Miracoli – Miracoli di Maria
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MIRACOLI DI MARIA
Associazione Madonna di Fatima
CHE COS’E’ UN MIRACOLO?
“Quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva.
E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: `Lo voglio, sii sanato”. E subito la sua lebbra scomparve. ” (Mt 8, 1-3)
“Miracolo! Miracolo! È un miracolo!” – grida il popolo, meravigliato dinanzi a quel fenomeno che nessuno è in grado di spiegare. Numerosi altri miracoli sono narrati nella Bibbia. Nel corso dei secoli, Dio ha continuato a intervenire nella storia dei santi e della Chiesa, operando molti miracoli per il bene dei fedeli. Ma che cos’è esattamente un miracolo?
La Chiesa cattolica ha stabilito i criteri per sapere con certezza se un fatto particolare è miracoloso o no.
In primo luogo, ci devono essere documenti in grado di dimostrare che il fatto preso in considerazione è reale, che non è una frode o il frutto dell’immaginazione o di un condizionamento psicologico.
In secondo luogo, è necessario che esso sia il risultato di un’esperienza autenticamente religiosa.
Infine, il fatto deve essere inspiegabile secondo le leggi naturali e della scienza.
Ma… sarà possibile che ancor oggi avvengano miracoli? ……
Sì, essi si verificano anche ai nostri giorni. Ad esempio, nei processi di beatificazione e canonizzazione, la Chiesa esige la prova dei miracoli, ottenuti attraverso l’intercessione della persona che sarà beatificata o canonizzata. La Chiesa è attenta a effettuare un’analisi minuziosa, prima di dichiarare che si è trattato effettivamente di un miracolo.
È necessario notare che solo Dio è in grado di compiere miracoli, perché solo lui ha il potere di sospendere le leggi della natura. La Madonna e i santi sono semplicemente intercessori presso di Lui per la realizzazione di un miracolo.
Ma a Dio piace agire per mezzo dei santi, specialmente attraverso la Madonna.
Al fine di avvicinare ancor più gli amici e simpatizzanti di questa Madre così formidabile, l’Associazione Madonna di Fatima – Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione presenta il libretto “Miracoli di Maria”.
Sono storie straordinarie di miracoli realizzati per mezzo dell’intercessione della Vergine Maria.
Perciò desideriamo che questa pubblicazione sia per lei, come per coloro che la verranno ad avere tra le mani, portatrice di grande bene e stimolo ad aver fiducia nella Madonna.
L’IMMAGINE DI GUADALUPE
Nel lontano 1531, un indio saliva sulle colline del Tepeyac, nei dintorni di Città del Messico, per assistere ad una lezione di catechismo. Il suo nome era Juan Diego: era un neobattezzato che impressionava tutti per il fervore con cui aveva abbracciato la religione cattolica.
Giunto in cima alla montagna, egli udì risuonare dei canti e, allo stesso tempo, una voce femminile che lo chiamava: – Juan, Juan Dieguito!
Sorpreso, l’indio si diresse verso il luogo da dove proveniva la voce e poté contemplare qualcosa di veramente meraviglioso! Una Signora di bellezza sovrannaturale stava di fronte a lui. La sua veste irradiava una luce intensa e tutto intorno a lei era trasformato. – Juan Diego
si chinò davanti a lei e udì, incantato, le seguenti parole: – Juanito, il più umile dei miei figli […]. Io, la Sempre Vergine Maria, Madre del Dio Vivo e del Creatore, desidero che sia costruito qui, subito, un tempio. In questo modo potrò mostrare tutto il mio amore, compassione, soccorso e protezione agli uomini. Io sono la tua pietosa Madre, tua e di tutti gli abitanti di questa terra e di tutti coloro che Mi amano, invocano e confidano in Me. Ascolto tutti i loro lamenti e curo tutte le loro miserie, afflizioni e dolori.
Dopo aver detto questo, la Madonna ordinò a Juan Diego di andare al palazzo del Vescovo di Città del Messico e di riferirgli il suo desiderio: che in quel luogo si costruisse un tempio dedicato a Lei. Promise anche che sarebbe stata molto riconoscente per questo e che lo avrebbe ricompensato largamente.
Il nostro buon indio obbedì. Il Vescovo, però, non credette alle sue parole e volle che il veggente portasse un segno dalla Madre di Dio.
Juan Diego tornò molto triste e umilmente riferì alla Vergine l’accaduto. La Madonna lo incoraggiò e gli chiese di salire in cima alla collina e di cogliere i fiori che avesse trovato.
Giunto in cima, egli rimase incantato dalla varietà dei fiori sbocciati in pieno inverno su quel suolo arido. Li colse e li portò alla bella Signora. Ella lo inviò nuovamente dal vescovo, a presentargli quei fiori come prova della sua apparizione.
