Per una migliore Quaresima
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Durante il mio soggiorno in Italia, abbiamo sperimentato una novità riguardo alle rinunce quaresimali e voglio condividerla con voi. Ispirerà molte famiglie: Durante il primo pasto a Sassuolo, circondata da una dozzina di amici, ho suggerito di non parlare assolutamente di mangiare tra di noi, ma di cercare di trovare degli argomenti che elevino il livello di luce nelle nostre anime e così ci facciano crescere spiritualmente.
Abbiamo cominciato a parlare di Gesù, di ciò che avevamo capito recentemente attraverso il vangelo o di un avvenimento della nostra vita. Il risultato è stato bellissimo! Alla fine del pasto, abbiamo avuto difficoltà a separarci, perché volevamo approfondire ancora questi argomenti, tanto i nostri cuori bruciavano. Un po’ come ai discepoli di Emmaus (con le debite differenze!), la presenza di Gesù in mezzo a noi era tangibile ed avevamo voglia di dirgli: “Resta con noi!” Basta decidere questo prima del pasto.
Abbiamo preso l’abitudine di metterci a tavola senza riflettere alla grandezza di questo momento voluto da Dio. Parliamo di tutto quello che ci passa per la testa ed allora è facile parlare di cose di poca importanza, o anche purtroppo, di parlar male delle persone. Invece questo tempo passato assieme può diventare un bellissimo momento di condivisione, dove ciascuno cerca di diffondere il Regno di Dio nel cuore dei vicini di tavola.
Se lo decidiamo durante la preghiera prima del pasto, costatiamo subito che Dio viene all’appuntamento (ben felice di essere invitato una volta tanto!) e tutto diventa diverso. Una nonna croata aveva l’abitudine di andare alla Messa tutti i giorni. Rientrata a casa, condivideva con i suoi quello che il prete aveva detto nell’omelia. Un giorno, all’inizio delle apparizioni, non potè andare in chiesa per motivi di salute, ma la famiglia ci andò. Al loro ritorno, chiese cosa avesse detto il padre Jozo (era lui il parroco all’epoca).
Quella sera il Padre aveva chiesto a tutti i parrocchiani di impegnarsi davanti a Dio a non parlare male del prossimo per tutta la sera. A questa notizia, la nonna spontaneamente esclamò: “Ma allora di che cosa parleremo?” Quando era sulla terra Gesù stesso ha privilegiato il momento del pasto preso tutti assieme. Che diventi anche per noi un tempo di benedizione e non di parole vuote, o ancor peggio per offender Dio. Ho constatato spesso che Gesù esaudisce chi gli chiede: “Signore, serviti di me durante questo pasto, perché tutto sia per la tua gloria!”
Suor Emmanuel
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