San Giovanni Bosco – La vita – VIII parte
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Don Bosco era assolutamente certo che un giorno avrebbe avuto una bella sede con un cortile ampio e spazioso per accogliere molti ragazzi ed una bella chiesa. Sapeva anche che ci sarebbero stati preti e chierici impegnati nell’opera, perché egli aveva visto in uno dei suoi particolari sogni (o erano visioni?) che, fra i suoi ragazzi molti agnelli si mutavano in piccoli pastori che, crescendo, si prendevano cura del gregge. Nel progetto provvidenziale di Dio c’era qualcosa di splendido: tra i giovani di Don Bosco sarebbero sorti numerosi sacerdoti che avrebbero coltivato il suo stesso ideale, e non solo, perché ci sarebbero state anche molte suore e tantissimi cooperatori laici, tutti con l’obiettivo di mettersi a disposizione dei giovani e rispondere alle esigenze dei nuovi tempi.
Alla base del suo progetto, Don Bosco aveva posto una spiritualità che si ispirava a San Francesco di Sales il quale suggeriva un tipo di santità adatta a tutti e specialmente a quelli che vivevano “nel mondo”, necessariamente presi dalle occupazioni della vita secolare. Egli inoltre invitava alla “mitezza”, una virtù essenziale per quelli che vogliono frequentare i giovani per condurli a Dio. Ma anche da Sant’Alfonso de’ Liguori egli prese qualcosa di veramente importante: la profonda umanità, “virtù” che gli fu oltremodo preziosa quando doveva confessare o guidare spiritualmente i suoi giovani.
Don Bosco sapendo che anche il lavoro, fatto per la gloria di Dio e per il bene del prossimo, diventa preghiera, creò il motto “Il lavoro è preghiera”. In questo modo indicava una nuova strada di santità per tutti i laici e specialmente per coloro che esercitano i lavori più umili. Ma una caratteristica particolare dell’Oratorio era la gioia. Quella gioia spontanea e schietta che sgorga dal cuore di quelli che, presi per mano da Maria, amano Dio con cuore puro. Per questo scopo, Don Bosco esortava i giovani a confessarsi spesso, a fare la comunione sacramentale e ad affidarsi sempre nelle materne mani di Maria Ausiliatrice.
Come abbiamo detto in passato, Don Bosco aveva ricevuto una robusta preparazione teologica ma si era reso conto che la Parola di Dio non doveva esser compresa soltanto dalle persone colte ma anche dalla gente umile. Egli perciò si sforzava di usare un linguaggio molto semplice per le sue omelie e, per essere sicuro che fossero veramente comprensibili per tutti, le faceva sentire prima a sua madre ( una semplice contadina, analfabeta). Se mamma Margherita riusciva a capire la predica, bene. Diversamente, Don Bosco provvedeva subito ad “aggiustare”. (Continua)
Don Manlio
NOVENA a
San Giovanni Bosco
O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria
8° Giorno – O gloriosissimo san Giovanni Bosco, che prediligesti con amore particolare la bella virtù della purezza e la inculcasti con l’esempio, la parola e gli scritti, fa’ che anche noi, innamorati di così indispensabile virtù, la pratichiamo costantemente e la diffondiamo con tutte le nostre forze. Gloria
La Redazione
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