Medjugorje – Le opinioni dei teologi sui Messaggi
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I pareri dei teologi sul perché delle apparizioni della S. Vergine e sul significato dei suoi Messaggi sono assolutamente concordanti e decisamente favorevoli. Innanzitutto, cosa fondamentale per la Chiesa, in nessuno dei messaggi sono stati riscontrati errori teologici, rispetto a quanto insegna il Magistero.
E’ il caso di fare subito un’importante precisazione: la Madonna che scende sulla terra per parlarci è solo la celeste Messaggera ma l’Autore del Messaggio è Dio stesso il quale, vedendo milioni e milioni di suoi figli che, sedotti dal Maligno, hanno perduto la Grazia e brancolano come ciechi in un mondo pervaso dalle tenebre del male, “non volendo che alcuno perisca ma che tutti abbiano modo di salvarsi”, manda la Madre a prenderci per mano (come si fa con i bambini ancora incerti nel camminare) per muovere i primi passi verso la luce.
Certo, la situazione mondiale appare estremamente seria, perché questa società materialista può generare solo ed esclusivamente sistemi economici e sociali fondati sull’ateismo e, sappiamo bene che, dove non c’è Dio, anche la pace, la giustizia, la verità e la morale sono sempre terribilmente compromesse.
Ma il rimedio a tutto questo non può essere un miracolo piovuto dal cielo perché Dio, quando ha creato l’uomo – e lo ha creato libero e, quindi responsabile – gli ha affidato “l’opera delle sue mani” (il creato sensibile) e, quindi, adesso tocca a lui trovare la soluzione ai guasti che ha combinato. Il problema è che l’essere umano, creato da Dio per essere unito a Lui in pienezza d’Amore, di armonia e di bene, deve prima riuscire a ritrovare quella primitiva comunione per potersi nuovamente realizzare e, così, essere capace di rimettere ogni cosa nel giusto equilibrio.
Da solo non ci riuscirebbe mai. Ecco, allora, che la Mamma celeste, fin dalle sue prime apparizioni a Medjugorje, ha richiamato l’attenzione sull’esistenza di Dio: “Dio esiste. Dio è Verità. Solo in Dio c’è la felicità ed il senso della vita”. A questo fondamentale messaggio, si aggiunge quello dell’esortazione alla pace: “Fate pace con Dio e fra di voi!”. Non può essere diversamente perchè, alla base di tutto, ci deve essere la riconciliazione. La prima riconciliazione, ovviamente, deve avvenire con Dio e questo diventa possibile solo quando l’uomo ritrova il senso del soprannaturale e riprende a pregare. Attraverso la preghiera prende anche coscienza del suo stato di peccatore e si pente.
Il pentimento lo porta a ricercare il perdono e, quindi, il sacerdote che, attraverso una sincera confessione, possa ottenergli la riconciliazione con Dio e quindi la comunione con la fonte della Grazia e della pace. Oggi si parla spesso di pace, ognuno vorrebbe la pace ma non può trovarla nel mondo perché quella che esso può offrire è solo una pace apparente, una sorta di tranquillità, una pausa tra un problema e l’altro.
Ma la pace che viene da Dio è Grazia che fluisce da Lui, è armonia, è serenità che proviene da un’energia soprannaturale per cui il credente sa di non dover temere le difficoltà perché, con l’aiuto di Dio, può superarle: “Vi do la mia pace perché vi prepari lo spirito all’intendere. Nella tempesta non può giungere la Voce del Signore. Ogni turbamento nuoce alla Sapienza perché essa è pacifica, venendo da Dio, perché le sollecitudini, le ansie, i dubbi, sono opere del Maligno per turbare i figli dell’uomo e separarli da Dio” (M. Valt).
Don Manlio
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