservazione clinica esclude l’allucinazione, l’epilessia, l’ipnosi.
«Lo studio clinico dei veggenti in tutte le fasi dell’estasi (prima, durante e dopo l’apparizione) permette di eliminare formalmente qualunque segno comparabile a quelli che si possono osservare nell’allucinazione individuale o collettiva, nell’isteria, la nevrosi o le estasi patologiche».
«L’estasi degli adolescenti non è sogno, né epilessia, né allucinazione, né isterismo, né catalessi. Essa non ha niente di patologico e non è perdita di identità, né confusione o simili». Da notare infine che i risultati di ricerca dell’equipe del dott. Joyeux verranno puntualmente confermati dai test del gruppo di ricercatori italiani diretto dal dott. Frigerio (marzo e settembre 1985).
Le nostre domande di partenza erano: i veggenti sono sani di corpo e di spirito? Dicono la verità? Gli scienziati rispondono: «Noi non abbiamo ragioni mediche per dire no. Sappiamo noi se i veggenti vedono la Vergine? Ad ognuno sta decidere se deve personalmente dare fiducia (credere) a Vicka, Marija, Mirjana, Ivanka, Ivan e Jakov».
Sintesi delle indagini dell’equipe diretta dal prof. Joyeaux
Una équipe di medici della Facoltà di medicina della Università di Montpellier (Francia), coordinatore il prof. Henri Joyeux, ha effettuato una serie di indagini cliniche, specialistiche, scientifiche, su alcuni veggenti. Eccone una sintesi.
Elettroencefalogramma
Indagini elettroencefalografiche sono state eseguite in giorni distinti a tre “veggenti”: a Ivan, il 10 giugno 1984, a Marija il 6 ottobre 1984, a Ivanka il 7 ottobre 1984, con un apparecchiatura a otto canali di registrazione, per l’esame dei ritmi elettrici che accompagnano l’attività cerebrale (Reega Minihuit-TR Alvar Electronic). La registrazione, della durata di circa mezz’ora, veniva realizzata immediatamente prima, durante, e immediatamente dopo la vicenda della “apparizione”. In tali giorni la durata dell’estasi fu il 10 giugno di circa 62 secondi, il 6 ottobre di circa 120 sec., il 7 ottobre di circa 80 sec. Dalle registrazioni effettuate è emerso che i soggetti certamente non sono affetti da epilessia o da equivalenti epilettici. La lettura dei tracciati ha condotto ad escludere che l’estasi corrisponda ad una fase di sonno o che sia accompagnata da sogni. Le differenze fra prima, durante e dopo, per quanto concerne i tracciati EEG, sono molto modeste: prima dello stato di estasi si ha il ritmo beta (attenzione e riflessione) o il ritmo alfa (altro ritmo di veglia). Il ritmo alfa predomina progressivamente a cominciare dall’inizio dell’estasi. Non compaiono altri ritmi che lascino sospettare stati patologici.
Elettrocardiogramma
Il controllo dell’attività cardiaca con l’ECG, effettuato il 6 ottobre per Vicka ed il 7 ottobre per Maria e per Ivan, ha mostrato che il ritmo cardiaco resta normale(sinusale). La frequenza delle pulsazioni si modifica variamente, vale a dire: per Vicka da 105 pulsazioni prima dell’estasi, passa a 135-140 pulsazioni durante l’estasi. Per Marija da 105 prima dell’estasi, passa a 95 durante l’estasi, e va a 110 dopo l’estasi. Per Ivan da 97-111 prima dell’estasi, sale a 120-131 durante l’estasi, e poi a 120 pulsazioni al minuto.
Test oculari (Dr. Jacques Philippot)
La stimolazione luminosa intermittente (SLI) non provoca nessuna scarica elettrica di tipo epilettico né prima, né durante, né dopo l’estasi. L’esame oftalmoscopico del “fundus” mostra uno stato normale sia prima che durante e dopo l’estasi.
Riflessi pupillari o riflesso fotomotore
La reflessività della pupilla non muta durante l’estasi rispetto al periodo precedente e conseguente, come è stato sperimentato in Marija e Ivanka il 6 ottobre ed ancora in Maria il 7 ottobre 1984. Il riflesso dell’ammiccamento palpebrale, invece, scompare durante lo stato estatico, come è stato riscontrato in Maria e Ivanka il 7 ottobre, investendo i loro occhi con una luce forte ed improvvisa. Anche il diaframma posto davanti a Maria e a Ivanka durante l’estasi non veniva da loro avvertito e non turbava l’andamento della loro visione. Gli autori concludono affermando chedurante l’estasi l’appercezione visiva dell’ambiente sembra scomparire; gli occhi dei veggenti restano aperti, ma sembrano meno sensibili alla luce: scompare il riflesso dell’ammiccamento, mentre permane la contrazione della pupilla per lo stimolo luminoso.
Elettro-oftalmogramma
La registrazione dei movimenti dei globi oculari è stata effettuata contemporaneamente in Marija ed Ivan. Si è rilevato che con l’inizio dello stato estatico i movimenti oculari si arrestano simultaneamente; durante l’estasi i globi oculari restano immobili. Con il termine dell’estasi la ripresa dei movimenti oculari è sincrona, quasi al secondo.