L’indio, pieno di fede, ripose i fiori nel suo mantello – una specie di poncho rustico usato dai contadini aztechi – e si incamminò in direzione del palazzo episcopale.
Quando vi giunse, fu umiliato dai funzionari del vescovo: – Tu, ancora? Non sai che il Signor Vescovo è un uomo molto occupato?!
E ancora: – Questa storia della Vergine che ti appare, è un’invenzione tua, vero? Che ci vuoi guadagnare con questo?
– Non sto inventando nulla, no! – assicurava l’indio – È tutto vero! La Signora, mia madre, mi ha mandato qui.
– Che cosa porti nascosto lì?
– Sono i fiori che ho colto in cima al Tepeyac, disse Juan Diego.
– Guardate! Sono fiori esotici!
– Ma che bei fiori! Non ne ho mai visti di così tanto belli!
1 funzionari erano incantati, ma l’indio ebbe da aspettare ancora molte ore, fino a che, finalmente, i funzionari riferirono al vescovo il caso dei fiori, e questi, allora, decise di riceverlo. Quando arrivò al suo cospetto, Diego aprì il suo mantello e i fiori caddero. Con sorpresa e meraviglia di tutti, su quella rustica veste appariva una splendida immagine della Madonna.
Davanti ad un simile segno, il vescovo si mise in ginocchio, emozionato. Adesso, credeva! Quando si alzò era pronto a soddisfare la richiesta della Vergine Santa.
Il vescovo volle che quell’immagine della Madonna fosse venerata da tutti i fedeli. Innanzitutto, egli la espose nella cappella del Palazzo e poi nella chiesa principale della città. Lì rimase fino alla fine della costruzione del tempio sul Tepeyac, nel luogo indicato da Juan Diego.
La Madonna di Guadalupe, come cominciò ad esser chiamata, fu proclamata patrona dell’America Latina da Papa San Pio X, nel 1910. La sua festa è commemorata il giorno 12 Dicembre.
Al di là della storia e del miracolo, l’immagine della Vergine di Guadalupe porta con sé aspetti affascinanti, che ancor oggi incuriosiscono scienziati del mondo intero.
Il mantello dell’indio Juan Diego è tessuto con una fibra grossolana destinata a disfarsi nel tempo: normalmente la sua durata è di circa 20 anni. Ormai di anni ne sono passati quasi 500 ed esso si conserva perfetto, come nel giorno del miracolo.
Per 100 anni l’immagine è rimasta esposta nella chiesa ed è stata portata in numerose processioni senza alcuna protezione. Baci e contatti da parte dei fedeli, umidità e polvere: nulla ha compromesso il tessuto, né l’immagine.
Analizzando le proprietà della pittura, il Dott. Richard Kuhn, Premio Nobel per la Chimica nel 1938, non riuscì a scoprire se la tinta usata fosse di origine vegetale, animale o minerale.
Un test a raggi infrarossi, effettuato da tecnici della NASA nel 1979, concluse che il disegno fu realizzato senza abbozzo preliminare.
Tuttavia, la più affascinante scoperta degli studiosi dell’immagine, avvenne durante l’analisi degli occhi della Santissima Vergine.
Dopo vari ingrandimenti della fotografia, con stupore si osservò in entrambi gli occhi la figura di un uomo con la barba.
Più tardi, utilizzando metodi computerizzati ad alta tecnologia, si scoprì un dettaglio ancora più impressionante: tutti i personaggi presenti nella sala, al momento della consegna dei fiori, incluso lo stesso Juan Diego, sono “fotografati” negli occhi dell’immagine.
Ancora, studi compiuti da numerosi oftalmologi hanno rivelato che gli occhi hanno la brillantezza e la luminosità proprie soltanto di una persona viva!
Questo affascinante insieme di scoperte – per il quale la scienza non ha una spiegazione – potrebbe riassumersi in una sola parola: miracolo. Uno dei più stupendi miracoli della Madonna, un vero dono della Madre di Dio ai suoi amati figli d’America.
LOURDES E L’ACQUA MIRACOLOSA
L’11 febbraio 1858, nel piccolo villaggio francee di Lourdes, una bambina povera di nome Bernardette vide per la prima volta la Vergine Maria. Mentre stava raccogliendo legna nei pressi di una grotta, un improvviso rumore la colse di sorpresa!
Ecco quanto lei stessa racconta di quello che accadde: Un giorno, recatami sulla riva del fiume Gave per raccogliere legna insieme con due fanciulle, sentii un rumore. Mi volsi verso il prato ma vidi che gli alberi non si muovevano affatto, per cui levai la testa e guardai la grotta. Vidi una Signora rivestita di vesti candide. Indossava un abito bianco ed era cinta da una fascia azzurra. Su ognuno dei piedi aveva una rosa d’oro, che era dello stesso colore della corona del rosario.
