“Pregate sempre, senza stancarvi mai”
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Gesù oggi parla a noi della necessità di pregare. Ci offre un’indicazione e un richiamo che ci fa meditare: “senza smettere mai”.
Attraverso la preghiera ci mettiamo alla presenza del Signore, entriamo in una relazione d’amore con Lui, una relazione personale, filiale.
Dio si unisce a noi e noi ci uniamo a Lui, in un legame intimo.
”La preghiera non è altro se non un rapporto d’amicizia – scrisse santa Teresa d’Avila – un trovarsi frequentemente da solo a solo con chi sappiamo che ci ama”, fino a sentire la gioia di essere amato per trovare senso e significato alla nostra vita.
Incredibile solo a pensarci, ma di fatto è così!
Sappiamo, a volte per esperienza, quanto sia difficile trovare una persona che ci ascolti a causa della fretta, della mancanza di tempo, o forse per lo scarso valore attribuitoci dagli altri. Per Dio non è così!
Pregare è contemplare, ascoltare, aprire il nostro cuore a Lui, è desiderio di Dio, un vivere insieme la nostra vita.
Questo è il più grande dono che ci è stato fatto.
“Pregate sempre, senza stancarvi mai” (Luca 18,1).
Per imparare a pregare e, ancor prima per capire l’importanza della preghiera, non c’è miglior maestro di Gesù.
Gesù prega frequentemente in luoghi solitari, a lungo, anche di notte; la sua è una preghiera quotidiana. La preghiera è fonte della sua vita, ascolto del Padre, “la preghiera è il luogo solitario e intimo dell’amore di Gesù verso il Padre, quell’amore del quale è venuto a renderci partecipi. È il luogo dove incontra tutti i fratelli, appunto perché presso il Padre” (Silvano Fausti).
Nella Trasfigurazione sul Monte Tabor i discepoli possono entrare nella conoscenza-comunione del Padre-Figlio (cfr. Lc 9, 28-36); la preghiera è il luogo della trasfigurazione dove scopriamo Dio-Abbà-Papà e contempliamo la sua gloria.
È nella preghiera che il cristiano trova il suo respiro quotidiano e, sull’esempio di Gesù, dilata il cuore per far posto al Padre. Nei momenti decisivi della sua vita Gesù si ritira in preghiera (cfr. Lc 6,12-13). La preghiera è all’origine di ogni scelta, di ogni azione; è la forza che permette di superare il buio della notte. Quante notti nella nostra vita rimangono forse tali perché viene a mancare la preghiera che la illumina della luce di Dio!
Quando l’apostolo Pietro venne messo a dura prova da Satana (cfr. Lc 22,31-32), Gesù aveva già pregato perché Pietro non si separasse da Lui, non si lasciasse rubare dal cuore la fiducia in Lui, come era capitato a Giuda. Tutti siamo provati, ma Gesù offre a noi, come a Pietro, la forza di immergerci nella sua misericordia, di rimanere a Lui fedeli. È la potenza della preghiera che ci permette di vedere i nostri sbagli, di ritornare a Lui e di vivere in atteggiamento di perenne conversione.
È nell’ora della prova, dell’abbandono, che Gesù prega intensamente, si affida al Padre (cfr. Lc 22,42-44) e il Padre non lo lascia solo; non ci lascia soli. Nella debolezza, nella fragilità, la preghiera ci mette in comunione con il Padre. Scopriamo chi è Dio, Gesù per noi.
Gesù in croce prega per noi (cfr. Lc 23,33-34) chiede al Padre di perdonarci.
Domandiamoci allora: Preghiamo? Quanto tempo dedichiamo alla preghiera? Quale contenuto ha la nostra preghiera?
“Pregate sempre, senza stancarvi mai” (Luca 18,1).
Quando noi preghiamo senza smettere mai, veniamo esauditi. E’ importante continuare a pregare anche quando si ha l’impressione di non essere ascoltati. Non basta insistere, ma persistere, senza abbandonare mai la preghiera. Pregare è aprire il cuore all’Amore nella certezza che “ogni cosa è possibile per chi crede” (Mt 9,23 ) dice il Signore, e il mezzo per ottenere l’impossibile è la preghiera.
Perché è necessario essere perseveranti?
Per crescere in una relazione di amore, di intimità e di comunione con Dio; non per cambiare Dio nei nostri confronti, ma noi nei suoi. Questo è fare esperienza di salvezza.
Questa relazione richiede disponibilità, apertura di cuore, fino a superare ogni chiusura, diffidenza, paura, ma tutto questo richiede tempo e perseveranza.
Preghiamo senza stancarci mai, non perché Dio sia sordo, distratto, poco attento, ma perché questa preghiera dilati il nostro cuore per accogliere il dono della comunione tanto da lasciare la vita a Dio. Si formerà così in noi l’immagine di Dio, il volto di Dio, la sua misericordia.
I frutti della preghiera non sono i suoi doni, ma Lui stesso come dono!
Pregare sempre, senza stancarsi, evidenzia l’urgenza e la necessità incondizionata della preghiera nella vita del cristiano come l’aria per i polmoni, l’acqua per il pesce. Questa mantiene viva la fiamma nella notte, apre il cuore ad accogliere la luce, l’amore.
“La mia giornata deve essere sempre in preghiera: la preghiera è il mio respiro. Il tenermi sempre con Dio, dal mattino alla sera e anche la notte, o con le cose di Dio, mi dà letizia perenne e mi induce alla calma in tutto e alla pazienza! Soprattutto voglio insistere nella cura delle sante intimità col Signore: tenermi in tranquilla e amorosa conversazione con Lui” (Papa Giovanni XXIII).
In questo consiste la fede: abbandonarsi al Signore, vivere la sua volontà, così da non cadere nella tentazione di vivere senza di Lui, di precipitare nel caos.
È trovare la verità! La preghiera opera l’impossibile, senza di essa si muore di asfissia.
È consenso a Dio, compiacimento in Lui come Padre, dichiarazione di contentezza di essere figli nella consapevolezza che tutto è dono.
don Tiziano Soldavini
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