Rock satanico
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Dopo droga, carcere, malattia e povertà Roberto Bignoli è divenuto uno dei più noti cantanti di ispirazione cristiana
Un caso significativo è quello di Roberto Bignoli, cantautore portatore di handicap. Roberto ha affrontato da bambino l’esperienza della povertà e della malattia, per passare successivamente a quella della droga e del carcere. Figlio di una ragazza madre, si è ammalato di poliomielite ed ha vissuto per anni in vari istituti.
Poi, l’amore per Gesù ha cambiato radicalmente la sua vita. Oggi Roberto Bignoli è uno dei più noti ed apprezzati cantautori di ispirazione cristiana. Nel dicembre 2001 ha ricevuto a Washington il premio “Unity Awards”, come migliore artista cristiano internazionale, e nel 2003 a Roma riceve il “Golden Graal” l’Oscar della Musica Cristiana Italiana- e nel 2007 sempre negli USA il premio “Unity Awards”, come migliore canzone internazionale ” DULCIS MARIA” Totus Tuus.
Oltre all’amore, Roberto e Paola condividono un’altra bella esperienza. Hanno creato un sito Internet per far conoscere la musica cristiana ai giovani di tutto il mondo (www.informusic.it) con notizie, biografie degli artisti, foto, segnalazioni di
concerti, libri specializzati e recensioni di dischi.
In questa intervista a, Roberto Bignoli ci racconta il suo rapporto con la musica e con Dio.
Che cosa pensi dei recenti episodi di satanismo giovanile collegati al rock satanico?
Roberto Bignoli: Questa triste realtà è la conseguenza di un mondo fatto di solitudine ed egoismo, dove a tutti i costi si vuole confondere il bene con il male. Inoltre, c’è una grande macchina commerciale che spinge i giovani ad orientarsi verso la ribellione. Quindi, l’esclusione del valore della famiglia, del valore della propria vita e di quella degli altri, il concedersi tutte le libertà possibili ed immaginabili. E’ veramente una condizione triste, che non porta alla libertà, ma alla piena schiavitù.
Che valore può avere la musica, nella vita di un giovane?
E nella tua vita, che valore ha la musica?
Roberto Bignoli: Ogni volta che parliamo di Dio e delle meraviglie che ha creato, e trasmettiamo la gioia di tentare di camminare al suo fianco, Lui è con noi. Pertanto, sicuramente una canzone può diventare una preghiera. Ma ovviamente non sostituisce la preghiera personale o la partecipazione ai Sacramenti. E’ un aiuto in più per avvicinarsi alla parola del Signore, un mezzo per arrivare al Vangelo.
Roberto Bignoli: Il mio rapporto con Maria è molto bello e vivo. E’ stata Lei che mi ha donato la grazia della conversione del cuore, che mi ha dato luce dove vedevo il buio, speranza dove mi sentivo perso e gioia di essere figlio quando nella mia vita il calore materno spesso, per molte ragioni, è mancato. In Lei ho trovato la mamma, la guida e la pace del cuore. Ecco perché spesso mi rivolgo a Lei con le mie canzoni. E’ il bene più prezioso della mia vita.
Quale futuro speri per le tue figlie? Roberto Bignoli: Spero sicuramente che i valori di cui parlo, e che vivo insieme a mia moglie Paola, diventino anche i loro valori, nella semplicità e nella libertà. Desidero che imparino a camminare nella strada del Signore e a comprendere tutta la ricchezza spirituale che in essa si trova. Spero che riescano a condividere insieme la gioia dell’essere figli di Dio e possano fare della loro vita una missione di speranza, pace e amore secondo la Sua volontà. Poi, premesso tutto questo, che facciano quello che sentono nel cuore, con onestà e volontà.
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