Era la Santissima Vergine che, sorridendo, la invitava ad avvicinarsi a Lei. Timorosa, Bernadette non avanzò, ma prese il rosario e cominciò a pregare. Lo stesso fece la “bella Signora”, che nonostante non muovesse le labbra, la accompagnava con la sua corona.
Questa è stata la prima di una serie di 18 apparizioni in quella grotta. Inizialmente, la giovane Bernadette Soubirous non sapeva chi fosse quella Signora, che però non tardò a rivelare la sua identità: – Io sono l’Immacolata Concezione.
La notizia delle apparizioni si diffuse in tutti i dintorni, facendo sì che tanto i credenti come i non credenti accorressero a visitare il sito.
Fu nella nona apparizione, il 25 febbraio, che Maria compi un miracolo meraviglioso! Questo miracolo sta ancora dando i suoi frutti ai giorni nostri, e proprio soltanto la Madre di Misericordia, avrebbe potuto farci un dono con così tanta bontà.
La Madonna fece sgorgare una fonte in fondo alla grotta delle apparizioni e invitò Santa Bernadette a bere di quell’acqua.
La fonte, inizialmente debole, diventò sempre più forte, fino ad arrivare ad una portata di migliaia di litri di acqua al giorno.
In quel luogo venne costruito un Santuario, che Papa Pio IX elevò al rango di Basilica nel 1874. Lourdes è uno dei luoghi più visitati al mondo. Sono milioni i pellegrini che vi si recano ogni anno e moltissimi malati trovano la guarigione nelle sue acque miracolose.
Alcune storie sono veramente straordinarie. Il 4 marzo, meno di un mese dopo la prima apparizione, un bambino di due anni, paralitico, agonizzava in una povera casa del villaggio. Il padre, disperato nel vedere suo figlio in quello stato, esclamò tristemente: – Mio figlio è morto!
Al contrario, la madre non piangeva: aveva la fede delle grandi donne cristiane. Prese tra le braccia il corpo ormai rigido di suo figlio e corse alla grotta di Massabielle. Circa 600 persone erano lì, a pregare e chiedere grazie.
La madre cadde in ginocchio, con il bambino moribondo tra le braccia, e pregò con fiducia a voce alta:
– O mia Signora! Io so che tu sei Madre e che hai sofferto per la morte di Tuo Figlio, Gesù Cristo! Per l’amore che ti lega a Lui, guarda il mio dolore e ridà la salute al mio bambino! So che ti è possibile! Io so che ti è possibile, mia Signora!
La madre avanzò in ginocchio fino alla fonte e immerse il corpo del figlio nell’acqua che era gelida, perché faceva molto freddo, tenendovelo per quindici minuti. Poi lo avvolse in un panno e lo portò a casa. Il giorno dopo, il bambino si svegliò pieno di vita e completamente guarito dalla paralisi. Questo miracolo fu constatato non solo da numerosi fedeli, ma anche da tre medici.
Un’altra guarigione davvero impressionante ci è raccontata dallo stesso miracolato, il medico messicano Manuel Camacho Campbell:
Al tempo in cui ero studente alla Scuola Preparatoria di Medicina nel 1918, soffrivo di una laringite che mi provocava una fastidiosissima afonia, soprattutto perché mi faceva emettere un tono di voce acuto, femminile, sgradevole, dissonante, che non mi permetteva di parlare normalmente. Questo interferiva nei miei studi. Tuttavia, ho continuato a studiare passando alla Facoltà di Medicina, dove ho terminato il mio corso.
Per molti anni sono stato curato da medici specialisti in Messico senza ottenere alcun miglioramento.
Il Dott. Manuel andò, in seguito, a studiare in Europa e ne approfittò per consultare un medico in Francia. Questi, a sua volta, gli indicò uno specialista in Austria.
Nessuno di loro riusciva a fare una diagnosi precisa…
Gli raccomandarono, allora, di andare a Londra a consultare uno specialista ebreo, il dottor Stern. Fu veramente la mano di Dio che lo guidò fino a lui.
Così continua, nella sua relazione, il dottor Manuel:
Dopo avermi esaminato con grande cura, il dottor Sterra disse che il mio male era incurabile. Solo un miracolo avrebbe potuto guarirmi.
Ma il famoso specialista, vedendo una medaglia della Madonna al collo del Dott. Manuel, gli chiese: – Lei è cattolico?
– Sì, io sono cattolico. Perché?
– Allora, chieda un miracolo, perché se lei guarisce, mi converto alla sua religione.
Dopo questa consultazione medica, invece di scoraggiarsi, il Dott. Manuel pensò:
È da molto tempo che ho voglia di visitare Lourdes. Posso pur sempre andarci e chiedere la mia guarigione a Maria Santissima.
La Madonna di Lourdes era già ben nota al Dott. Manuel. Egli andò, pertanto, a Lourdes, dove arrivò proprio nel giorno della festa, l’l1 febbraio 1931. Inginocchiato e angosciato, si sentiva più malato che mai, al punto da non riuscire quasi a parlare. In quel momento, vide un gruppo di pellegrini spagnoli che si avvicinava cantando l’Ave Maria di Lourdes.
