Pianeta droga – Testimoni di speranza
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Mi chiamo Ines. Sono contenta di aver trovato la “sorgente della vita”, dalla quale attingo la forza per quel sì quotidiano da dire a me stessa e agli altri. Nella mia adolescenza per tanto tempo ho vissuto nell’illusione di essere una persona forte e matura. Quando ho finito le scuole superiori e la vita ha cominciato a chiedere di più, sono emerse le mie debolezze e la mia poca responsabilità nel vivere ed affrontare tutto quello che incontravo sul mio cammino.
Non vengo da una famiglia credente, non sapevo quindi che cosa fosse la preghiera, e così non trovavo altro modo di affrontare i problemi se non quello di evitarli con l’aiuto dell’alcool e della droga. L’insoddisfazione per tutto quello che ero e che stavo facendo cresceva sempre più dentro di me. Tendevo a scappare da tutti quelli che vedevano la verità di me, perdendo così la possibilità di ogni rapporto normale di amicizia.
Sono diventata una persona dai sentimenti squilibrati, non mi fidavo più di nessuno, mi era impossibile credere che gli altri mi volessero bene e quindi rifiutavo tutti. Dentro di me ero vuota, triste e mi sembrava che tutti fossero più felici di me e li invidiavo. Niente riusciva più a risvegliare qualche interesse, stavo perdendo sempre più la voglia di vivere. Ma in tutto questo buio, la voce della mia coscienza urlava dal profondo “aiuto”, e nonostante non avessi la forza di reagire e di fare questo passo dalle tenebre alla luce, neanche la droga poteva soffocare quel grido a Dio.
Sono grata a tutti quelli che hanno pregato per me in quel periodo perché solo quella forza ha fatto il miracolo di farmi arrivare a Medjugorje, e lì di bussare alla porta della Comunità. Anche quando sono entrata il cammino non è stato facile: concentrarmi su me stessa ed imparare ad affrontare la sofferenza, portando la croce con dignità, non l’avevo mai fatto. Cadevo tante volte, spesso mi sembrava di andare indietro e che le altre di nuovo fossero sempre meglio di me.
Ad un certo punto, finalmente, ho scoperto il dono di essere debole, perché non potendo portare da sola il peso della sofferenza, ho avuto bisogno di aiuto, di offrirla a Gesù. Così ho incominciato a costruire il mio rapporto con Lui. Attraverso le Messe e i Rosari ho vissuto tanta guarigione e mi si è risvegliata dentro la speranza che un domani migliore esiste anche per me. Questo ha aperto il mio cuore anche al rapporto con gli altri. Ho cominciato a voler bene e a sentire il bene che mi volevano.
Oggi riesco a gioire quando le sorelle gioiscono e a pregare per loro quando ne hanno bisogno. Per questo sono convinta che il più grande dono che la Comunità mi ha fatto è la preghiera, l’amicizia con Dio che mi apre al prossimo. La Comunità ha così ridonato valore al dono della mia vita, insegnandomi a rispettarla e amarla. Sento che il mio camino non è terminato e ringrazio Madre Elvira per la possibilità di rimanere per guarire tutte le ferite che sono ancora dentro di me. Ringrazio Dio per il suo amore fedele che non mi ha mai abbandonato, e che in ogni istante mi aiuta a diventare più forte e a camminare nella vita con tanta speranza e gioia nel cuore.
Ines
Comunità Cenacolo
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