Funzione uditiva (Don. François Rouquerol)
È stata effettuata una indagine sui potenziali evocati uditivi per Ivan il 29 dicembre 1984 Prima dell’estasi la conducibilità dei nervi uditivi (Vili paio dei nervi cranici) risultava normale. Con uno stimolo acustico di 70 decibel di livello sonoro si determinava una reazione di soprassalto… Durante l’estasi, mentre la conducibilità nervosa risultava ancora normale, cionondimeno non si aveva reazione alcuna ad uno stimolo sonoro di 90 decibel (che corrisponde al rumore di un motore a scoppio ad alto regime). Dopo l’estasi anche il ragazzo affermava di non aver avvertito nulla.
Funzione fonica (voce e laringe)
È stata studiata su Ivanka il 28 dicembre 1984, dal Dott F. Rouquerol. Si sono ottenuti i seguenti risultati: Durante la recita della preghiera prima dell’apparizione si osservano ampie oscillazioni dell’ago di registrazione, che segnala i movimenti dei muscoli del laringe e del velo palatino. Con l’inizio dell’estasi, nel momento in cui la voce scompare, anche l’ago si immobilizza, il che indica che non vi è più movimento nel laringe. In questo tempo v’è articolazione dei muscoli delle labbra, per la conversazione senza fonazione. Con la ricomparsa della voce durante la recita delle preghiere in corso di estasi l’ago presenta movimenti, che poi scompaiono. Alla fine dell’estasi ricompaiono i movimenti del laringe quando il soggetto parla. L’autore ritiene che l’estinzione della voce all’inizio dell’estasi dipende dalla cessazione dei movimenti del laringe, anche se il movimento delle labbra resta normale.
Il Professor Joyeux tende a insistere su alcuni punti che lui ritiene essenziali:
1. La Chiesa non può “riconoscere ufficialmente” il miracolo della apparizioni del Vergine finché il fenomeno delle apparizioni non sarà terminato. Continua ogni giorno almeno per 3 veggenti, Marija, Ivan e Vicka.
2. Il vescovo del luogo (precedente ed attuale) è stato privato dal Vaticano del suo potere decisionale su ciò che avviene a Medjugorje, tanto più che indagini discrete e ben condotte (anche da vescovi venuti sui luoghi) hanno portato il Vaticano a non proibire i pellegrinaggi privati che possono essere accompagnati da responsabili religiosi.
3. Studi scientifici psichiatrici, neurofisiologici molto seri che comprendono numerose registrazioni delle funzioni cerebrali, oculari, uditive, fonatorie, cardiache, respiratorie sui veggenti sono stati realizzati da gruppi internazionali.
Fin dal 1985 il gruppo francese che abbiamo diretto ha potuto dimostrare che i giovani veggenti non sono malati. Lo stato di estasi non corrisponde ad alcuna delle patologie seguenti: nevrosi, psicosi, epilessia, sogno, isteria, allucinazione, catalessi e rappresenta “uno stato di preghiera intensa, distaccato parzialmente del mondo esterno, uno stato di contemplazione e di comunicazione coerente e sana, con una persona che chiamano Gospa – che soltanto loro vedono ed intendono”. Nel 1998, un gruppo austro-italiano, diretto dal professore Andreas Resch di Innsbruck ed il medico Giorgio Gagliardi di Milano ha fatto prove multiple su tutti i veggenti ed ha eliminato formalmente l’ipotesi di un inganno cosciente o di una frode, poiché non hanno trovato appoggi psicologici o neurofisiologici a questi stati.
È logico che 22 milioni di pellegrini che sono andati a Medjugorje abbiano partecipato allo sviluppo della Bosnia Erzegovina, poiché occorre alloggiare, nutrirsi e per acquistare souvenir. Immaginare che religiosi abbiano inventato le apparizioni per stimolare il commercio è in sé una bella soluzione. Se ciò fosse vero numerose regioni del mondo potrebbero fare altrettanto per ottenere bei successi economici. Restano i “frutti umani” di ciò che avviene a Medjugorje e che abbiamo potuto apprezzare come esperti scientifici e medici. I numerosi pazienti che si recano trovano là una pace interna che li equilibra e permette loro di sopportare meglio trattamenti spesso pesanti. Drogati fortemente dipendenti da sostanze stupefacenti hanno potuto trovare rapidamente una vita normale, grazie ad accompagnamenti fraterni straordinari. Si verificano guarigioni straordinarie e non sono ancora confermate e pubblicate per mancanza di aggiornamenti.
Sembra davvero incredibile che degli uomini siano capaci di creare di sana pianta tali eventi (le false apparizioni sono ben conosciute e non sono mai durate) quando si sanno degli episodi di guerra ancora recenti degli abitanti di queste regioni, tra villaggio e tra comunità etniche e confessionali molto diverse per non dire antagoniste. È soprattutto questa originalità che il giornalista di Sarajevo avrebbe dovuto fare emergere su ciò che avviene a Medjugorje. Quanto al bene portato, ovviamente più numeroso, credenti o non credenti trovano a Medjugorje un ambiente di pace e di preghiera che li rasserena e permette loro di allontanarsi dalle vicissitudini del mondo attuale. Insisto tanto più su questi fatti dato che, essendo stato consultato fin dal 1984, ero personalmente molto scettico su ciò che avveniva in Jugoslavia ancora sotto il regime comunista. Ho dunque deciso di organizzare lo studio scientifico allo scopo di verificare se tutti questi fenomeni non erano seri e che la scienza lo poteva dimostrare.
Prof. Henri Joyeux
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.