Il suono di quella melodia, intonata nella sua stessa lingua, gli fece nascere il desiderio di unirsi anch’egli al canto.
Ho sentito un impulso irrefrenabile di cantare con loro e, facendo uno sforzo, ho cantato senza rendermene conto, e quale non è stata la mia sorpresa nell’ascoltarmi! La mia voce era quella stessa che avevo perso tanti anni prima. Ero guarito!
Tornato a Londra, il Dott. Manuel Camacho cercò il Dott. Stern per ringraziarlo e per fare un’ultima visita. Il grande specialista rimase talmente stupefatto della guarigione, che compì la sua promessa: si recò a Lourdes dove fu battezzato.
Numerose altre persone sono guarite da molti mali, per intercessione della Madonna, bagnandosi nelle acque di Lourdes.
È noto il caso di un operaio francese che aveva perso gli occhi in seguito ad un’esplosione in una miniera. Tale era la sua fede che, dopo che si fu bagnato nelle acque di Lourdes, la Madonna gli ridiede la vista.
Un altro miracolo bellissimo accadde a un bambino italiano, Paolo Tecchia, di sette anni. Era tetraplegico dalla nascita, e cominciò a muovere gli arti e a camminare perfettamente nel 1974, dopo essersi bagnato in quelle acque benedette. Questi sono solo alcuni esempi degli innumerevoli miracoli ottenuti per intercessione della Madonna di Lourdes.
L’11 febbraio, data della prima apparizione, è perciò la Giornata Mondiale del Malato.
ED IL SOLE DANZÒ NEI CIELI DI FATIMA
Nel 1917 il mondo era immerso negli orrori della Prima Guerra Mondiale. Mai prima d’allora nella storia dell’umanità un conflitto aveva raggiunto tali proporzioni, con così tragiche conseguenze per la vita di tanti popoli e persone.
Il dolore visitava tutte le case d’Europa. In ogni famiglia si piangeva la perdita di una persona cara. Era il pianto addolorato di una madre per il figlio morto, della moglie per il marito, dei figli che erano rimasti senza padre. Il numero delle vittime sorprendeva il mondo intero!
In questo panorama di dolore Maria, Regina della Pace, apparve per la prima volta il 13 Maggio 1917 a tre pastorelli – Lucia, Giacinta e Francesco – a Fatima, in Portogallo.
Lucia, la maggiore dei tre veggenti, descrisse così la prima apparizione della Madonna: Era una Signora tutta vestita di bianco, più luminosa del sole, che risplendeva più chiaramente e più intensamente di un bicchiere di cristallo pieno d’acqua pura, attraversato dai raggi del sole più ardente.
La Madonna, dalla cima di un alberello, disse ai bambini: – Non abbiate paura, non voglio farvi del male!
– Da dove viene Signora?
– Sono del Cielo! Sono venuta a chiedervi di venire qui per sei mesi consecutivi, il giorno 13, a questa stessa ora. Poi vi dirò chi sono e che cosa voglio. Tornerò ancora una settima volta. Recitate il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace per il mondo e la fine della guerra.
Come promesso, la Madonna apparve, nei cinque mesi successivi, chiedendo ai tre pastorelli di pregare per la conversione dei peccatori. Lasciò anche un messaggio di speranza per l’umanità.
Nel mese di luglio, la Vergine annunciò che in ottobre avrebbe fatto un miracolo per dimostrare a tutti l’autenticità delle apparizioni.
Giunto il 13 ottobre, data del miracolo promesso, circa 70 mila persone si radunarono a Cova da Iria in attesa del momento dell’apparizione, per vedere che cosa sarebbe successo.
Con gli ombrelli aperti, i fedeli si riparavano dalla pioggia torrenziale che non cessava di cadere. In poche ore, il campo si trasformò in un vero pantano.
Lucia chiese a tutti di chiudere gli ombrelli, nonostante continuasse a piovere, e cominciò a recitare il rosario.
A mezzogiorno, quando le campane delle chiese suonavano l’Angelus, una nuvola coprì i pastorelli e la Vergine Maria apparve sfolgorante, con un’intensità di luce maggiore rispetto a tutte le altre apparizioni.
La Madre di Dio e nostra fece allora una richiesta, un’importante comunicazione e un materno avvertimento: – Voglio dirvi di edificare qui una cappella in mio onore, in quanto sono la Madonna del Rosario e di continuare a pregare il rosario tutti i giorni. La guerra finirà e i soldati torneranno presto alle loro case… È necessario che vi emendiate, che chiediate perdono dei vostri peccati e che non offendiate più Nostro Signore, che è già molto offeso.
Detto questo, la Madonna aprì le sue mani verginali e fece riflettere la loro luce sul Sole. Mentre Ella saliva al Cielo, continuava il riflesso di quella luce che si proiettava nel Sole.
Lucia allora gridò alla moltitudine: – Guardate il Sole!
In quel momento, le nuvole si aprirono e il sole apparve come un immenso disco d’argento. Nonostante la sua intensa brillantezza, poteva essere guardato direttamente, senza danneggiare la vista. La gente lo contemplava in silenzio quando, all’improvviso, l’astro si mise a “danzare”.
Girava rapidamente come una gigantesca ruota di fuoco. Si fermò di colpo, per poi ricominciare il giro su se stesso con una velocità sorprendente. Infine, in un turbine vorticoso, i suoi bordi acquistarono un colore scarlatto, spargendo fiamme rosse in tutte le direzioni. Questi raggi si riflettevano sul suolo, sugli alberi, sui cespugli, sui visi rivolti al cielo, riflettendo su di loro tutti i colori dell’arcobaleno.
Il disco di fuoco girò vorticosamente tre volte, con colori sempre più intensi, tremò incredibilmente e, descrivendo un enorme zig-zag, calò precipitosamente sulla moltitudine terrorizzata. Un unico e immenso grido sfuggì da ogni bocca. Tutti caddero in ginocchio nel fango, pensando che sarebbero stati consumati dal fuoco. Molti pregavano ad alta voce l’atto di contrizione.
A poco a poco, il sole riprese a salire, tracciando lo stesso zig-zag, fino al punto dell’orizzonte da cui era sceso. Diventò allora impossibile fissarlo. Era di nuovo il normale sole di tutti i giorni. I prodigi durarono circa 10 minuti e poterono essere osservati fino ad una distanza di 40 chilometri dal luogo delle apparizioni. Tutti si guardarono turbati. Poi la gioia esplose: – Miracolo, miracolo! I bambini avevano ragione!
Le grida di entusiasmo echeggiavano nelle colline circostanti, e molti notarono che i loro vestiti, inzuppati fino a pochi minuti prima, erano ora completamente asciutti.
Il miracolo del sole fu ottenuto dalla Madonna per dimostrare a tutti l’autenticità delle sue apparizioni a Fatima.
LA PITTURA CHE SCESE DAL CIELO A GENAZZANO
Miracolo! Miracolo!
È l’unico modo per descrivere il fatto verificatosi in Italia, a Genazzano (Roma), il 25 aprile del 1467, giorno della festa del suo patrono, San Marco.
La popolazione di quella città contemplò estasiata una nuvola bianca a forma di colonna, che diffondeva raggi di luce, sorvolando i cieli del piccolo paese. Dopo essere rimasta per un certo tempo sospesa nell’aria, essa discese in direzione di una chiesa in costruzione e si appoggiò contro una parete incompiuta. A quel punto la nuvola scomparve, lasciando al suo posto una bella immagine della Vergine Madre di Dio con Gesù Bambino in braccio.
In quel momento le campane della chiesa cominciarono a suonare e i fedeli presenti videro perfettamente che nessuno le azionava. Presto anche tutte le campane dei dintorni si misero a suonare, esprimendo la gioia del Cielo per l’arrivo dell’immagine.
La chiesa in costruzione era dedicata alla Madonna del Buon Consiglio, su iniziativa di una vedova di nome Petruccia, molto devota di Maria. Questa buona signora riceveva piccoli aiuti per la costruzione, ma il più delle volte quello che le toccava sentire erano parole di scherno e di discredito. Con l’arrivo miracoloso dell’immagine, giunsero da tutte le parti generosi contributi e l’opera poté essere portata a termine in breve tempo.
La notizia del meraviglioso evento giunse a Roma e attirò molti pellegrini a Genazzano. Tra di loro vi furono due albanesi – Georgio e De Sclavis – testimoni a loro volta di un altro impressionante miracolo.
Molto preoccupati per il futuro della loro patria, in serio pericolo di essere invasa dalle truppe turche, angosciati, andarono a pregare davanti all’Immagine della Patrona dell’Albania, uno splendido affresco dipinto nel santuario della città di Scutari. Dopo un po’ di tempo, videro con stupore l’affresco staccarsi dalla parete con un sottile strato di gesso e volare verso il mare Adriatico.
Seguirono allora l’immagine fino alla riva del mare e vedendo che seguitava il suo cammino, sorvolando la superficie, pensarono che non l’avrebbero mai più rivista…
Un’ispirazione fece loro ricordare San Pietro, che miracolosamente camminò sulle acque. Pieni di fede, avanzarono nel mare, camminando sulle acque, come se fossero su terra ferma, seguendo sempre la venerata immagine. Così attraversarono il mare Adriatico.
Al loro arrivo in Italia, la persero di vista e ne furono sconfortati, finché un giorno, a Roma, vennero a sapere che un affresco della Madonna era disceso dal cielo e si era posato nella vicina città di Genazzano.
La notizia della miracolosa apparizione dell’affresco si diffuse in tutto il paese con una velocità impressionante. Immediatamente iniziò una vera e propria valanga di miracoli: un paralitico cominciò a camminare, una cieca riacquistò la vista, un giovane morto da poco resuscitò.
Nei primi 110 giorni la Madre del Buon Consiglio realizzò 161 miracoli a favore dei suoi fedeli devoti.
I padri agostiniani, incaricati del Santuario del Buon Consiglio custodiscono ancor oggi il registro dei miracoli effettuati subito dopo l’apparizione dell’affresco della Madonna. Vediamone alcuni, a titolo di esempio:
Giorno 8 maggio: Sono guarite oggi Francesca Ceccarelli, di Paliano [FR], cieca fin dall’infanzia, e debole per tutta la sua vita e Minna di Giovan Capozzo, di Cave [Roma], che da tempo era divenuta invalida, in quasi tutte le sue membra.
Giorno 18 maggio: Oggi, nella Santa Cappella, è guarito Antonio Guastacavalli, di Frascati [Roma], paralitico, che da dodici anni non riusciva a muoversi e nemmeno a sostenersi in piedi.
Giorno 3 giugno: Oggi, la signora Antonia, di Castel Sanguigno, moglie di Antonio Conti di Montefortino [FM], gravemente colpita da un attacco apoplettico, a causa del quale ha perso la sensibilità di tutto il lato destro, condotta con difficoltà alla Santa Cappella, si è ritrovata immediatamente guarita, completamente sana, dopo essersi trascinata per tre anni e sette mesi della sua vita con la malattia.
Ancora oggi l’immagine della Madonna del Buon Consiglio si trova misteriosamente sospesa in aria, invocata da oltre 500 anni! E, cosa eccezionale, rimane tuttora sospesa in aria alla distanza di un paio di centimetri dal muro della cappella laterale del suo Santuario, a Genazzano.
Italiani e pellegrini provenienti da tutto il mondo continuano a venire a Genazzano per chiedere l’intercessione della Madonna, davanti al santo affresco.
Mai Maria rinuncia a soddisfare le richieste dei suoi figli e devoti.
LA CASA DI LORETO
Ancor più impressionante del vedere un affreco di Maria attraversare il cielo è il vedere la casa dove visse la Sacra Famiglia essere trasportata da Nazaret, in Terra Santa, fino alle coste italiane. Come si verificò tale prodigio?
Dopo la conquista della Terra Santa da parte di Saladino, molte delle chiese cristiane lì esistenti furono distrutte o trasformate in moschee. La Basilica dell’Annunciazione, costruita a Nazaret per ospitare la casa in cui era vissuta la Sacra Famiglia, fu demolita, ma la casa rimase intatta.
In circostanze del tutto inspiegabili, essa fu trasportata in aria la mattina del 10 maggio 1291
fino a Tersatz, città della Dalmazia, ora facente parte della Croazia.
All’alba, gli abitanti di Tersatz guardarono stupiti quella costruzione così strana in quella regione e che, misteriosamente, non era dotata di fondamenta … All’interno c’era un altare di pietra con una statua della Madonna che teneva in braccio il Bambino Gesù.
La grazia li ispirò a riconoscere quella casa come la dimora della Sacra Famiglia. Segnalarono l’accaduto al vescovo, che era gravemente ammalato. Egli chiese allora un segnale alla Madre di Dio: se fosse guarito, questa sarebbe stata la prova che si trattava proprio della casa di Gesù e Maria. Il giorno seguente, completamente guarito, comparve presso la casa, sano e vigoroso, riferendo a tutti gli abitanti il miracolo compiuto dalla Vergine a suo favore. Riunì, allora, una commissione di uomini degni di fiducia e andò a Nazaret, dove constatò con i propri occhi che nell’antico luogo dove era stata costruita la casa di Maria, c’erano soltanto le fondamenta!
Il 10 dicembre 1294, a soli tre anni e mezzo dal suo dislocamento a Tersatz, la preziosa casa scomparve misteriosamente così come era apparsa … Sul luogo venne costruita una cappella in memoria dell’accaduto.
Lo stesso giorno, portata da mani angeliche, la Santa Casa di Nazaret attraversò il Mar Adriatico e si posò in Italia, vicino alla città di Recanati (MC), in mezzo a un boschetto di allori. E dall’alloro (laurum in latino) deriva il nome di Loreto, dato alla città che vi fu poi costruita.
Molti abitanti della regione poterono vedere, meravigliati, la casa tutta illuminata mentre volava di notte, nel cielo italiano, come in un racconto di fate.
La notizia si diffuse molto rapidamente e i devoti affluirono da tutte le località vicine per visitare la casa della Sacra Famiglia.
Che quella casa si fosse posata miracolosamente a Loreto non c’erano dubbi, perché il numero dei testimoni fu incalcolabile. Tuttavia, la questione ancora da chiarire era se si trattasse davvero della casa della Sacra Famiglia. Dopo tutto, non si trovava a Tersatz in Dalmazia?
Venne organizzata allora, ancora una volta, una commissione di uomini illustri della zona, che si recarono a Tersatz per verificare la questione. Una volta arrivati, poterono constatare che la casa non c’era più. Ascoltarono anche il racconto degli abitanti sul suo arrivo e sulla sua misteriosa scomparsa.
La stessa commissione partì allora alla volta della città di Nazaret, dove effettuò una verifica minuziosa, confermando che le fondamenta della casa della Sacra Famiglia coincidevano esattamente con la casa trasportata miracolosamente a Loreto.
In quella casa erano vissuti la Madonna e San Giuseppe, prima della nascita di Cristo. Lì l’angelo Gabriele annunciò a Maria che sarebbe stata la madre del Messia e fu in quel luogo che il Verbo di Dio Si fece carne. Quelle pareti erano state testimoni della crescita del Bambino Gesù e della maggior parte della sua vita terrena.
Oggi, i visitatori della Santa Casa di Loreto leggono una frase che causa una viva emozione: Qui il Verbo di Dio Si è fatto carne!
IL BEATO FRATE EGIDIO E LA VERGINITA Dl MARIA
Le cronache dell’Ordine Francescano riferiscoo un avvenimento davvero miracoloso, occorso ad uno dei primi discepoli di San Francesco: il Beato Frate Egidio di Assisi.
Viveva in quell’epoca un frate domenicano che da molti anni era fortemente tentato dal dubbio riguardo alla Verginità Perpetua di Maria.
Afflitto dal problema che non riusciva a risolvere, decise di cercare Frate Egidio di Assisi, noto non solo per la sua santità e saggezza, ma anche perché aveva il dono di calmare le coscienze turbate.
Mentre il domenicano si stava ancora avvicinando al convento, frate Egidio, illuminato da Dio, gli venne incontro e, dopo averlo salutato, gli disse:
– Fratello, la Santissima Madre di Dio, Maria, era vergine prima di dare alla luce, Suo Figlio Gesù.
Così dicendo, batté il bastone per terra. Accadde allora un fatto straordinario: improvvisamente sbocciò un giglio bianco e bello!
Subito dopo Frate Egidio batté di nuovo per terra e ripeté: – Fratello, Maria Santissima era vergine quando diede alla luce Suo figlio Gesù.
E nacque in quel luogo un secondo giglio, ancora più bello del primo.
Frate Egidio colpi per la terza volta la terra e disse: – Fratello domenicano, Maria Santissima rimase vergine dopo aver dato alla luce Suo figlio Gesù.
E nacque allora un terzo giglio che, in bellezza e candore, superava gli altri due.
Dopo aver operato questo miracolo meraviglioso, Frate Egidio tornò umilmente nel convento, come se nulla fosse accaduto.
E al nostro domenicano, che cosa successe? Fu veramente stupefatto di quello che vide e completamente liberato dalle tentazioni che lo avevano afflitto.
Poi con la massima cura raccolse i tre gigli e li conservò come prova della Verginità Perpetua della Santissima Vergine.
LA MADONNA APARECIDA, PATRONA DEL BRASILE
Quando il Brasile era ancora una colonia del Portogallo, nel lontano 1716, il re Giovanni V nominò Capitano Generale di San Paolo e Minas Gerais, Don Pietro Michele de Almeida Portugal e Vasconcelos, meglio conosciuto come il Conte di Assumar. Uomo di elevata nobiltà, che in seguito sarebbe diventato Viceré dell’India.
Il Conte di Assumar, assunta la Capitaneria di San Paolo il 4 Settembre del 1717, partì con il suo seguito per Minas Gerais. A metà del cammino era prevista una sosta a Guaratinguetâ, per pernottare. Non era usuale una visita di tale importanza in quelle terre… Il comune di Guaratinguetâ, molto povero, si trovò improvvisamente con la responsabilità di rifornire riccamente la tavola di quell’illustre capitano. Sorse allora l’idea di offrirgli un pasto a base di pesce del fiume Paraiba. Pertanto, furono convocati Domingos Garcia, Felipe Pedroso e Joâo Alves, esperti pescatori della regione.
Essi si misero subito al lavoro, ma navigarono lungo il fiume senza ottenere nulla. Quando raggiunsero il porto di Itaguaçu, Joâo Alves gettò la sua rete con l’ultima speranza di trovare del pesce. Dopo qualche tempo di attesa, senti che qualcosa si era impigliato nella sua rete. Egli la tirò in barca con ansia. Ben presto, però, vide che non si trattava di un pesce, ma del corpo senza testa di una statua della Madonna della Concezione!
Lo stesso Joâo Alves gettò ancora una volta la rete e ben presto sentì che vi era qualcosa ma quello che trovò era la testa della statua della Madonna della Concezione, e non i tanto anelati pesci…
I tre pescatori gettarono le reti di nuovo e questa volta, con grande sorpresa di tutti esse, si riempirono di pesci. Ce n’erano talmente tanti che ai tre uomini venne immediatamente in mente l’episodio della pesca miracolosa, narrato nel Vangelo.
Nel loro semplice racconto, riferirono che per poco la barca non affondò, tale era la quantità di pesce che riuscirono a catturare, grazie all’aiuto della Santissima Vergine.
Pieni di gioia, andarono al Comune di Guaratinguetâ a portare il pesce e raccontare ciò che era accaduto, alle autorità competenti, tuttavia, prima ebbero l’avvertenza di lasciare la statua a Silvana da Rocha, madre di Joâo Alves. Lì la avvolsero in panni e la posero in un baule.
Quella casa divenne la prima cappella della Madonna di Aparecida. Il nome le fu dato proprio per il fatto che essa era ” apparsa” dal fondo del fiume Paraíba.
Il popolo semplice e devoto dei dintorni venne a visitare la statua, per pregare il rosario e chiedere grazie alla Madonna. Presto si verificarono casi di grazie straordinarie e miracoli ottenuti per intercessione dell’Aparecida.
La fama dei miracoli si diffuse a tal punto che il vicario della parrocchia, don José Alves Vilela, costruì una piccola cappella per la Statua. Più tardi, nel 1745, fu costruita una cappella più grande, in cima al collina dei Coqueiros.
Nel 1834 fu costruita una bella chiesa che ricevette il titolo di Basilica Minore il 29 aprile 1928. Per la felicità del popolo brasiliano, nel 1929, Papa Pio XI proclamò la Madonna Aparecida, Regina e Patrona del Brasile.
Con la crescita della devozione alla Madonna di Aparecida, il numero dei pellegrini è talmente aumentato che la Basilica Minore non conteneva più i visitatori. Per questo motivo, nel 1955 i Missionari Redentoristi, diedero inizio alla costruzione della nuova basilica, che è, attualmente, il più grande santuario mariano del mondo.
Non c’è chi visiti questo Santuario e non rimanga stupito per la quantità di ex-voto, che occupano un ampio salone. La “sala dei miracoli” – come viene chiamata – è la prova più evidente di quanto la Madonna di Aparecida ami il popolo brasiliano! Vi si vedono numerose e commoventi testimonianze del potere di intercessione di Maria: infermi che sono tornati a camminare, muti che hanno cominciato a parlare, ciechi che hanno recuperato la vista, persone con problemi cardiaci, che sono state completamente guarite…
Uno dei primi miracoli registrati negli annali della Storia della Madonna di Aparecida si è verificato con uno schiavo fuggitivo.
Stanco dei maltrattamenti che riceveva nella fattoria del suo padrone, in Paranâ, uno schiavo di nome Zaccaria decise di fuggire.
Il proprietario terriero inferocito assunse allora un esperto cacciatore per catturarlo. Dopo molte ricerche, costui trovò lo schiavo fuggitivo a San Paolo, vicino alla località di Bananal. Zaccaria, con catene e ceppi ai piedi e alle mani, fu legato al cavallo per essere riportato al Paranâ.
Lungo la strada, passando davanti alla cappella della Madonna Aparecida, Zaccaria, sfinito e affamato, chiese alla sua guardia di dargli qualche minuto di riposo e il permesso di pregare nella chiesa. I suoi piedi scalzi erano gonfi e feriti dalle pietre della strada.
Il caposquadra glielo concesse, ma non rimosse le catene e i ceppi dello schiavo, per paura che egli scappasse di nuovo. Pieno di fede, egli fece alcuni passi all’interno della cappella, cadde in ginocchio nel mezzo del corridoio e pregò, chiedendo alla Madre di Dio che lo liberasse. Erano presenti in quel momento molti devoti, compresi gli alunni di una scuola vicina. Pieni di stupore, tutti videro le catene ai piedi e alle mani aprirsi miracolosamente, lasciando completamente libero lo schiavo.
Col volto bagnato di lacrime, tenendo in mano le catene, Zaccaria si diresse verso l’altare dove c’era la statua della Madonna Aparecida, e commosso, rese grazie per la liberazione che aveva ottenuto con la Sua intercessione.
Quanto al caposquadra, che aveva assistito a tutto, quale fu la sua reazione? Anche lui fu toccato dalla grazia! Esaminò le catene e constatò che si erano rotte. Non potendo negare il miracolo, decise allora di lasciare libero Zaccaria. Chiese però al tesoriere della chiesa, che era presente, una dichiarazione che registrasse quanto era successo, da mostrare al proprietario terriero che lo aveva assunto.
Con il documento in mano, tornò da solo a Paranâ e Zaccaria rimase a vivere presso il Santuario di Aparecida.
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